CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Antonella Bundu, candidata dell’estrema sinistra alla presidenza della Regione Toscana

L'ultima ridotta woke

La candidata di “Toscana Rossa” vuole «smantellare la bianchezza». L’uomo bianco eterosessuale non era abbastanza

Per Antonella Bundu, paladina dell'estrema sinistra, si tratta di una «pratica collettiva e urgente», perché «non basta più riconoscere il problema. Bisogna attaccarlo. Smontarlo. Disarticolarlo»

Politica - di Annamaria Gravino - 16 Settembre 2025 alle 16:29

La candidata dell’estrema sinistra alla presidenza della Toscana con la lista “Toscana Rossa”, Antonella Bundu, intervenendo al Meeting Internazionale Antirazzista di Cecina, ha indicato l’obiettivo di «smantellare la bianchezza» come «atto politico» e «pratica collettiva e urgente». Lo ha reso noto a quante più persone possibile pubblicando una sintesi del suo discorso sui propri social, in cui avverte che la «bianchezza» è «privilegio» e che «non basta più riconoscere il problema. Bisogna attaccarlo. Smontarlo. Disarticolarlo». Il proclama è stato ripreso e commentato dalla giornalista Francesca Totolo, la quale ha sottolineato che «l’antirazzismo è la più potente arma della sinistra usata per sottometterci, per fiaccarci e per installarci nella testa falsi sensi di colpa. Il progetto non è quello di decostruire il razzismo, ma di distruggere la nostra civiltà millenaria».

Lo scontro tra Bundu e Totolo

Ne sono nati un acceso botta e risposta social tra le due, la conseguente apertura delle porte dell’inferno dei commenti dell’una e dell’altra tifoseria e una serie di articoli nei quali, sulla scorta di quanto denunciato da Bundu, si parla dell’ondata razzista che l’ha investita dopo il post di Totolo, sostanzialmente indicata come aizzatrice delle peggiori pulsioni della rete.

Chi è Bundu, la candidata di sinistra che vuole «smantellare la bianchezza»

C’è da dire che Totolo è incorsa in uno scivolone che ha prestato il fianco alle accuse: ha indicato Bundu come «sierraleonese con cittadinanza italiana», cosa che non è corretta. Bundu è italiana per nascita, cultura e vissuto: sua madre è italiana, suo padre ha fatto l’università qui e – benché abbia vissuto a lungo in Sierra Leone, dove la famiglia si è trasferita subito dopo la laurea del padre, e poi in altri luoghi – è tornata stabilmente a Firenze nel 1989. Lei stessa si definisce «donna nera, fiorentina e di sinistra».

Una questione tutta politica

Si può quindi escludere che la sua volontà di «smantellare la bianchezza» sia dovuta a una forma di razzismo “al contrario”. Il punto è tutto politico, come hanno sottolineato sia la stessa Bundu, sia Totolo, che nel parlare del «progetto» di smantellamento ha puntato l’indice contro la sinistra, non contro altro.

Dall’«uomo bianco eterosessuale» a tutta la «bianchezza»

Del resto, a certa sinistra italiana e internazionale, da diversi anni a questa parte, non serve avere un genitore di origine africana per sostenere che la causa di tutti i mali del mondo è «l’uomo bianco eterosessuale». Con Bundu e la sinistra di cui in Toscana è capofila – Potere al Popolo, Rifondazione comunista e Possibile – siamo a un passaggio ulteriore: tutta la «bianchezza» è colpevole.

Gli effetti degenerati del pensiero woke

Dove porti questa degenerazione lo abbiamo visto nelle fasi più acute del pensiero woke: dalla cancellazione del Columbus Day negli Usa, poi ripristinato da Trump, all’eliminazione dello studio dei classici, da Omero a Cicerone, dai programmi di alcune prestigiose università.

Quindi, sì, Totolo ha ragione quando dice che in fondo al baratro di certe prese di posizione non c’è la cancellazione del razzismo, ma la cancellazione di una cultura millenaria. Anzi, plurimillenaria, considerando che per i poemi omerici andiamo verso il terzo millennio di vita.

Voler “smantellare” un mondo non è discorso d’odio?

In un momento in cui, sulla scorta dell’omicidio di Charlie Kirk, si parla tanto di discorsi d’odio si può far finta di non vedere quanto ne siano intrise certe affermazioni che vogliono “smantellare” un intero universo, che per inciso ha dato al mondo tra gli altri Leonardo Da Vinci, Alexander Fleming, Omero e – guarda un po’ – anche Karl Marx? Quanto odio bisogna provare per riversarlo su tutto ciò che ha dato forma al nostro mondo, che non è neanche lontanamente solo male?

L’arretratezza dell’estrema sinistra italiana

E quanto bisogna essere fuori dal mondo per non rendersi conto che a livello globale è in atto un ripensamento politico molto profondo di queste derive, nell’ambito del quale sono state registrate eclatanti marce indietro anche da parte di pensatori liberal considerati radicali? Ma questo ci tocca: una sinistra estrema italiana che non perde occasione di dimostrarsi la più retrograda che si possa immaginare. E un’ampia fetta di informazione mainstream che fatica a uscire da certi riflessi pavloviani, non capendo o non volendo capire che ciò che ha sotto gli occhi non è una questione di colore della pelle, ma di scuole di pensiero: da un lato quella di chi vuole “smantellare” ciò che non le piace e dall’altro quella di chi ritiene che questo sia inaccettabile e non ha paura di denunciarlo, pur sapendo che finirà messo all’indice degli impresentabili.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Annamaria Gravino - 16 Settembre 2025