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Atreju batte la Festa dell’Unità: confronti, ring tra avversari e goliardia contro nostalgia e autoreferenzialità

Pd arroccato

Atreju batte la Festa dell’Unità: confronti, ring tra avversari e goliardia contro nostalgia e autoreferenzialità

Politica - di Gloria Sabatini - 3 Settembre 2025 alle 16:33

C’è un’aria di mestizia passeggiando per gli stand della Festa dell’Unità a Reggio Emilia che celebra 80 anni di vita, Tra ricordi sbiaditi di piadine romagnole e pienoni di una volta, la fotografia di oggi restituisce un mondo chiuso in se stesso, diffidente, arroccato in una presunta identità tradita e rimaneggiata troppe volte. Per inseguire il sogno di una campo largo “testardamente unitario”, Elly Schlein ha spaccato il partito a metà come un mela. E le crepe tra massimalisti sedotti dal verbo di Giuseppe Conte, riformisti e cattodem si vedono tutte. Impossibile il confronto con gli altri, troppo impegnativo e ‘doloroso’.

Alla Festa dell’Unità non c’è spazio per alleati e avversari

Dal palco della festa inaugurata ieri in terra emiliana nella città di Nilde Jotti non ci saranno ospiti di altri partiti, neppure un confronto piccino con gli avversari, magari seminascosto nelle fasce serali. Scartati anche i fratelli coltelli Renzi e Calenda. “Con loro ci confronteremo in Parlamento”, prova a giustificarsi il responsabile dell’organizzazione. Guai a invitare un esponente del governo o, addirittura, la pericolosa premier. Nessun esponente di FdI, Forza Italia, Lega, Noi Moderati con cui confrontarsi. Il Pd è sempre più una cittadella arroccata e impermeabile al dialogo. Compagni abbarbicati al verbo dell’ideologia e ossessionati dal governo  nemico.

Ad Atreju il confronto a tutto campo con le sinistre e il centro

Tutt’altra aria ad Atreju, la tradizionale festa della destra, intitolata al protagonista della Storia Infinita di Michael Ende, dove la segretaria dem si è ben guardata dal partecipare. Invitata, come molti esponenti del centrosinistra che negli anni hanno varcato l’ingresso nella tana del lupo accettando il confronto, Elly ha rifiutato. Non si è vista nel 2023, nessuna traccia di lei nel 2024. Paura, insicurezza, debolezza. Da oltre 25 anni la kermesse di Fratelli d’Italia detta i temi forti dell’agenda politica con una formula innovativa che alterna politica, cultura, musica, intrattenimento. Un festa popolare sull’onda di una verve goliardica che ha spiazzato fin dalle origini osservatori e avversari. Nata nel 1998 da un’idea di Azione Giovani, l’organizzazione giovanile di An, Atreju negli anni ha mantenuto e rafforzato la sua caratteristica di apertura agli avversari. L’eroe bambino anno dopo anno ha  segnato tutte le svolte della destra italiana e ripercorso il suo mutamento antropologico.

Dal palco di Atreju Bertinotti, Veltroni, Violante, Renzi, D’Alema, Violante

Dal suo palco si sono alternati i massimi esponenti della politica, destra, sinistra, centro, perché della trasversalità (incontri modello ring, uno contro uno)  Atreju ha fatto la sua stella polare. Alla festa di FdI si sono visti, negli anni, Silvio Berlusconi, Fausto Bertinotti, Rosy Bindi, Walter Veltroni, Luciano Violante, Nicola Zingaretti, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Matteo Renzi, Marco Minniti, Enrico Letta, Massimo D’Alema, Luigi Berlinguer, Luciano Violante. Tutti sono rimasti vittime di scherzi e spietate goliardate. Memorabile lo scherzo a Gianfranco Fini con la domanda sull’inesistente popolo dei kaziri. Il leader di An rispose inventando per poi sorridere alla scoperta del tranello dei giovani.  Non meno divertente il siparietto con Veltroni al quale vennero chiesti lumi sulla borgata Pinarelli, inventata di sana pianta.

Schlein rifiuta l’invito alla festa di FdI e ricambia con una festa arroccata

Solo Elly  Schlein fugge dal confronto, rifiuta l’invito e oggi ricambia con una Festa dell’Unità arroccata. “Da voi ad Atreju dilaga il nulla”, disse rancorosa lo scorso anno aprendo i lavori dell’assemblea nazionale del Pd, Un’assenza di cui si parlò a lungo e che venne rimpiazzata dagli organizzatori con un cartonato con le fattezze di Elly. Dopo 18 anni, lo scorso anno, è tornato Bertinotti che nel 2006, da presidente della Camera, si “scontrò” con Gianfranco Fini. “Sono venuto qui – disse –  perché penso che solo gettando ponti, si può costruire la convivenza civile”. Elly Shlein di ponti, evidentemente, si intende poco. Altri tempi per il Nazareno quelli di quando, era il 1995, Veltroni invitò  Fini ad un faccia a faccia alla Festa dell’Unità. “Il valore della festa è questo, confrontarsi tra schieramenti avversari con rispetto e nel comune obiettivo di lavorare per il bene del Paese”.  Nel 2025 l’ottantesima edizione ha paura pure degli alleati.

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di Gloria Sabatini - 3 Settembre 2025