
Baffino impressionato
D’Alema torna da Pechino con una “diagnosi” su Putin: «Molto affaticato: sembrava Berlusconi dell’ultimo periodo»
Massimo D’Alema non perde occasione per sorprendere. Dopo aver sfilato compiaciuto accanto ai gerarchi dei regimi, dal dittatore nordcoreano Kim Jong-un al bielorusso Aleksandr Lukashenko, eccolo raccontare le proprie impressioni sul presidente russo Vladimir Putin. «Sono rimasto impressionato dalle condizioni di Putin», avrebbe confidato ad alcuni amici, descrivendolo “molto affaticato” e addirittura sorretto da due persone. Un’osservazione che si inserisce nel lungo elenco di ipotesi ricorrenti, mai confermate, sullo stato di salute dello zar.
Dalla corte di Xi a dottore dello zar
Non è la prima volta che emergono congetture sulle condizioni di Putin. Da anni il Cremlino respinge come pure fantasie le voci su tumori, Parkinson o altre malattie esotiche. Eppure la curiosità resta alta: tanto i servizi occidentali quanto l’opinione pubblica si interrogano ciclicamente sulla sua reale forma fisica. Questa volta, a dar fiato alle ipotesi, è stato però un ex premier italiano targato Pd appena rientrato da un pellegrinaggio a corte di Xi Jinping, dove aveva celebrato l’“eroico popolo cinese” come protagonista della sconfitta del nazifascismo.
In patria le fotografie di D’Alema a Pechino avevano già suscitato ironie e polemiche: la passerella accanto al parterre degli autocrati, accompagnata da dichiarazioni cariche di retorica datata e dalla consueta liturgia pacifista intonata davanti ai carri armati del regime. Ma il colpo di scena è arrivato al ritorno. L’ex premier avrebbe confidato a colleghi dei salotti romani, come riportato dal Corriere della Sera, di aver visto Putin visibilmente affaticato e sorretto da due uomini.
Tra osservazioni e sospetti
Che Putin protegga con ossessione la propria privacy è risaputo: bagni portatili sempre al seguito, guardie incaricate di raccogliere persino le scorie biologiche, nessuna traccia lasciata in giro. Un atteggiamento che alimenta ancora di più i sospetti. In questo contesto, anche un dettaglio raccolto da D’Alema finisce per rientrare nel mosaico delle ipotesi, pur senza valore di prova.
Così il “mistero sulla salute di Putin” torna in scena, sospeso tra indiscrezioni, smentite ufficiali e testimonianze curiose. A rendere più pittoresca la vicenda, il paragone finale di D’Alema: il leader russo gli avrebbe ricordato il Cavaliere. «Sembrava di vedere Silvio Berlusconi nell’ultimo periodo».
Il giallo sulla salute di Putin resta senza soluzione
C’è chi lavora davvero incrociando dati, segnali e fonti per capire le mosse dell’élite russa. E c’è chi, come D’Alema, rientrato dall’ennesimo viaggio, riporta impressioni che si collocano a metà tra cronaca e aneddoto. La scena resta ambigua: più simile a un siparietto che a un’analisi seria, ma non del tutto priva di spunti per alimentare domande che restano aperte. Intanto il mondo reale — quello delle alleanze, delle guerre e dei rapporti di forza — prosegue senza di lui.