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Dove c’è sinistra, c’è odio: la licenza della “superiorità morale” genera mostruosità

Il ballo dell'ipocrisia

Dove c’è sinistra, c’è odio: la licenza della “superiorità morale” genera mostruosità

A sinistra tutto è consentito, perché c’è una linea netta, nettissima, che separa i buoni dai cattivi. La disegnano loro, coi gessetti arcobaleno...

Politica - di Dalila Di Dio - 28 Settembre 2025 alle 07:00

«Quanto a noi, quanto a voi, solo una ignoranza colpevole può indicare in questa parte non del Parlamento, del Paese, il terreno di coltura della violenza politica. Solo il cinismo può calpestare la storia evocando il clima brigatista che abbiamo combattuto…Non si è squadristi solo col manganello in mano, lo si è nell’uso delle parole, usate come badili…Un tempo c’è stato chi voleva trasformare quest’aula in un bivacco per i suoi manipoli ma la democrazia ha prevalso. Andate dove vi portano la natura e il cuore. Noi resteremo qui, e qui ci troverete, sempre»: così parlò Gianni Cuperlo, in occasione della commemorazione del compianto (non da tutti) Charlie Kirk alla Camera dei Deputati, rivendicando la superiorità morale ed intellettuale della sinistra. Per farlo, l’unto del Partito Democratico ha, nell’ordine, diffamato un uomo ucciso a sangue freddo, mettendogli in bocca frasi mai pronunciate, dato dei cinici e degli ignoranti agli avversari politici, apostrofato come squadristi i giornalisti de La Verità e associato la maggioranza a un manipolo di fascisti. Tutto in un minuto e mezzo. Un vero talento.

A parte questo, non c’è traccia di odio a sinistra…

Non c’è traccia di odio nelle continue accuse di fascismo rivolte al Governo sin dal primo vagito, tre anni fa, o in frasi come “Giorgia Meloni ha le mani sporche di sangue”, pronunciate quotidianamente urbi et orbi dalle opposizioni. Non c’è odio nelle manifestazioni in cui si danno alle fiamme foto dei membri dell’esecutivo o si evoca «Piazzale Loreto» per il nemico politico. Non c’è odio nei consigli comunali in cui si ammoniscono i rappresentanti di destra con frasi come «vi abbiamo già appesi per i piedi una volta». Non c’è odio nella violenza contro le Forze dell’Ordine (260 feriti solo nel 2024, 76 solo lunedì, durante i cortei Pro Pal). Non c’è odio nelle vetrine spaccate, nelle stazioni assaltate, nei cassonetti incendiati. Non c’è odio nelle copertine dei libri messe a testa in giù o negli autori banditi dalle librerie perché “sgraditi”. Non c’è odio nel continuo bollare più della metà del Paese come una massa di ignoranti incapaci di comprendere la realtà, o nel dare del violento a qualcuno solo perché pensa che i sessi siano due. Non c’è odio nei “presidi” con cui si impedisce di parlare nelle Università a chi la pensa diversamente, fosse anche il Papa, non importa. Chi può parlare lo decidono i collettivi di sinistra, ma con amore, beninteso! Non c’è odio, infine, nelle vomitevoli parole rivolte a una bambina di 9 anni, colpevole solo di essere figlia di una donna sgradita a lor signori e neppure nelle carceri assediate perché lo Stato si è permesso di arrestare un paio di “manifestanti per la pace” che l’hanno fatta troppo grossa.

Sparute minoranze, dicono. Agitatori, ripetono. Eppure nessuno prende veramente le distanze. In quelle piazze di violenti e facinorosi la sinistra, sia essa quella estrema o quella Schleiniana, raccoglie voti, macina consenso. E per non urtare la sensibilità di chi si è impadronito delle piazze rendendole, puntualmente, teatri di guerriglia, le tiepide prese di distanza si riducono a frasi di circostanza pronunciate sottovoce. La stessa voce che, però, si alza potente e vigorosa contro le Forze dell’ordine e il governo: manganellatori, dittatori che opprimono il dissenso, picchiatori di ragazzini. Il mondo alla rovescia. Ma possiamo comprenderlo: a sinistra i violenti sono coccolati perché servono a sostenere la narrazione di un Paese in rivolta – sociale, direbbe l’agitatore capo Maurizio Landini – contro il Governo.

D’altronde, ovunque ci sia un nemico dell’Italia, troverete qualcuno di sinistra.

Li trovate a visitare Alfredo Cospito, condannato per strage, li trovate in Europa a promuovere procedure d’infrazione contro l’Italia, li trovate in giro per il mondo a raccontare che la Nazione è sotto il controllo un pericoloso regime, li trovate sulle barchette della benemerita Flotilla che non lascia il porto se c’è troppo vento ma poi pretende la protezione del Governo mentre tenta di scatenare un disastro diplomatico senza precedenti.

Il mantra dei “non odiatori” è uno: si faccia ciò che è necessario per ricacciarli nelle fogne. Compreso sparargli addosso, perché in fondo sono fascisti e uccidere un fascista, nella versione 2.0, è reato sì ma un reato minore. Poffarbacco, non penseranno mica che la loro vita valga quanto quella di Martin Luther King! Con rispetto parlando, chiaramente. Condanniamo la violenza però se la sono meritata, ecco.

A sinistra tutto è consentito, perché c’è una linea netta, nettissima, che separa i buoni dai cattivi. La disegnano loro, coi gessetti arcobaleno. Per dirla alla Cuperlo, noi, i dotti e illuminati, qui a presidiare le istituzioni democratiche, voi povere bestie “dove vi portano la natura e il cuore”.

Prego, dividersi: a sinistra i custodi del bene, della morale, della cultura e dell’intelletto; a destra i cinici squadristi ignoranti e belligeranti, pericolosi nemici della democrazia. Ai primi il dovere di difendere la Repubblica dagli usurpatori con ogni mezzo. La calunnia, le inchieste ad orologeria, la rivolta sociale organizzata a tavolino, un colpo di fucile seguito da risatine e cordoglio di circostanza. Insomma, se non puoi batterli, abbattili. Ma con amore, s’intende.

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di Dalila Di Dio - 28 Settembre 2025