
Le amnesie dell'ex ministro
Franceschini ha nostalgia del “buongoverno” giallorosso. Ma chi rimpiange i banchi a rotelle, il superbonus e lo svuotacarceri?
Una delle stagioni più sfortunate della storia recente eppure c’è chi ne ha un’incontenibile e malcelata nostalgia. Lui è Dario Franceschini che, archiviata la ricetta masochista del “marciare separati per colpire uniti”, non trova nulla di meglio che augurare la riedizione del governo giallorosso. Contraccambiato, ça va san dire, da Giuseppe Conte con il quale ha amorevolmente cinguettato alla festa dell’Unità di Reggio Emilia. Senatore dem, il ministro della Cultura più longevo della storia, dipinto come gran manovratore dietro le quinte del Nazareno, è pronto a svoltare a sinistra. “Per 30 anni destra e sinistra hanno pensato che servissero personalità di centro per vincere le elezioni. Ma il mondo è cambiato. Più che candidato di centro serve una personalità forte, alternativa alla destra”. Il leader 5 Stelle, applaudito all’ingresso della festa del Pd, è in perfetta sintonia con l’amico Dario. “Coi governi tecnici abbiamo dato”, dice Conte. “Anche noi”, chiosa Franceschini. Anche alla festa del Fatto Quotidiano al circo Massimo a Roma c’è aria di intesa ritrovata, almeno per le regionali.
Franceschini rimpiange il buongoverno giallorosso…
La nuova coabitazione Pd-5Stelle fa sperare a Elly Schlein di avere qualche chance. “Vi batteremo” urla all’indirizzo della premier Meloni. Ma gli italiani ricordano bene le catastrofi del governo giallorosso guidato dall’ex avvocato del popolo. Correva l’anno 2019 quando, dopo l’uscita dal primo governo Conte di Matteo Salvini, a settembre nasceva l’esecutivo-papocchio con il Pd che abbandona con baldanza il lodo “con i 5Stelle mai” ed entra a Palazzo Chigi. Inciucio indigeribile ma inevitabile per scongiurare le elezioni anticipate che avrebbero segnato la vittoria schiacciante del centrodestra, che si è puntualmente verificata tre anni dopo. La lista degli errori-orrori del Conte 2 è lunga. Tra le chicche intramontabili i banchi a rotelle dell’allora ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (costati 150 euro l’uno e praticamente mai utilizzati) per riaprire le scuole in sicurezza dopo il lockdown. Uno spreco colossale di 119 milioni di euro, finiti sul tavolo della Corte dei conti. Nessun rimpianto.
Banchi a rotelle e superbonus: sprechi colossali
E che dire del superbonus? Un’altra ideona dell’esecutivo Pd-5Stelle che Franceschini vorrebbe resuscitare. All’Economica sedeva Roberto Gualtieri (che da sindaco di Roma non ha acquistato punti) e il provvedimento, ancora oggi difeso dall’ex premier grillino, si rivelò un delirio con milioni di euro sprecati per l’erario. Sommando i 72 miliardi di superbonus, i 19 per il bonus facciate e gli altri 28,9 dei restanti incentivi, si arriva a circa 120 miliardi, che equivale a due milioni di euro a cittadino. Nessun rimpianto. Impossibile tacere della drammatica gestione dell’emergenza covid da parte del ministro alla Salute Roberto Speranza, documentata da scivoloni e scandali.
Lo svuotacarceri e le gaffe del ministro Bonafede
Qualcuno rimpiange, invece, le performance dell’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede? Anche lui fu un discreto disastro, campione di gaffe e poco più. Nel dicembre 2019, ospite di Porta a Porta, parlando della riforma della prescrizione, disse che un reato diventa colposo quando non si riesce a dimostrare il dolo. Un errore madornale al quale Bonafede cercò di riparare su Facebook peggiorando le cose. Dichiarazioni che gli valsero la richiesta di dimissioni del consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo. Un altro scivolone a Otto e mezzo quando disse che “gli innocenti non finiscono in carcere”. Feroci polemiche. Ma è con lo “svuotacarceri” che il Guardasigilli grillino diede il meglio di sé inserendolo nel decreto “Cura Italia”. Nostalgia? No grazie