
La censura dei pacifisti
La Russa riceve in Senato Francesca Del Vecchio, la giornalista “scomoda” cacciata dalla Flotilla
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha ricevuto a Palazzo Giustiniani la giornalista de La Stampa Francesca Del Vecchio, la cronista ‘pericolosa’ cacciata dalla Flotilla in partenza per Gaza. Un incontro per esprimere anche a nome del Senato la sua “vicinanza e solidarietà” alla giornalista “per essere stata allontanata mentre esercitava il diritto di raccontare quello che vedeva”.
La Russa riceve Francesca Del Vecchio, cacciata dalla Flotilla
“Credo sia importante salvaguardare – aggiunge la seconda carica dello Stato – per i giornalisti il diritto di poter esercitare la loro professione liberamente senza mistificare, senza dire bugie. E quello di Francesca Del Vecchio è proprio il caso in cui è stata danneggiata senza nessuna sua colpa”. La vicenda è presto riassunta dall’articolo denuncia che l’inviata de La Stampa ha scritto sul suo giornale raccontando di essere stata espulsa dalla missione venerdì scorso a Catania. L’accusa? Aver rivelato informazioni sensibili, nello specifico i luoghi del training dei partecipanti e delle barche.
L’articolo denuncia su La Stampa che ricostruisce ‘la cacciata’
“Ma sono affermazioni false – replica la giornalista in un’intervista esclusiva a Omnibus. “Innanzitutto perché non erano state chiarite che erano informazioni sensibili. C’era stato un diciamo un approccio un po’ vago da questo punto di vista. Secondo: i miei articoli sono pubblici, quindi si può leggere che non ho dato riferimenti specifici sui luoghi. E terzo – conclude Del Vecchio – mi sembra un po’ ingenuo pensare che i servizi segreti nazionali e l’intelligence internazionale abbiano bisogno dei resoconti di stampa per per venire a conoscenza di di certe informazioni”.
Allontanata perché giornalista ‘pericolosa’
“Giornalista pericolosa”, sarebbe stata la motivazione per cui, dopo aver concordato da giorni una presenza fissa per documentare ogni fase della missione, ancora prima della partenza, è stata invece espulsa. “Ho notato quasi una paranoia – racconta – perché le misure erano forse eccessive per il contesto. Mi sembra che ci sia stata una un’ostilità preconcetta nei confronti dei giornalisti e forse nei confronti della linea del mio giornale”. E ancora: “Speravo di poter fare quello che la mia professione comporta: osservare e riferire. Senza addomesticare. Né farsi addomesticare”, scrive.
“Speravo di poter fare il mio mestiere: osservare e riferire”
In un post Del Vecchio ribadisce che la vicenda “è una sconfitta e non solo personale” ma offre anche una riflessione “sul ruolo del giornalismo e dei suoi compiti, sulla percezione della professione. Anche da parte di chi si definisce libertario”. Dopo la denuncia aperta è scattata la solidarietà della Fnsi. “La Flotilla ha sbagliato ad allontanare Del Vecchio”, ha scritto il presidente della Fnsi, “la giornalista ha fatto bene a raccontare questa storia”. Solidarietà anche dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che parla di “un brutto episodio di censura”.