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Flotilla perde pezzi ma non si ferma. Crosetto: “Rischi enormi”. E arriva l’incredibile appello del vescovo: “Andate avanti”

La missione inutile

Flotilla perde pezzi ma non si ferma. Crosetto: “Rischi enormi”. E arriva l’incredibile appello del vescovo: “Andate avanti”

Cronaca - di Robert Perdicchi - 28 Settembre 2025 - AGGIORNATO ALLE 18:55

“I fratelli e le sorelle della Flotilla sono operatori di pace e devono sentirsi sorretti non soli o abbandonati, come se stessero combattendo una battaglia persa. Devono sapere, invece, che la Chiesa è vicina: vi vuole bene, vi stima, vi apprezza”, dice in una intervista a La Repubblica, l’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, che il 30 agosto aveva fatto benedire le prime barche partite dal porto. “Io mi sento diviso – ha sottolineato -, è faticoso decidere cosa fare. E mi chiedo: qual e’ la cosa piu’ utile per la gente a Gaza? Ma nel mio cuore io direi: andiamo avanti. Perché è importante dare un segno…”.

L’incredibile appello a rischiare la pelle per una missione del tutto inutile, in queste condizioni, arriva mentre la Global Sumud Flotilla si avvicina sempre di più alle acque della Striscia di Gaza. C’è il rischio che possa scapparci il morto, la prosecuzione della missione è ad alto rischio, ha detto anche oggi il ministro Crosetto ai naviganti, almeno a quelli italiani. “Se forza il blocco navale si espone a pericoli non gestibili” ha detto il ministro riferendo di aver consigliato di “evitare azioni che mettano a rischio vite, in primis attivisti italiani“. “Oggi pomeriggio, alle 15.15, ho incontrato, presso il comando della compagnia dei carabinieri Roma-San Pietro, la portavoce della Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia, e le altre esponenti del movimento Simona Moscarelli e Giorgina Levi. Ho ribadito loro tutte le mie preoccupazioni, ma anche l’importanza del dialogo e la necessità di evitare azioni che possano mettere a rischio qualunque vita, in primis degli attivisti italiani”.

Niente fa fare, Flotilla va avanti, ma intanto, si registrano i primi forfeit, come quello del fotoreporter Niccolò Celesti che aveva viaggiato a bordo delle imbarcazioni.

Flotilla, iniziano i primi sbarchi di chi non se la sente

“Non dovevamo entrare nelle acque territoriali di Gaza. Dovevamo solo smuovere le coscienze del mondo attraverso questa sorta di azione provocatoria e restare in acque internazionali”. Una divergenza di vedute, quella di Celesti e di tanti altri con il comitato organizzatore, che ha causato l’abbandono della Global Sumud Flotilla da parte di numerose persone. “Sono a Creta, tornerò in Italia. Prima di scendere dall’imbarcazione Family ho reso chiare le mie intenzioni. Non ero più allineato alle idee degli organizzatori. Vorrei essere ancora a bordo, è stato come abbandonare una montagna a pochi passi dalla vetta», ha raccontato al Corriere della Sera. Secondo il fotoreporter, infatti, «la linea rossa era ed è quella di non entrare nelle acque israeliane e nelle acque controllate da Israele, perché in quella zona la legge internazionale non funziona. Significa mettersi nelle mani di un esercito che sta compiendo un genocidio”.

Ha mollato anche Ivan Grozny Compasso, giornalista padovano salpato con la flotta e intervenuto venerdì sera a Propaganda Live. La Luna Bark, la barca su cui stava solcando il Mediterraneo, ha riportato danni seri: «Ci sono stati sabotaggi che hanno compromesso la sicurezza. Molti li abbiamo taciuti per non diffondere paura, ma se un’imbarcazione non è più in grado di navigare, proseguire significherebbe mettere a rischio la vita delle persone».

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di Robert Perdicchi - 28 Settembre 2025