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Di Cesare candidata da Avs, il “disgusto” (da sinistra) del figlio dell’economista Tarantelli ucciso dalle Br

Il voto in Calabria

Di Cesare candidata da Avs, il “disgusto” (da sinistra) del figlio dell’economista Tarantelli ucciso dalle Br

Politica - di Robert Perdicchi - 5 Settembre 2025 alle 14:01

Parole durissime, quelle di Luca Tarantelli, figlio di Ezio, il docente universitario ucciso a Roma dalle Brigate Rosse nel 1985. “Disgusto”, è la parola più amara che esce dalla sua bocca, per commentare – intervistato dal “Foglio” – la candidatura della professoressa Donatella Di Cesare, tristemente nota per un post sui social in cui manifestava il proprio dispiacere per la morte della brigatista Barbara Balzerani. E anche una “coincidenza di ideali” con chi, con le armi, ha fatto stragi di innocenti. La bufera sulla Di Cesare, candidata in Calabria a sostegno dell’aspirante presidente grillino Pasquale Tridico, si arricchisce del capitolo-Tarantelli.

Di Cesare disgusta il figlio di Ezio Tarantelli

“Ideali? Non sono ideali, è finta politica travestita da finti ideali. E poi basta conoscere la storia e leggere i loro scritti per sapere che per i brigatisti i fini rivoluzionari e i mezzi violenti erano inscindibili”. Da uomo di sinistra, Luca Tarantelli è sconvolto: “Da da elettore di centrosinistra sono sconcertato e disgustato. Mi aspetto che le candidature siano in linea con i valori democratici e della civiltà occidentale”, commenta, censurando la capolista di Avs alle regionali in Calabria.

“La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”, recitava il post della Di Cesare poi cancellato. Balzerani era la capa della colonna romana delle Brigate Rosse che il 27 marzo 1985 uccise il padre di Luca, Ezio Tarantelli, economista vicino alla Cisl. “Questo suo tentativo di nobilitare la lotta armata è inaccettabile prima di tutto come prospettiva intellettuale. Ma vedere che ora viene addirittura candidata dalla sinistra mi produce disgusto”.

L’omicidio a sangue freddo del professore romano

Il 27 marzo 1985 il terrorismo colpì Ezio Tarantelli, economista di 43 anni, docente di Politica economica all’Università “La Sapienza” di Roma, assassinato da un commando delle Brigate Rosse nel parcheggio dell’ateneo. Tarantelli era noto per il suo impegno sui temi della politica dei redditi e per la proposta di “patti sociali” fra governo, sindacati e imprese, volti a contenere l’inflazione e favorire lo sviluppo economico. Una visione riformista che cercava di conciliare equità sociale e stabilità macroeconomica, in anni in cui il Paese era attraversato da forti tensioni economiche e sociali.

Quel giorno, dopo aver tenuto una lezione universitaria, Tarantelli stava per salire in auto quando fu raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco sparati a bruciapelo. Le Brigate Rosse rivendicarono l’attentato, definendo il docente un “nemico della classe operaia” per le sue teorie di concertazione salariale. L’assassinio suscitò sdegno unanime e segnò uno dei momenti più bui della lotta armata in Italia, avvenuto proprio mentre il terrorismo brigatista era già in declino. La figura di Tarantelli rimase come simbolo di un riformismo coraggioso, capace di proporre soluzioni innovative al di fuori delle contrapposizioni ideologiche. Per quel delitto furono condannati Mario Moretti, già storico dirigente delle BR, Bruno Seghetti, membro della direzione strategica delle BR, e Barbara Balzerani, figura di spicco della colonna romana, omaggiata nel post dalla Di Cesare.

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di Robert Perdicchi - 5 Settembre 2025