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Sinistra nazionale ancora silente sul consigliere Pd di Genova che ha evocato Piazzale Loreto contro FdI

Tutti distratti?

Il Pd odia, Schlein tace: Genova fa improvvisamente perdere la voce alla sinistra

La Lega denuncia come il centrosinistra non sia riuscito a «prendere le distanze in modo netto dalle parole vergognose del consigliere dem Chiarotti», che ha evocato Piazzale Loreto contro la capogruppo di FdI, Bianchi. E si rivolge ai vertici nazionali del campo largo

Politica - di Natalia Delfino - 18 Settembre 2025 alle 13:52

«È trascorsa un’intera giornata, seguita da una nottata, ma i partiti del centrosinistra non hanno ancora trovato il coraggio né la lucidità di compiere l’atto più naturale e doveroso: prendere le distanze in modo chiaro e inequivocabile dalle parole vergognose pronunciate ieri dal consigliere Chiarotti, finite su tutti i media nazionali». A sottolinearlo sono oggi i consiglieri comunali della Lega a Genova, Paola Bordilli e Alessio Bevilacqua, in riferimento al deprecabile episodio che ha visto protagonista il dem Claudio Chiarotti.

Il consigliere Pd, mentre il centrodestra chiedeva di tributare un minuto di silenzio alla memoria di Charlie Kirk, anche come monito contro la violenza politica, si è rivolto alla capogruppo di FdI, Alessandra Bianchi, evocando in Aula Piazzale Loreto: «Vi abbiamo già appeso per i piedi una volta».

La denuncia della Lega: da sinistra reazioni troppo timide

«Il segretario genovese del Pd, D’Angelo, si è limitato a richiamare il “rispetto delle istituzioni” e a ricordare che Chiarotti si è scusato. Troppo poco», hanno sottolineato i consiglieri della Lega, ricordando che «noi avevamo chiesto un atto politico netto: una dissociazione esplicita, “senza se e senza ma”, da parte del Pd genovese».

La necessità di parole nette dal Pd e gli altri su quanto avvenuto a Genova, anche a livello nazionale

«Non è arrivata. Né è arrivato alcun segnale da Avs e Movimento 5 Stelle a livello locale. Per questo – hanno proseguito Bordilli e Bevilacqua – ci rivolgiamo direttamente a Roma, alla segretaria Elly Schlein e a tutti i vertici nazionali del campo largo: le scuse non bastano. Serve una condanna pubblica, chiara e senza ambiguità. E serve pretendere le dimissioni di un consigliere che ha trascinato Genova sulle cronache nazionali in maniera indegna».

La richiesta a Silvia Salis e l’avvertimento sul fatto che non bastano scuse volte a «salvare le apparenze»

«Alla luce di quanto accaduto», gli esponenti del Carroccio genovese hanno quindi auspicato che martedì, in Consiglio comunale, il sindaco Silvia Salis accolga la proposta del centrodestra, dalla Lega a FdI, di inserire nelle linee programmatiche del mandato l’affermazione sul fatto che Genova «è saldamente ancorata ai valori della Costituzione e si riconosce nei principi comuni dell’antifascismo e dell’anticomunismo, così come nella condanna di tutte le forme totalitarie e violente». «Nessuna azione amministrativa può considerarsi neutrale rispetto a questi valori e principi», hanno sottolineato i due consiglieri comunali, chiedendo anche che «l’amministrazione comunale di Genova condanni fermamente, ora e sempre, ogni atto che infanghi la memoria e il ricordo di chi è stato assassinato dall’odio totalitario» con «parole chiare, nette e senza ambiguità». «Questa – hanno concluso – è la differenza tra chi si limita a scusarsi per salvare le apparenze e chi invece difende davvero la memoria, la dignità e i valori democratici».

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di Natalia Delfino - 18 Settembre 2025