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Esposto in procura contro Israele per “sequestro di persona”: lo firma un attivista della Flotilla (assistito dal legale di Cospito)

Per il fermo di luglio

Esposto in procura contro Israele per “sequestro di persona”: lo firma un attivista della Flotilla (assistito dal legale di Cospito)

Cronaca - di Luigi Albano - 24 Settembre 2025 alle 17:30

L’attivista Antonino La Piccirella ha presentato una denuncia in Procura di Roma in relazione al fermo subito il 26 luglio scorso da parte di militari israeliani assieme ad altri componenti dell’equipaggio della nave Handala della Freedom Flotilla.

Nell’incartamento messo a disposizione dei pm dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, storico legale degli attivisti di estrema sinistra, incluso l’anarchico detenuto al 41 bis Alfredo Cospito, si denuncia in particolare come “Israele non avesse alcun diritto di interferire con la navigazione dell’Handala in acque internazionali” ravvisando l’ipotesi del sequestro di persona aggravato. Nel documento si ricostruisce quanto avvenuto a luglio.

Chi è Tony La Piccirella, l’attivista che citato Israele in giudizio

“Verso le ore 18 del pomeriggio del giorno 26 luglio due imbarcazioni senza segnale hanno iniziato a seguire la motonave Handala – si legge – mentre un drone ha iniziato a seguire il natante a pochi metri dalla coperta per un’ora circa. Pertanto, l’equipaggio ha deviato verso le acque territoriali egiziane lanciando al contempo un sos per il sospetto che le imbarcazioni fossero effettivamente di provenienza militare israeliana, così come il drone stesso”.

Quando la motonave ha virato verso le coste egiziane, prosegue il racconto dell’attivista nell’esposto, “e dunque si trovava ancora in acque internazionali, a 25 miglia dalle coste egiziane e a circa 40 miglia dalle coste di Gaza, l’imbarcazione è stata assaltata da unità della marina militare israeliana le quali hanno sequestrato il battello e tratto in arresto tutte le persone che si trovavano a bordo”.

Una volta giunti a destinazione, racconta Tony La Piccirella, lui e gli altri attivisti sarebbero stati detenuti in una struttura portuale sotto sorveglianza armata, perquisiti nuovamente e privati di beni personali mai più restituiti. Successivamente, i 16 componenti dell’equipaggio sarebbero stati trasferiti in un centro di espulsione privo di condizioni igieniche adeguate, dove La Piccirella sarebbe stato rinchiuso in una cella senza acqua, filmato costantemente ogni qual volta chiedeva di bere.

“Danni all’udito dopo il blitz israeliano”

Tony La Piccirella che si trova a bordo della nave Family, coordinatrice della Global Sumud Flotilla che sta portando aiuti umanitari a Gaza, ha parlato con l’Ansa anche degli attacchi più recenti, subiti la scorsa notte.

“Alcuni di noi hanno riportato danni all’udito, non gravi, per le esplosioni. Due imbarcazioni hanno riportato danni alle vele che però stiamo assestando, e tutti sono in grado di continuare la navigazione. A parte questo stiamo tutti bene. Ovviamente fa parte di una strategia intimidatoria, una guerra psicologica. Può essere che continueranno nei prossimi giorni. A noi mancano cinque giorni di navigazione più o meno”.

“Da mezzanotte e mezza fino alle tre e mezza / quattro – sostiene – ci sono stati attacchi da parte di due droni che si erano avvicinati all’Alma che era in coda alla flotta. Poi sono spariti, hanno spento le luci di segnalazione e si sono messi a lanciare questi ordigni, che erano appesi a delle specie di corde: l’obiettivo sembravano le imbarcazioni con la vela aperta. Ci sono state dalle 11 alle 13 esplosioni”.

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di Luigi Albano - 24 Settembre 2025