
La rivoluzione del merito
Maturità, la riforma non va giù a Cgil e nostalgici del ’68: passatista. Ma sono rimasti in quattro gatti
C’era da aspettarselo: alle frange più ideologizzate, alle sinistre nostalgiche del ’68 e alla Cgil la riforma dell’esame di Maturità approvata dal governo non va giù. Serietà e merito farebbero rima con autoritarismo e, scava scava, fascismo. Due le maggiori novità del nuovo impianto voluto dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Il colloquio non sarà più dedicato a tutte le materie del corso di studi ma soltanto a quattro, e “chi farà volontariamente scena muta”, come accaduto all’ultimo esame di maturità in un tam tam di emulazione, sarà bocciato.
Maturità, la riforma non va giù alla Cigl nostalgica del ’68
Gilda insegnanti plaude all’esame più serio e più semplice
Via libera dei presidi alla rivoluzione dolce impressa da Valditara
Via libera dei presidi alla rivoluzione dolce impressa dal ministro Valditara, non a caso bersaglio preferito dalle sinistre e dagli ultrà dei centri sociali. “Condivido l’impianto generale, personalmente per l’esame di Stato avrei mantenuto sei materie anziché quattro”. Così Antonio Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, commentando le novità. “Il ministro ha preso spunto dagli episodi di boicottaggio dell’esame e del colloquio durante l’ultima sessione per proporre delle modifiche. Tra cui la mancata promozione, insieme ad altre misure di semplificazione come il passaggio a quattro materie e la riduzione del numero dei commissari”. Sul passaggio da Pcto a formazione scuola lavoro, aggiunge Gianelli, “sono assolutamente d’accordo, tant’è vero che non è mai stata particolarmente apprezzata quella definizione”. E ancora: “La stabilizzazione del 4+2 per gli istituti tecnico professionali è una misura molto potente per contrastare la disoccupazione giovanile”.
Fratelli d’Italia: un altro tassello nel processo di riforma del governo Meloni
Grande soddisfazione da parte di Fratelli d’Italia. “Un altro importante tassello nel processo di riforma della scuola italiana portato avanti dal governo Meloni e dal ministro Valditara. Il sì del Consiglio dei Ministri alla riforma dell’esame di Stato rappresenta una scelta coraggiosa a tutela della serietà, della qualità e della sicurezza della scuola italiana. Con la riforma – dice senatrice Ella Bucalo – si torna finalmente ad un “esame di maturità” che valuta la crescita complessiva dello studente e il suo grado di autonomia e responsabilità”