
Geopolitica col Gps
Ilaria Salis teme il ritorno in cella, e il portavoce di Orbán le invia le coordinate del carcere per non sbagliare strada…
Ai post di appelli e moniti dell'europarlamentare di Avs in vista del voto sull'immunità, il portavoce di Orbán, Zoltan Kovacs replica causticamente: postando le coordinate del carcere ungherese dove Ilaria Salis era detenuta
Ilaria Salis, fresca di immunità parlamentare – e determinata a portare a casa il risultato con la ciambella dei colleghi chiamati a pronunciarsi in Juri – si dice spaventata ma pronta a lottare contro l’assolutismo. Ma nel frattempo, tra un’accusa e una sferzata al governo ungherese, si ritrova sul radar del portavoce di Viktor Orbán: Zoltan Kovacs.
Voto sull’immunità per Ilaria Salis, conto alla rovescia al via
Il quale, in un caustico riferimento ai futuri sviluppi della questione sulla sua immunità parlamentare – che le ha permesso di uscire da una prigione ungherese, e ora al vaglio del Parlamento europeo – con la precisione di un Gps nelle scorse ore ha puntato il suo mirino su un bersaglio ben preciso: 47.8690° N, 18.8699° E. Ossia, le coordinate del carcere ungherese di Márianosztra. Un messaggio che suggerisce chiaramente che Budapest è più che mai intenzionata a riportare l’ex insegnante ora salita sugli scranni europei a quelle esatte latitudini, da cui l’europarlamentare ha deviato virando per Strasburgo grazie ad Avs e ai suoi elettori.
Il portavoce di Orban risponde al post di Ilaria Salis con le coordinate del carcere
Insomma, con un tempismo raggelante, mentre la Salis su X ricorda di essere uscita «da quel maledetto pozzo ungherese» grazie al voto popolare, sembra che dall’Ungheria non abbiano dimenticato la strada vecchia, lasciata per la nuova. La partita è aperta, e a giudicare dalle coordinate, non si gioca solo a parole. E dalle parole alle date cruciali, stando alla bozza del programma, il passo si fa sempre più concitato e accorcia le distanze. È in agenda per martedì 23 settembre, tra le 10 e le 13, la discussione a porte chiuse sulla revoca dell’immunità all’europarlamentare Ilaria Salis (Avs/The Left) presso la Commissione Affari giudiziari (Juri) del Parlamento europeo.
Il terrore corre sul web
Probabile peraltro che in quel frangente si tenga anche la votazione delle componenti della Commissione rispetto alla loro raccomandazione di approvare o respingere la richiesta di revocare l’immunità. Juri «esprimerà il suo parere e poi, probabilmente il 7 ottobre a Strasburgo, sarà la plenaria a decidere con un voto a maggioranza semplice», scrive Ilaria Salis in un post su X.
Il signor Kovacs, l’ineffabile portavoce di Orbán, non è l’eccezione ma la regola.
Il regime di estrema destra guidato da Viktor Orbán esercita sistematicamente il potere in modo assolutistico, arrogante e vendicativo: l’esatto contrario di uno stato di diritto, fondato sulla… pic.twitter.com/cF80Ux4szj
— Ilaria Salis (@SalisIlaria) September 18, 2025
In calendario martedì prossimo in Juri la discussione sull’immunità
Dunque, il conto alla rovescia è partito e ora l’eurodeputata ammette apertamente – urbi et orbi, dai quotidiani ai social – di avere paura. Perché, diciamocelo, se una paura non è dichiarata pubblicamente, esiste davvero? «Sono giorni difficili. Ho fiducia nei miei colleghi chiamati al voto sull’immunità, ma sì, sono preoccupata. Lo scenario che potrebbe aprirsi è terrificante», ammette l’ex insegnante in un’intervista di oggi a la Repubblica. Se martedì la commissione Affari legali del Parlamento europeo opterà per la revoca dell’immunità, il 7 ottobre si esprimerà l’assemblea plenaria. «Due date decisive per la mia vita, io credo anche per la democrazia», sottolinea la Salis nell’intervista e in un lungo post su X di replica al portavoce ungherese.
Nell’attesa di due giornate “epocali”
Due giornate dirimenti per lei, e epocali per il futuro della democrazia nel vecchio continente a detta dell’esponente di Avs, il cui ticchettio sinistro scandisce i giorni che potrebbero separarla da un privilegio che, ironia della sorte, avrebbe dovuto proteggerla proprio da ciò che ora la tormenta. Così, dalle pagine dei quotidiani e dai feed dei social, la sua voce risuona forte con un’ammissione che sa di epico ammonimento, quanto di tragicomico sgomento allo stesso tempo.
Ilaria Salis tra “brivido democratico” e apocalittici timori
E mentre il 7 ottobre si avvicina, la Salis, un tempo eroina di battaglie ideologiche, si trasforma in un’icona del brivido democratico, sospesa tra le ansie personali e un destino che, a suo dire, deciderà non solo il suo futuro, ma anche quello della democrazia stessa.
La tensione è palpabile: sarà la revoca dell’immunità, con il suo «scenario terrificante», a riportarla nel silenzio delle aule ungheresi? O il voto dei colleghi le regalerà un altro atto di questa incredibile pièce politica? In attesa che la commissione Affari legali emetta il suo verdetto, una cosa è certa: la Salis, maestra nell’arte del dramma mediatico, non ci lascia un attimo di respiro.