
Inizia il conto alla rovescia
Ilaria Salis trema, si avvicina il voto sull’immunità, il 23 settembre. Lei piagnucola: “Salvatemi”
Lungo post lamentoso su X. L'europarlamentare si appella alla democrazia per ottenere i no alla revoca dell'immunità. Ma i commenti la inchiodano alle sue responsabilità: Non puoi ritenerti al di sopra della legge. "Ci si difende nel processo non dal processo"
Il 23 settembre si avvicina, data fatidica a Bruxelles per Ilaria Salis. La Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri) discuterà e voterà sulla richiesta del regime ungherese di revocare la mia immunità parlamentare. Prima che la decisione finale passi alla seduta plenaria a Strasburgo, probabilmente a ottobre. L’ europarlamentare che h potuto sottrarsi al processo in Ungheri grazie alla “ciambella di Avs, comincia a tremare. Ha affidato a un lungo post su X il suo “pianto” e la sua sviolinata alle regole democratiche. Che – inutile sottolinearlo- per lei sarebbero violate qualora la Commissione si esprimess contro la revoca della sua immunità. Inizia il conto alla rovescia e Ilari Salis verga questo il post lamentoso grondante captatio benevolentiae per i colleghi e pieno zeppo di insulti ad Orbàn e all’Ungheria.
Ilaria Salis, post su X: “Aiutatemi”
“Ribadisco la mia fiducia nei colleghi chiamati a pronunciarsi in Juri sulla relazione del rapporteur incaricato del mio caso: il deputato spagnolo Adrián Vázquez Lázara. Sarebbe estremamente grave e irrazionale se la Commissione Juri e il Parlamento europeo si piegassero alle pulsioni vendicative di Orbán; e di un governo illiberale e anti-europeista. Che, come lo stesso Parlamento ha più volte certificato, ha progressivamente smantellato lo Stato di diritto e le garanzie democratiche in Ungheria”. “Un governo che – aggiunge -, insieme ai propri alleati in Europa e con il sostegno occulto di forze autoritarie anche straniere, mira a estendere questo modello a tutto il continente”.
Il web: “Con la revoca dell’immunità sarebbe il trionfo della giustizia…”
Chiede ai colleghi di salvarla sperando che non cedano alle “pressioni dell’estrema destra sui settori più moderati”. Spera che “prevalgano le forze democratiche. La revoca della mia immunità non significherebbe affatto sottopormi a giustizia – si rigira la frittata-. Ma consegnarmi a un processo-farsa orchestrato dal potere politico di un paese autocratico dai tratti sempre più fascisti e oppressivi; dove a un’oppositrice politica è evidentemente negata ogni possibilità di giusto processo. Sarebbe, al tempo stesso, una grave e allarmante sconfitta per la democrazia europea e una violazione dei diritti fondamentali che devono tutelare ogni cittadino”. I commenti sotto al suo post non gradiscono. Lei va già fatto il suo piantarello a metà giugno. Quando il voto fu rinviato, appunto, a settembre.
Il web risponde su X: “Lei non è al di sopra della legge”
“Non accadrà, ma se accadesse sarebbe il trionfo della giustizia”, scrive un utente. Un altro fa un discorso di regole chiare: “I fatti lei ascritti si riferiscono ad azioni precedenti al suo mandato e non riguardano la sua attuali attività di europarlamentare. Lei non è al di sopra della legge”. Ancora: “Ci si difende nel processo, non dal processo”. C’è poi chi le contesta di non dire la verità. La frase da lei usata: “dove a un’oppositrice politica è evidentemente negata ogni possibilità di giusto processo” è irrealistica: “Guarda che sei tu che hai randellato le persone…”. E sullo stesso tenore c’è chi fa notare a Ilaria Salis la sua pretesa di bypssare la realtà: “Ma tu ti rendi conto che hai fatto in Ungheria? E verrai processata semplicemente per quello. La maggior parte degli italiani attende con ansia il voto. Sperando che tu vada a scontare la pena e impari a vivere”.
Il web rinfaccia a Ilaria Salis: neanche una parola su Kirk
“Ci hai stancato – scrive un altro utente-. C’è un procedimento aperto in Ungheria che è stato aperto quando non era parlamentare. Ha usufruito dell’immunità che Bonelli e Fratoianni hanno sempre contestato. Siete un ammasso di ipocriti”. E poi un fatto grave. C’è chi le ricorda che non ha scritto un post di condanna per l’omicidio di Charlie Kirk; né per gli applausi indegni arrivati dai banchi della sinistra europea a cui lei appartiene. Per cui di fonte all’assenza di humanitas e pietas non resta che augurarle “che i suoi colleghi abbiano lo stesso riguardo!”.
Se è colpevole,come sembra evidente,deve pagare.Tutto il resto sono parole inutili.