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La Flottiglia in missione per Gaza si arrende ai venti forti: Greta e compagni costretti a tornare in porto

Missione nella tempesta

L’eroica Flottiglia con Greta e compagni spaventata dal mare mosso: neanche salpa che già torna indietro

Gli attivisti salpati da Barcellona per Gaza, sono stati costretti a rientrare in porto dopo poche ore dalla partenza a causa del maltempo e dei forti venti. E intanto Israele annuncia il carcere duro in caso di sbarco

Cronaca - di Lorenza Mariani - 1 Settembre 2025 alle 15:27

Il destino, si sa, ha un senso dell’umorismo tutto suo. E a volte, per chi ha l’abitudine di lanciare anatemi contro le “tempeste” del clima, ne prepara una piccola, ma significativa, per un promemoria ironico. Così, la Flottiglia della speranza, che con squilli di tromba e applausi di mezza sinistra italiana – dal Pd ad Avs – doveva sfidare i mari per portare soccorso a Gaza, si è trovata a fare i conti con la più banale delle realtà: il vento.

La flottiglia di Greta&co. fa dietrofront per mare mosso

Così, la missione, annunciata come una nuova Odissea umanitaria, è durata il tempo di una breve circumnavigazione del porto, per poi rientrare al molo, piegata da “condizioni meteorologiche non sicure”. «Di fronte a venti di oltre 30 nodi e alla natura imprevedibile del Mediterraneo, abbiamo preso questa decisione per dare priorità alla sicurezza e al benessere di tutti i partecipanti e per salvaguardare il successo della nostra missione», fanno sapere dall’organizzazione, spiegando il motivo per cui per la flotta di volenterosi è stato impossibile mollare gli ormeggi, salpare e prendere il largo.

Partenza rinviata: la missione non veleggia proprio col vento in poppa…

E dato che la sicurezza viene prima di tutto, in attesa che si calmino i venti e che i nostri novelli marinai possano riprendere il largo, non ci resta che augurare loro un’accoglienza più serena di quella annunciata da Israele. Ma procediamo con ordine. E ripartiamo dalla partenza rinvitata della spedizione di una ventina di imbarcazioni della Global Sumud Flotilla salpata ieri da Barcellona per portare aiuti umanitari a Gaza, e rientrata all’alba di oggi nel porto catalano a causa del maltempo che si è abbattuto sul nordest della Spagna. Se il meteo si calma, la flotta in missione umanitaria potrebbe provare a ripartire già nel pomeriggio. Ma non proprio col vento in poppa, anzi. Israele non ha fatto mistero di non vedere di buon occhio la burrascosa iniziativa che, partita controvento, potrebbe veleggiare verso un’accoglienza tutt’altro che promettente…

Israele, gli attivisti della Flottiglia saranno trattati da terroristi

Sì, perché stando a quanto annunciato con piglio duro dal ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir, è stato presentato al governo un piano volto a fermare la Global Sumud Flotilla. Un provvedimento in base al quale tutti gli attivisti saranno arrestati e trattenuti in detenzione prolungata – a differenza della precedente prassi dunque – nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, utilizzate per la reclusione dei terroristi in condizioni rigorose, tipicamente riservate ai prigionieri di massima sicurezza. Agli attivisti, pertanto, saranno negati privilegi speciali come tv, radio e cibo specifico. «Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell’agiatezza – ha dichiarato Ben-Gvir citato dal “Jerusalem Post”– anticipando la risoluzione approvata.

Una decisione forte che ha naturalmente fatto sollevare gli scudi alla sinistra, e tra chi ha parlato di minacce irricevibili e chi ha tuonato contro l’assurdo, da Avs al Pd, passando per l’immancabile M5S, il giro delle recriminazioni torna sempre al punto di partenza. E si condensa in una frase: “Ma la premier Meloni che dice?”

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di Lorenza Mariani - 1 Settembre 2025