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Il calcio “boldriniano” avanza. Manuela Nicolosi : “Chiamatemi arbitra, non accetto la parola al maschile”

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Il calcio “boldriniano” avanza. Manuela Nicolosi : “Chiamatemi arbitra, non accetto la parola al maschile”

Cultura - di Luca Maurelli - 20 Settembre 2025 alle 12:18

Anche il calcio, tra poco, potrebbe chiamarsi “calcia” se giocato da donne. O il pallone, la “pallona”, mentre potrebbe salvarsi la “rete”, già femmina e rischierebbe il maschietto “gol”, pronto a essere anticipato dall’articolo “la, la gol”. Scherzi a parte, Manuela Nicolosi, arbitro italiano riconosciuta a livello mondiale, ieri ha sposato la linea “boldriniana” nella trasformazione dal maschile al femminile delle parole che indicano cariche pubbliche o private. La donna arbitro, commentatrice della serie A a Dazn, in una lunga intervista a Fanpage ha fatto il punto sul campionato appena iniziato, anche con errori arbitrali evidenti.

“Siamo solo alla terza giornata, quindi parlare già di gravi errori arbitrali sarebbe esagerato. Secondo me la novità più importante è la comunicazione, insieme alla Ref-Cam, e la partenza è positiva. Ogni arbitro ha la sua personalità: alcuni spiegano di più, altri meno, e imparare a parlare al pubblico mentre corri e prendi decisioni sotto pressione è difficile. L’ho vissuto personalmente alla Coppa del Mondo femminile in Australia, quindi so quanto sia impegnativo, ma ritengo che sia un passo avanti”.

Manuela Nicolosi, la donna arbitra

Poi, a fine intervista, la domanda su come le piace essere chiamata, arbitro o arbitra? “No, no, arbitra. Non sa quanti uomini mi scrivono per correggermi ma arbitra è il femminile di un sostantivo che ovviamente si ha l’abitudine di dire arbitro perché il 98% degli arbitri sono uomini. Io sono donna e la declinazione femminile è arbitra”.

Da anni l’ex presidente della Camera sostiene che parlare di “il ministro”, “il sindaco” o “il presidente” quando a ricoprire quelle funzioni è una donna, significa oscurarne l’identità di genere. L’uso del femminile, a suo avviso, non è un vezzo, ma un atto di rispetto e di riconoscimento. Le forme che, secondo Boldrini, andrebbero utilizzate sono ormai numerose. Tra le più citate la ministra (e non “il ministro”), la sindaca (e non “il sindaco”), la presidente (in alternativa a “il presidente”), l’avvocata (e non “l’avvocato”), la questora (e non “il questore”), la prefetta (e non “il prefetto”), l’ingegnera (e non “l’ingegnere”), la consigliera (e non “il consigliere”), la rettrice (e non “il rettore”), la magistrata (e non “il magistrato”). Da oggi, grazie a Manuela Nicolosi, entra nel lessico “boldriniano” anche l’arbitra di calcio.

(foto di fantasia creata da Ia sulla base di una immagine di Laura Boldrini, nel riquadro, Manuela Nicolosi)

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di Luca Maurelli - 20 Settembre 2025