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La Spagna di Sanchez fanalino di coda d’Europa sul fronte occupazione: dove governa la sinistra si vede

Dati Eurostat da incubo

La Spagna di Sanchez fanalino di coda d’Europa sul fronte occupazione: dove governa la sinistra si vede

Politica - di Luisa Perri - 2 Settembre 2025 alle 15:52

I dati Eurostat sull’occupazione in Europa hanno portato non solo l’Italia in testa, con appena il 6 per cento di disoccupati al luglio 2025, ma hanno certificato la crisi del governo socialista del premier Sanchez, con la Spagna, fanalino di coda d’Europa con oltre il 10,4% per cento di disoccupati contro il record positivo dell’Italia (6%), miglior dato dal 2007.

A voler essere maliziosi, andrebbe ricordato che, laddove governa la sinistra, il fallimento è assicurato. In particolare sulle politiche per il lavoro. I sussidi a pioggia e i sistemi economici che incentivano a rimanere a casa anziché andare al lavoro hanno prodotto conseguenze devastanti per le economie.

Nel dettaglio, Eurostat ha stimato che nel luglio di quest’anno fossero disoccupate 13,025 milioni di persone nell’Unione europea, di cui 10,805 milioni nell’area dell’euro. Tra i singoli paesi Ue i valori più alti sono stati registrati  appunto in Spagna (10,4%), Finlandia (9,5%) e Svezia (8,7%); con le percentuali più basse invece a Malta (2,7), Repubblica Ceca (2,8%) e Polonia (3,1%)

Forse non è un caso che in zona retrocessione sul fronte degli occupati, ci siano con la Spagna anche Finlandia e Svezia. Nazioni dove, per anni, il reddito di cittadinanza ha fatto da modello, con la conseguenza che i furbetti del reddito ne hanno approfittato anche lì, con conseguenze devastanti per le economie nazionali.

C”è da aggiungere che il governo Sanchez deve fronteggiare anche una gravissima emergenza migratoria ed è nel pieno di una bufera giudiziaria. Singolare che, in Italia, ancora oggi venga additato come esempio.

La democrazia alla spagnola: governo di minoranza, senza elezioni

Un altro esempio emblematico di concetto democratico, quando governa la sinistra. Se al governo ci sta un premier socialista può guadagnare anche senza il consenso degli elettori.

Il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez ha confermato che presenterà la legge di Bilancio per il 2026 alle Cortes spagnole, affermando pure che, se sarà bocciata non convocherà elezioni anticipate.
“Naturalmente porterò alle Cortes un accordo sul bilancio generale dello Stato”, ha detto in un’intervista all’emittente pubblica Tve. “Ma se sarà bocciato, non significa che il governo non continuerà con la sua road map” fino alla fine della legislatura nel 2027, “e che non possiamo varare politiche di Stato che godano di una maggioranza parlamentare”, ha aggiunto.

Sanchez: la Spagna non torna al voto, anche se mi boccia il Parlamento

E ha sottolineato che la Finanziaria “è uno strumento, non un fine in sé”. Da allora, l’esecutivo di minoranza governa con la Finanziaria in proroga. Se quella del 2026 sarà bocciata, “continueremo con quella che abbiamo”, ha insistito il premier. “Abbiamo tutti gli strumenti per raggiungere i nostri obiettivi di crescita e per la trasformazione economica di questo paese”, ha concluso. Metodi democratici che ricordano alcuni governi italiani del passato, dove mandare gli elettori a votare era considerato un attentato alla democrazia. A dire il vero, metodi parecchio sinistri.

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di Luisa Perri - 2 Settembre 2025