
La storia dallo spioncino
Addio al bambino ebreo che fu il vicino di casa di Hitler: morto a 100 anni, rivelò il suo segreto solo in tarda età
L'uomo, che si è spento alla veneranda età di un secolo di vita, era cresciuto nella stessa strada del futuro dittatore nazista. La sua biografia non racconta il dramma di un sopravvissuto ai lager, né quella di un soldato in guerra in prima linea. Ma portò sempre con sé la consapevolezza di aver guardato il mondo in primo piano, da dietro una finestra...
La storia di Edgar Feuchtwanger finisce oggi: dopo 100 anni vissuti intensamente. La sua non è la biografia di un sopravvissuto dei campi – anche se suo padre Ludwig venne arrestato e internato nel campo di concentramento di Dachau, per poi essere liberato dopo sei settimane -. Né è quella di un soldato al fronte durante la seconda guerra mondiale. Eppure, il suo racconto risuona forse in modo ancora più sinistro. Per anni, Feuchtwanger ha vissuto con un segreto, una memoria che non aveva mai osato condividere: quella di un bambino ebreo che, in una Monaco preda della furia nazista, guardava il mondo dalle finestre della sua casa, a pochi metri da quelle di Adolf Hitler. Una storia di vicinanza e abisso, di innocenza infantile e terrore imminente, che Edgar Feuchtwanger ha deciso di raccontare solo in tarda età, offrendo al mondo uno sguardo unico sull’alba di uno dei periodi più oscuri dell’umanità.
Addio a Edgar Feuchtwanger, il vicino di casa di Hitler. Aveva 100 anni
Una storia arrivata al suo epilogo dopo un secolo di vita, nella sua casa di Winchester, nel sud dell’Inghilterra, dove chissà quante volte ha ripensato, o gli è stato chiesto, di quella finestra sul mondo da cui guardava il dittatote nazista uscire, rientrare e girare per le vie della Monaco di Baviera degli anni ’30… Perché per questo, forse più che per il fatto di essere uno storico britannico di origine tedesca, era noto Edgar. Per essere un bambino ebreo cresciuto nella stessa strada di Hitler. Certo, naturalizzato britannico dopo la fuga dalla Germania nazista, è stato uno studioso di rilievo, autore di numerose opere di storia tedesca e inglese. Ma è il suo straordinario legame biografico con il Führer – un’infanzia passata a osservarlo dalla finestra, in una tranquilla via residenziale di Monaco – che lo ha reso una voce unica nella memoria del Novecento.
Era cresciuto, da bambino ebreo, nella stessa strada del futuro dittatore nazista
Nato il 28 settembre 1924 in una famiglia ebrea colta e benestante, Edgar era figlio dell’avvocato e editore Ludwig Feuchtwanger e nipote dello scrittore Lion Feuchtwanger, acerrimo oppositore del nazismo. Dal 1929 visse con la famiglia in un elegante appartamento di Grillparzerstrasse, nel quartiere di Bogenhausen. Di fronte a loro, proprio al numero 16, abitava Adolf Hitler. «All’epoca non sapevo chi fosse davvero quell’uomo che saliva e scendeva da una Mercedes nera», raccontò in un’intervista. «Solo più tardi, dopo il 1933, tutto è cambiato». Iniziò allora un’osservazione forzata e inquietante del potere in ascesa: «Lo vidi uscire un giorno, indossava un impermeabile e un cappello trilby. Mi guardò e sorrise. Se avesse saputo chi ero, non sarebbe stato lo stesso».
Di certo, allora il piccolo Edgar non poteva ancora immaginare che l’uomo che viveva dall’altra parte della strada avrebbe sconvolto l’Europa, e seminato morte proprio all’interno della sua comunità. Ma qualche sospetto ha cominciato a nutrirlo quando, nel 1938, durante la Notte dei Cristalli, il padre Ludwig venne arrestato e internato nel campo di concentramento di Dachau. Venne liberato dopo sei settimane, ma a quel punto fu chiaro che rimanere in Germania era diventato impossibile. La famiglia riuscì a ottenere i visti per il Regno Unito e, nel febbraio 1939, Edgar partì per Londra. Aveva solo 14 anni. Nel maggio, la famiglia si riunì in Inghilterra. Edgar proseguì gli studi a Cambridge e iniziò una carriera accademica che lo portò a insegnare storia all’Università di Southampton fino al pensionamento nel 1989.
Una vita di studi e onorificenze
Feuchtwanger si è distinto come studioso della storia tedesca e britannica, con opere su figure come Bismarck, Disraeli, la regina Vittoria e il principe Alberto. Nel 2003 ricevette la Croce Federale al Merito dalla Germania. E nel 2021 fu nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico per i suoi contributi alla comprensione dei rapporti anglo-tedeschi. Ma è solo in tarda età che ha deciso di raccontare quella che forse è stata la sua esperienza più singolare.