
Stupro di gruppo
Grillo jr, Bongiorno: “Sentenza granitica, mi ha commosso il pianto della mia assistita”
“Nonostante le prove fossero poderose, non ci si abitua mai ad attendere una sentenza simile. La mia assistita è scoppiata in lacrime, mi ha commosso. Le prime lacrime di gioia in un percorso in cui è stata crocefissa”. Così l’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Silvia (nome inventato della giovane vittima italo-norvegese), all’uscita del tribunale di Tempio Pausania, dopo la pronuncia della sentenza che ha visto condannati tutti e quattro gli imputati per violenza sessuale di gruppo.
Bongiorno: commossa per le lacrime della mia assistita
Ci sono voluti sei anni e due mesi per arrivare a un primo verdetto sul presunto stupro avvenuto la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nel residence di Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, in Costa Smeralda. Quattro condanne. Otto anni di carcere a Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. E sei anni e mezzo al quarto imputato, Francesco Corsiglia. “In questa terra dove è stata massacrata, non trova la fine della sua sofferenza – ha spiegato Bongiorno – ma trova il significato della sua sofferenza. Ha denunciato e creduto nella possibilità che ci fosse giustizia. Questa è una sentenza granitica, veramente importante, perché significa che quando ci sono delle violenze, non vince lo struzzo ma chi ha il coraggio di denunciare”. Alla lettura del dispositivo non era presente nessuno dei quattro imputati. E neppure ‘Silvia’ anche se avrebbe voluto, ma la sua legale, le ha consigliato di non venire.
I fatti: lo stupro di gruppo in Costa Smeralda e i video
Tutto inizia una sera d’estate quando due amiche, Silvia e Roberta (nomi inventati ndr), una studentessa italo-norvegese e l’altra milanese, entrambe 19enni, vanno in un locale a Porto Cervo. Qui conoscono Ciro Grillo e i suoi tre amici. Un bicchiere di bollicine, un altro ancora, il privé. E l’invito a casa per una spaghettata, nel residence di Grillo junior. Le ragazze accettano. Rimangono fino all’alba. Poi Roberta si addormenta. Silvia, invece, racconterà più di una settimana dopo, di essere stata stuprata dai quattro ragazzi. A turno. I quattro amici della Genova bene negano tutto. E dal primo istante dicono che i rapporti con Silvia fossero consenzienti.
Condannati tutti e quattro gli imputati, il 16 marzo 2022 la prima udienza
Ma non basta. I quattro amici iniziano a scattare foto e video dell’altra ragazza addormentata. Foto a sfondo sessuale. Finiscono tutti alla sbarra per violenza sessuale di gruppo. Il 16 marzo del 2022 c’è la prima udienza. A rappresentare l’accusa, nel piccolo tribunale di Tempio Pausania, nella Gallura, c’è personalmente il procuratore Gregorio Capasso. I ragazzi vengono solo raramente a rendere dichiarazioni spontanee. Il primo luglio di quest’anno Capasso chiede la condanna per tutti gli imputati. Nove anni di reclusione con le attenuanti generiche e con le conseguenze accessorie. “Non è stato un processo facile, ci siamo impegnati senza farci travolgere dalle emozioni. Tutti questi ragazzi e ragazze sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro per la quale hanno sofferto e stanno soffrendo”, dice il procuratore.
Gli imputati giudicati inattendibili, la ragazza non ha mai cambiato versione
Per i giudici gli imputati sono stati “inattendibili”, “hanno adattato la loro versione a seconda delle indagini”, “la ragazza invece ha sempre ripetuto le stesse cose senza mai cambiare le sue dichiarazioni”. È questa per il procuratore Gregorio Capasso “la vera chiave di lettura” del processo per violenza sessuale di gruppo sulle due giovani donne. L’avvocato Enrico Grillo, che difende Ciro Grillo, si dice “molto deluso” dalla sentenza di condanna. “Ribadiamo il fatto che siamo convinti della nostra innocenza. Proseguiremo nei gradi di giudizio successivi, aspettiamo i motivi della sentenza e ovviamente proporremo appello”