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Galeazzo Bignami: “Mio padre gambizzato, non ero ancora nato. Senza argini la violenza politica tornerà a fare male”

Intervista esclusiva

Galeazzo Bignami: “Mio padre gambizzato, non ero ancora nato. Senza argini la violenza politica tornerà a fare male”

Politica - di Elsa Corsini - 23 Settembre 2025 alle 14:04

Una vicenda personale da molti sconosciuta che fotografa senza retorica il clima e la violenza sistematica degli anni ’70. Ospite a Quarta Repubblica, Galeazzo Bignami racconta l’attentato al padre Marcello, insegnante, ferito da 5 colpi di pistola sotto casa per mano dei Nuclei Armati proletari. Era l’8 marzo 1974, il futuro capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera nascerà un anno e mezzo dopo.

Galeazzo Bignami: mio padre gambizzato per le sue idee

In studio Nicola Porro manda la foto dell’epoca pubblicata dal Corriere della Sera e il racconto della mamma di Galezzo Bignami. “Era sera, aspettavo che mio marito tornasse a casa dal lavoro, ho sentito dei colpi di pistola, temevo per l’impegno politico di Marcello, ho aperto la porta e l’ho trovato ferito”. Gli scaricarono dieci colpi di pistola, per ucciderlo, cinque purtroppo arrivarono a segno. Si salvò per miracolo.

“Non amava raccontare quei fatti per proteggere noi figli”

Mio padre – dice in studio il deputato di FdI –  non amava raccontare questi fatti, forse per tenere immuni me, mio fratello, mia sorella. Ma era impossibile…”. Ma c’è dell’altro, fuori dall’ospedale i sindacalisti della Cgil organizzarono dei picchetti per impedire agli infermieri di prestare le cure necessarie al padre. Molti anni dopo, rintracciato il nome del sindacalista, Galeazzo Bignami lo chiamò per capire. Disse che non si ricordava nulla, poi aggiunge sottovoce “Eravamo ragazzi, facevamo tante cazzate…”.

I responsabili non vennero mai trovati

Inutile dire che, come in tanti altri casi in quella stagione di piombo, i responsabili non vennero mai trovati. “È una ferita sempre aperta”, continua Bignami ricordando il clima di quegli anni, il “gioco” fatto con il fratello a prendere stracci bagnati da ficcare sotto l’uscio della porta. “Ci divertivamo a girare per casa con gli stracci, solo dopo ho scoperto che era per evitare che la benzina di possibili attentati entrasse in casa”.

La militanza al liceo, bullizzato e dileggiato

Poi la militanza giovanile al liceo. Per tutti era il ‘figlio del fascista’, dileggiato, bullizzato da studenti è professori. Quando comunicò  l’intenzione di cambiare liceo, sulle prime il padre pensò che fosse una scelta dovuta alla matematica. “Te lo avevo detto che non fa per te, non dovevi fare lo scientifico”, poi quando seppe i motivi rispose “allora resti, se pieghi la testa una volta la pieghi per sempre”. Oggi il capogruppo di FdI a Montecitorio lo ringrazia per quell’insegnamento prezioso.

Gli episodi di pestaggi, le cicatrici sulla fronte

Tanti gli episodi di pestaggi, anche recenti. Il più violento all’università nell’89. “Tengo i capelli lunghi sulla fronte per coprire le cicatrici”. Violenza ceca. Ma la violenza non ha colore, “è democratica – aggiunge Bignami – come la stupidità”. Inevitabile, in queste ore di scontri di piazza, di guerriglia urbana, di escalation di violenze verbali e di insulti, la domanda sul rischio che quella stagione buia dell’Italia possa ritornare.

Io non credo che la violenza suoni la campanella

” Io non credo che la violenza suoni la campanella, se oggi mi chiedessero che cosa vedi… io vedo come un’onda all’orizzonte. Quando arriva sulla spiaggia non sai che portata arriva. Se noi non mettiamo delle dighe, degli argini… magari quell’onda non arriva eh, ma se arriva senza diga e senza argini tornerà a far male”.

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di Elsa Corsini - 23 Settembre 2025