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I post dei collettivi sulla protesta pro Gaza all’università di Pisa

Quei bravi ragazzi...

La protesta pro Gaza dei collettivi diventa una “caccia al sionista”: prof dell’università di Pisa finisce al pronto soccorso

Tra le sigle che hanno condiviso l'iniziativa anche "Cambiare rotta", la stessa della foto di Charlie Kirk al contrario. Ma per la sinistra guai a denunciare la violenza: diranno che è una provocazione della destra

Politica - di Sveva Ferri - 16 Settembre 2025 alle 19:11

Si è trasformata in una caccia al «professore sionista» la manifestazione per Gaza promossa dai collettivi Pro Pal all’Università di Pisa. A farne le spese è stato in particolare un docente di Diritto pubblico comparato del Dipartimento di Scienze Politiche del Polo Piagge, il professor Rino Casella, finito al pronto soccorso per alcune contusioni riportate nel tentativo di fermare l’irruzione e salvare uno studente dal pestaggio. Il professore si è poi recato in questura per  sporgere denuncia.

Il professore: «Preso di mira solo perché non sono Pro Pal»

«Non mi è stato solo impedito di fare lezione, ma sono stato anche aggredito fisicamente, soprattutto perché mi sono preso calci e pugni quando ho cercato di fare da scudo a uno studente picchiato solo per avere tentato di strappare di mano ai manifestanti una bandiera palestinese», ha raccontato il professore, spiegando di essere stato additato come “sionista” «solo perché non sono pro Pal». Casella ha ricevuto una telefonata del ministro dell’Università Anna Maria Bernini, che ha parlato di episodio «intollerabile». Condanna e solidarietà sono stati espressi in modo bipartisan: stavolta anche la sinistra non ha potuto nascondersi dietro la propaganda e ha dovuto prende atto di una violenza innegabile.

Il passo brevissimo dalla protesta pro Gaza alla “caccia al sionista”

Il gruppo, composto da circa quindici persone, ha occupato l’aula al grido di «Palestina libera». Sul profilo Instagram “studentxPalestina” un post della prima mattina di oggi annunciava che «per Gaza, per la Palestina, blocchiamo ogni luogo in cui passa il sostegno ad Israele. Disarmiamo il progetto coloniale, blocchiamo il genocidio!». Uno successivo dà appuntamento per stasera a una manifestazione di piazza, chiamata con il consueto slogan «Blocchiamo tutto». Ma sono i filmati di quanto accaduto oggi al Polo Piagge e postati nelle storie a dare la misura di quanto questi collettivi abbiano perso il senso del limite e, insieme, di quanto siano fondati gli allarmi sul clima di violenza che ha preso piede in Italia e del ruolo che hanno l’estremismo e l’intolleranza di certa sinistra.

I collettivi rivendicano l’azione sui social: c’è anche quello della foto di Charlie Kirk a testa in giù

«Abbiamo occupato la lezione di un professore sionista. Non c’è spazio per sionisti e guerrafondai nelle nostre università», si legge su una storia alla quale fanno da sfondo le immagini degli scalmanati. In un’altra storia, condivisa anche dal collettivo Cua.Pisa, si legge che «durante un giro nel Polo Piagge con studentxPalestina per informare dell’invasione di Gaza City da parte di Israele un professore sionista voleva impedirci di parlare con la forza. E allora questa lezione non si fa! Fuori i sionisti dalle nostre aule!». E, ancora, «adesso con StudentxPalestina_Pisa interrotta la lezione di un docente sionista al Polo Piagge», si legge in un’altra storia ancora, stavolta condivisa da CambiareRotta, lo stesso collettivo della foto di Charlie Kirk a testa in giù con la scritta “-1”.

Ma per la sinistra politica è la destra a soffiare sul fuoco…

Di fronte a quella foto di qualche giorno fa Giorgia Meloni ha deciso di non tacere e denunciarne tutta la gravità. L’altro ieri in un’intervista al Corriere della Sera, Dario Nardella, europarlamentare e notabile del Pd, ha sostenuto che «con quel post contro i movimenti studenteschi Meloni getta la maschera, mostrandosi per ciò che è: una figura divisiva, che usa un artificio retorico vecchio, prendendo l’estremismo di uno per colpire un mondo vasto e complesso». Sono bastate 24 ore per mostrare chi indossi davvero una maschera su questi temi e per costringere il Pd ad aggiustare il tiro. Almeno per una volta.

 

 

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di Sveva Ferri - 16 Settembre 2025