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Caivano non si molla, il ministro PIantedosi avvisa i clan: “Rassegnatevi, ora ci siamo noi”. Saviano tace su don Patriciello

La sfida della camorra

Caivano non si molla, il ministro PIantedosi avvisa i clan: “Rassegnatevi, ora ci siamo noi”. Saviano tace su don Patriciello

Cronaca - di Monica Pucci - 29 Settembre 2025 alle 12:12

R0berto Saviano, il paladino della lotta ai clan, ancora tace e forse tacerà per tutta la giornata sul proiettile recapitato a don Maurizio Patriciello da un “emissario” dei clan, tale Vincenzo De Luca, nei giorni successivi a due “stese” avvenute a Caivano nei giorni scorsi. Ma del resto, all’autore di “Gomorra” don Patriciello non è mai stato simpatico, non perché non lotti la camorra ma in quanto troppo vicino alla Meloni.

Di sicuro, dopo la denuncia del parroco di trincea, il governo ha fatto fronte compatto sulla Caivano “bonificata” da tre anni di interventi da Roma. “La ‘stesa’ e l’episodio minatorio a don Patriciello sono il chiaro segnale che la criminalità locale sente di aver perso terreno per il morso dello Stato”, dice in una intervista al Mattino e al Messaggero il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Questo rigurgito di violenza in pieno stile camorrista va letto proprio come la reazione disperata, rozza e scomposta di un potere malavitoso che sente la crescente pressione dello Stato. Non solo gli affiliati alla criminalità organizzata ma anche quanti, a un livello più basso, vivono nella delinquenza spicciola hanno compreso che qualcosa è cambiato. Questi criminali si devono rassegnare all’inizio della nuova stagione di legalità imposta dallo Stato”, aggiunge.

Caivano, il monito del governo e di Piantedosi alla camorra

A Caivano, continua Piantedosi, “è stato fatto tanto e i segnali positivi sono eloquenti. Basti pensare alla forte riduzione degli episodi dello spaccio di droga e più in generale delle attività criminali. Come ai primi interventi di riqualificazione del Parco Verde che hanno fatto seguito all’allontanamento da quel contesto di alcune famiglie criminali che occupavano abusivamente l’immobile. Molti altri interventi sono stati avviati per ridurre i fenomeni di dispersione scolastica. La realizzazione del centro Pino Daniele è sotto gli occhi di tutti. Gli interventi posti in essere a Caivano sono diventati un modello che ha ispirato iniziative normative e prossime azioni del Governo in contesti analoghi in tutt’Italia. Ovvia-mente, non bastano due anni di duro lavoro, pur così ampio, per sconfiggere definitivamente i fenomeni criminali che per troppo tempo ha dato quei territorio”.

“Negli ultimi 20 anni, c‘è stata una narrazione fuorviante che ha creato la mitologia dei giovani boss invincibili con una vita fatta di soldi e di successi. Nulla di più falso – spiega il capo del Viminale – perché nella vita reale i boss finiscono ammazzati o in galera o braccati e dunque costretti a vivere nelle intercapedini come topi. Ebbene, rispetto a queste miserabili scelte di vita da criminali che non portano a nulla, va sottolineato che lo Stato a Caivano e nelle realtà più problematiche del Paese ha iniziato finalmente a investire dove e come era necessario, sulla prevenzione, offrendo percorsi di crescita accessibili a tutti. Più poliziotti in strada dunque, ma non solo. Anche più scuola, più lavoro, più sport, più partecipazione civile, nella certezza che a Caivano e ovunque la legalità rappresenta l’unico terreno dove poter costruire un vero progetto di vita”. Don Patriciello, racconta Piantedosi, è oggi “giustamente preoccupato ma tutt’altro che impaurito. Ha sposato una missione che va oltre quella pastorale ed è molto determinato ad andare avanti. Sarò nuovamente a Caivano per proseguire sulla strada che abbiamo intrapreso e per dimostrare che don Patriciello non è solo”.

L’uomo che ha “avvisato” don Patriciello

Durante la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di San Paolo Apostolo al Parco Verde di Caivano, l’uomo arrestato ieri ha consegnato una busta contenente un proiettile al parroco, don Maurizio Patriciello. Si tratta di Vittorio De Luca, 75 anni, arrestato grazie alla collaborazione tra Arma dei carabinieri e Polizia di Stato; l’uomo deve rispondere di atti persecutori aggravati dal metodo mafioso nei confronti del parroco del Parco Verde. Dagli accertamenti esperiti da carabinieri e poliziotti è emerso che l’uomo, già in passato, aveva posto in essere comportamenti persecutori nei confronti di don Patriciello. L’uomo si era messo in fila per ricevere l’eucarestia e aveva consegnato al parroco una busta contenente un proiettile calibro 9×2.

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di Monica Pucci - 29 Settembre 2025