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Caso Almasri, la Giunta respinge il processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano. Sinistra in lutto

"Tutelata la sicurezza"

Caso Almasri, la Giunta respinge il processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano. Sinistra in lutto

Politica - di Federica Argento - 30 Settembre 2025 alle 19:10

Riconosciuta la tutela dell’interesse nazionale. Con 13 sì e 6 no la Giunta per le autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di procedere nei confronti dei ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano nell’ambito della vicenda Almasri. Il voto in Aula è fissato per il 9 ottobre. L’organismo parlamentare ha bocciato la relazione del piddino Federico Gianassi. Altra brutta giornata per le opposizioni che stanno esternando e strepitando.

“Sono sempre soddisfatto delle decisioni che si prendono in democrazia”, ha affermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, arrivando a Palazzo San Macuto per un convegno. Le votazioni sono state tre, per ciascuno dei membri del governo. Sulla richiesta di autorizzazione a procedere è in programma, il prossimo 9 ottobre, il voto da parte dell’Aula di Montecitorio. Il nuovo relatore che riferirà in Aula sarà Pietro Pittalis (Fi). Il tribunale dei ministri si era espresso ad agosto. Per Meloni l’accusa in concorso con il ministro degli Interni era caduta, con l’archiviazione perché la premier non ebbe un ruolo attivo nelle vicenda. Mentre erano rimaste in piedi le accuse per il ministro della Giustizia e il sottosegretario con delega ai servizi segreti: favoreggiamento personale e peculato per aver messo un aereo di Stato a disposizione del rimpatrio del torturatore libico, inseguito da un mandato di cattura della Corte penale internazionale.

Reati ipotizzati sulla denuncia dell’avvocato Ligotti dal procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi. Che aveva inviato come da procedura gli atti al collegio dei tre giudici sorteggiati per giudicare reati ministeriali. I ministri hanno poi presentato una durissima memoria difensiva alla Giunta per le autorizzazioni della Camera che oggi si è espressa. I tre componenti del governo hanno agito – sostenevano in quel documento-  «per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante»; e «il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di governo»: cioè i requisiti previsti dalla legge perché il Parlamento fermi il processo. L’interesse da tutelare era la sicurezza degli italiani in Libia, minacciata dalle rappresaglie delle autorità di Tripoli.

“Bene la Giunta per le autorizzazioni della Camera”, dice Dario Iaia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Giunta per le autorizzazioni della Camera. “Nel caso di specie, e evidente come i membri del governo abbiano agito esclusivamente per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante e il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio delle proprie funzioni. Si tratta di un ‘caso di scuola’ nel quale l’interesse e la sicurezza nazionale hanno avuto la precedenza rispetto a qualunque altro aspetto”. Le opposizioni sono in tilt. A Deborah Serracchiani saltano i nervi: “Il Governo deve dare spiegazioni con urgenza: gli italiani e gli interessi nazionali in Libia sono ancora tutelati? È una domanda più che lecita, dal momento che Nordio, Piantedosi e Mantovano, per salvarsi e scappare dalla giustizia, hanno affermato di aver agito per garantire la sicurezza dei nostri connazionali in Libia. A questo punto, cosa sta accadendo davvero e chi li sta garantendo? Palazzo Chigi chiarisca”, strilla. Mastica amaro.

Le fa eco il dem Gianassi, la cui relazione è stata bocciata e non gli va giù. “La maggioranza vuole giudicarsi da sola”. Poi ringhia: “Il governo è sotto ricatto di una milizia libica”. Secondo cui il voto è “un chiaro salvacondotto dal processo penale per i ministri e per garantire l’impunità”. Non poteva mancare Riccardo Magi di +Europa: “Vedremo ora in Aula, ma l’esito è già scritto. Resta il fatto che questa destra si dimostra garantista con i suoi ministri e persino con criminali ricercati dalla Corte Penale internazionale, ma è giustizialista con tutti gli altri”. Da Avs tuona Luana Zanella: “E’ un voto scontato con cui la destra blinda i suoi esponenti alzando il muro dell’impunità”.

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di Federica Argento - 30 Settembre 2025