
I droni in Polonia
L’allarme di Crosetto: “La Russia ci mette alla prova, ma siamo già nella guerra ibrida mondiale. Dobbiamo reagire”
“La violazione dello spazio aereo della Polonia da parte di droni russi è stata “una provocazione e un test di Mosca”. Ne è convinto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che in un’intervista al “Corriere della Sera” non sminuisce quanto accaduto sui cieli della Polonia. “E’ un fatto nuovo e rilevante. Non c’era mai stata un’incursione armata in territorio europeo e occidentale. Una ventina di droni non sono paragonabili a un attacco come quelli che subisce ogni giorno l’Ucraina, ma non sono nemmeno una delle tante esercitazioni militari o un semplice errore. E’ stato un mix tra una provocazione e un test su quale realistica potenza di penetrazione avessero questi anni e su come noi avremmo reagito”, ha detto. La risposta della Polonia e della Nato “c’è stata ed è stata efficace. Ora è il momento della riflessione e di capire come agire in futuro”.
Crosetto e la guerra ibrida già in corso
Per il ministro, si reagisce “comprendendo, una volta per tutte, che se questo è stato un attacco fisico di portata limitata, ce n”è un altro, più imponente, che va avanti da anni: la disinformazione, le fake news per influenzare le opinioni pubbliche, gli attacchi degli hacker, che sono ormai quotidiani. Siamo già in guerra e lo siamo già in un mondo che non si vede, ma dove si può, volendo, mettere in ginocchio una nazione”, ha osservato il ministro. La disinformazione di Stato “e’ ormai una prassi anche in Russia dove la gente pensa che i loro militari morti sul fronte ucraino siano poche migliaia, quando invece sono un milione. Noi sembriamo ignorare quanto la guerra ibrida sia pericolosa”.
Il dito è puntato su Mosca: “La disinformazione di Stato è ormai una prassi anche in Russia dove la gente pensa che i loro militari morti sul fronte ucraino siano poche migliaia, quando invece sono un milione. Noi sembriamo ignorare quanto la guerra ibrida sia pericolosa”. Crosetto sottolinea che ”si è limitato a descrivere quello che sta succedendo: un mondo che sta impazzendo. Ci sono azioni e decisioni di leader che ricordano i peggiori momenti dell’umanità e questo dato di fatto chiaramente preoccupa lui come tutti noi”. ”Va avviata una riflessione seria – sottolinea – Lo farò presto nel governo prima e poi con il Parlamento. Se non si reagisce, si soccombe. Si deve bloccare chi attacca anche, se serve, restituendo l’attacco”. ‘‘Intanto, dobbiamo bloccare tutti gli attacchi che si possono identificare – chiarisce – Servono cornici normative e legali che consentano, se un attacco viene intercettato e individuato, di colpire con le stesse modalità chi lo ha prodotto”. E aggiunge: ”Dobbiamo prepararci a qualsiasi tipo di attacco, non solo in Polonia. Di questo si parla quando si discute di investimenti in difesa: la messa in sicurezza dei nostri territori e dei nostri cittadini”.
L’aumento delle spese militari? ”Non è una scelta facoltativa – prosegue – Anche la Spagna, checché se ne dica, è impegnata ad arrivare al 3,5% del Pil per le spese Nato entro il 2035. Ma noi lo facciamo anche con una logica più ampia”. ”Né io, né Giorgetti, né la premier siamo sprovveduti – sottolinea Crosetto – La nostra linea è investire in maniera tale da avere ricadute sul Pil interno, usando la capacità produttiva italiana, e utilizzare la tecnologia militare anche per far crescere quella che può trovare applicazioni civili”. ”Nessuno pensa di arrivare al 3,5% domani, parliamo del 2035 – precisa – Se il centrosinistra dovesse vincere le prossime elezioni, se lo gestiranno loro e vedremo cosa faranno”.