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L'ordine finale

“Andate via da lì”: Israele lancia l’ultimo avvertimento a Gaza. Poi annuncia: staneremo Hamas casa per casa

L’esercito israeliano lancia volantini su tutta la Striscia: «Evacuate immediatamente». Tracciata la rotta verso al-Mawasi, mentre i tank avanzano ai margini della città

Esteri - di Alice Carrazza - 9 Settembre 2025 alle 13:29

«Siete stati avvertiti. Andate via da lì». È il messaggio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ai residenti di Gaza City. Non una minaccia, ma un avvertimento. L’ultimo. Perché — come ha dichiarato Bibi — «questa è solo l’inizio dell’operazione principale e intensiva». Poi ha aggiunto: «Chiunque si trovi vicino a terroristi o alle loro strutture mette a rischio la propria vita, e ogni casa utilizzata dai terroristi sarà colpita».

L’appello ai civili di Gaza: “Evacuate immediatamente”

Da lunedì, lo Stato ebraico ha infatti avviato una nuova fase militare. I volantini piovono dall’alto, dentro i dettagli e il monito dell’Idf: «Evacuate immediatamente». Mappa alla mano, l’esercito israeliano indica la via d’uscita — l’asse di al-Rashid — e il punto di approdo: al-Mawasi, zona costiera già affollata da decine di migliaia di sfollati. È lì che Israele afferma di poter garantire tende e aiuti. L’Onu, però, smentisce: «Non esiste alcun luogo sicuro né nel centro né nel sud di Gaza», ha dichiarato Ajith Sunghay, dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni unite.

L’offensiva potrebbe essere imminente, ma i carri armati non hanno ancora sfondato il centro cittadino. Tsahal, già presente nei sobborghi, rivendica il controllo del 40% della città. Nel frattempo, sono stati richiamati migliaia di riservisti. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha parlato apertamente di un «potente uragano» che si abbatterà sulla Striscia se Hamas non libererà gli ultimi ostaggi.

Katz e Sa’ar: “La guerra può finire domani”

Durante una conferenza stampa a Zagabria, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha inoltre dichiarato che la guerra «può finire domani» a due condizioni: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la deposizione delle armi da parte delle milizie. Israele, ha spiegato, ha accettato la proposta del presidente Trump come base per porre fine al conflitto. «Il disarmo di Hamas assicura un futuro migliore per gli abitanti di Gaza, per i palestinesi», ha aggiunto.

Nessuno Stato palestinese

Nella stessa conferenza stampa, Sa’ar ha respinto con fermezza la soluzione a due Stati. L’attentato avvenuto a Gerusalemme ieri, ha detto, dimostra il «pericolo di creare» uno Stato palestinese «nel cuore della nostra patria». Quest’idea «non minaccia solo l’esistenza di Israele, ma danneggia anche la stabilità regionale. Premia Hamas per il massacro del 7 ottobre. Costituisce un incentivo per Hamas a continuare la guerra», ha dichiarato.

«Israele combatte per la sua esistenza contro il terrorismo islamico da quasi due anni. Questa è la realtà pericolosa con cui ci confrontiamo nel nostro piccolo Paese», ha concluso il ministro.

L’Europa: “Non è il momento di puntare il dito”

In Europa, difficile raggiungere una posizione comune su ciò che sta accadendo. Kaja Kallas, Alto Rappresentante Ue per la Politica estera, ha dichiarato che «gli Stati membri non condividono la stessa visione su come convincere Israele a cambiare linea». Kallas ha però chiarito che «non è il momento di puntare il dito, ma  è necessario trovare soluzioni», insistendo sull’importanza di mantenere aperto il dialogo con Israele: «Non andiamo da nessuna parte se non ci parliamo».

Gaza è ormai un cumulo di rovine

La città è oggi un mosaico di tende smembrate e palazzi sventrati. L’aviazione israeliana ha colpito oltre 50 edifici in pochi giorni. Le immagini satellitari analizzate dalla BBC mostrano la progressiva scomparsa degli accampamenti civili, bersagliati dai raid notturni. Secondo la protezione civile della Striscia, cinque grattacieli sono stati rasi al suolo nelle ultime 72 ore. Insieme a questi, almeno 350 tende.

Chi resta, lo fa per disperazione o per convinzione che nulla cambierà. «Rimanere in casa e morire, o seguire gli ordini e morire al sud», dice Um Samed, madre di cinque figli. Una scelta tra due abissi. Il ministero della Sanità di Gaza — controllato da Hamas — ha confermato nelle ultime 24 ore la morte per malnutrizione di sei persone, portando il totale a 399, tra cui 140 bambini.

Fronti aperti e flotta colpita

Fuori da Gaza, il conflitto ribolle. In Libano, un drone israeliano ha colpito un’auto a sud di Beirut, nella zona di Iqlim al-Kharroub. Gli attacchi su Homs e Latakia, in Siria, hanno spinto Damasco a denunciare una «palese violazione della sovranità». Gli Houthi yemeniti rivendicano dieci operazioni contro Israele in 48 ore.

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di Alice Carrazza - 9 Settembre 2025