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Il governatore uscente delle Marche e ricandidato, Francesco Acquaroli; nel riquadro, Matteo Ricci

Verso il voto

Le Marche alla volata finale: Acquaroli pensa al territorio, Ricci a Gaza. Nel faccia a faccia non c’è storia

Il candidato del centrosinistra punta sugli esteri e fa promesse senza coperture, il governatore uscente parla di temi concreti, dalla sanità alla crescita economica, e conquista anche i progressisti moderati

Politica - di Agnese Russo - 26 Settembre 2025 alle 16:30

Da un lato, Matteo Ricci, un candidato governatore della sinistra che parla di Gaza; dall’altra, Francesco Acquaroli, un presidente uscente e ricandidato che parla della sua Regione. La fotografia di quali siano le priorità per le Marche, in questa volata finale al voto che si celebrerà domenica e lunedì, è tutta nell’appello sul Medio Oriente con cui Ricci ha chiuso l’ultimo faccia a faccia con Acquaroli, andato in onda su Sky. Del resto, si tratta di una chiosa coerente con il tour elettorale del centrosinistra chiamato “Un treno per Gaza”. «Non mi ha stupito. Evidentemente ritiene che per la sua campagna elettorale gli sia più funzionale parlare del Medio Oriente piuttosto che delle Marche», ha commentato Acquaroli, sottolineando che «la sinistra parla di Gaza perché è un argomento che le permette di sorvolare sulle proprie divisioni. Anche io ho a cuore il destino di quella popolazione, ma mi candido per governare bene la mia Regione».

«Se vuoi fare il governatore, la priorità è il territorio, non gli esteri»

Intervistato da Pietro Senaldi su Libero, Acquaroli ha mantenuto anche in questo colloquio la linea adottata per tutta la campagna elettorale: concreta, basata sulle necessità dei marchigiani, lontana dalle polemiche sterili e da quelle magari facili, ma non attinenti ai temi di governo del territorio, come le grane giudiziarie che coinvolgono Ricci e che il centrodestra ha scelto di non cavalcare in alcun modo.  «La politica è questione di priorità: se vuoi fare il governatore, la priorità è amministrare bene il tuo territorio, non occuparsi di esteri», ha risposto a Senaldi che gli chiedeva dell’attenzione preponderante del candidato del centrosinistra su Gaza.

Temi concreti e chiarezza: Acquaroli straccia Ricci nell’ultimo faccia a faccia

È stato il direttore di Libero a notare, nell’introduzione all’intervista, che «perfino il sito di Repubblica ha titolato: “Tra Francesco Acquaroli e Matteo Ricci finisce in pareggio”, il che significa che (nel faccia a faccia, ndr) ha vinto per distacco il primo». «Ho parlato di contenuti e replicato sul merito, senza fare filosofia né cabaret», ha risposto il candidato del centrodestra, che ha legittimamente rivendicato il fatto che «cinque anni fa ho ereditato una Regione rassegnata e in declino, ora siamo sulla strada giusta per tornare competitivi».

La crescita economica e la promozione di Fitch

È il tema del buongoverno, che è stato il filo conduttore della campagna elettorale, insieme a ciò che ancora resta da fare. Un approccio onesto da parte del presidente uscente, che riconosce che «se il voto nelle Marche», definite l’Ohio d’Italia, «è diventato così importante è perché questa Regione, che prima era stata a lungo periferica, è diventata importante; e lo ha fatto grazie al centrodestra». Si tratta di una realtà che trova riscontri diretti e indiretti: fra quelli diretti ci sono il miglioramento del rating certificato da Fitch e gli studi che evidenziano «una crescita economica superiore a quella della media nazionale, cresce l’occupazione e rispetto al 2019 è cresciuto l’export»; tra quelli indiretti l’accusa che viene rivolta ad Acquaroli di essersi giovato della vicinanza del governo nazionale.

La capacità di parlare con Roma, a prescindere da chi governa

Il presidente uscente ha rivendicato come un onore l’amicizia con Giorgia Meloni e l’aiuto avuto dal governo centrale, ma ha anche ricordato che la premier «si spende tanto per tutte le Regioni» e che «ho fatto metà legislatura con un governo non di centrodestra a Roma». «Riuscire a intercettare risorse è un merito. Per l’alluvione del 2014 che causò quattro morti – ha ricordato Acquaroli – l’amministrazione Pd ha ottenuto nove milioni solo dopo tre anni. Noi per quella del 2022, che è stata un po’ più grave, ne abbiamo ottenuti quattrocento. Significa lavorare per il nostro territorio».

«Dialogo e lavoro»: così il governatore ha conquistato (anche) i progressisti moderati

Poi, «ciascuno guardi in casa sua». «Ricci ha un’alleanza tenuta insieme per una esigenza elettorale e non per una visione comune. Tanti progressisti moderati hanno aderito al nostro progetto perché condividono la nostra visione per le Marche», ha rivelato Acquaroli, spiegando che si tratta del risultato di «dialogo e lavoro». Si tratta di «persone che hanno deciso di darci una mano per sostenere la continuità di governo. Significa che secondo questi marchigiani abbiamo lavorato bene. Per compattare la sua coalizione Ricci ha dovuto rinunciare a se stesso: dice di essere a favore dei termovalorizzatori ma non nelle Marche. Le pare normale?».

Risultati vs promesse senza coperture: trova le differenze tra Acquaroli e Ricci

Non va meglio sul fronte delle proposte. Acquaroli ha chiarito che si possono quantificare «intorno ai cento milioni di euro ma di bilancio disponibile non ne coprirebbe neanche la metà». «Dove pensa di prendere gli altri soldi? Gliel’ho chiesto, ma ha taciuto», ha sottolineato il governatore uscente, spiegando che «io in cinque anni non ho aumentato di un euro le tasse ai marchigiani. La sinistra mi sembra proponga il solito assistenzialismo senza coperture».

Quello che resta da fare, a partire dalla sanità

E sulla sanità, che la sinistra descrive come in uno stato disastroso? «Il problema è quello delle liste d’attesa. Lo so anch’io. È dovuto alla carenza di medici e allo smantellamento della sanità territoriale. Si sa che ci vogliono dieci anni per formare un medico, mentre io governo da cinque. Chi doveva programmare il turnover di questi anni?», ha chiesto Acquaroli, ricordando che «la precedente amministrazione regionale ha lasciato una situazione fortemente compromessa». «Posso dire – ha poi aggiunto – che nel 2025 abbiamo incrementato del 15% le visite del servizio pubblico rispetto al 2019; è un passo». Ma non è l’unico: «Se vincerò, rafforzerò ulteriormente la sanità territoriale. Ho già aperto cinquanta punti salute, abbiamo avviato la farmacia dei servizi e rafforzato la collaborazione con i medici di medicina generale. Stiamo costruendo nuovi ospedali e investendo nelle strutture esistenti. In più rafforzeremo i pronto soccorso: questa sarà la priorità».

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