
A Pescara
“Abruzzo economic summit”, l’ottimismo di Fazzolari: “L’Italia è il Paese più in salute in Europa e nel G7”
“I dati macroeconomici ci dicono che l’Italia è in grande salute e gli osservatori dicono che è anche merito della stabilità politica. La stabilità politica si è tradotta in stabilità economica, nonostante un contesto difficile fin da quando siamo arrivati. Abbiamo dimostrato che con scelte attente i conti possono essere messi a posto”. Parole di ottimismo, quelle pronunciate, sulla base dei numeri, da Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri ed esponente di Fratelli d’Italia, che in serata è intervenuto nel corso dei lavori della quinta edizione dell’Abruzzo economic summit a Pescara.
Fazzolari e i primati dell’Italia in Europa e tra i Grandi
“Mi devo veramente sforzare per essere pessimista – ha aggiunto – che intanto bisogna partire dai dati e dai numeri che abbiamo, che sono dei numeri di grande successo. Noi abbiamo l’Italia che è diventata di fatto la realtà economica più in salute d’Europa e quella più in salute del G7. I dati macroeconomici non potrebbero essere migliori di questi. I dati sull’occupazione ci dicono che non abbiamo mai avuto tanti occupati nella storia d’Italia, non abbiamo mai avuto un’occupazione femminile così alta. Sale l’occupazione stabile e si riduce il precariato. Abbiamo il tasso di disoccupazione più basso dal 2004. L‘Istat pochi giorni fa ha rivisto il PIL del 2023 e quindi nel 2023 l’Italia è cresciuta dell’1% e non del 0,7% così come era stato inizialmente calcolato e questo vuol dire che la crescita dell’Italia nel 2023 è stata il doppio della crescita media dell’Eurozona. Potrei continuare con i dati record della Borsa, con il PIL pro capite che ormai ha raggiunto quello francese e addirittura quello del Regno Unito. Quindi i dati macroeconomici italiani ci dicono che la nostra nazione è in grande salute economica e gli osservatori dicono che tutto ciò è anche merito della stabilità economica: oggi proprio cade l’anniversario dei tre anni dalla vittoria nel centrodestra alle elezioni e quindi un contesto che ha dato grande stabilità politica e questo si è tradotto in stabilità economica. Dopodiché sicuramente il contesto è difficile”. “È difficile – ha sottolineato – fin da quando siamo arrivati. Quando si è insediato il governo tutti dicevano che con dei conti così disastrati che avevamo ereditato, un contesto geopolitico così complesso e una situazione economica così difficile sarebbe stato molto difficile per questo governo operare. Abbiamo dimostrato invece che con delle scelte attente i conti dello Stato possono essere messi a posto e questo poi ha delle importanti ricadute”.
La manovra di bilancio in cantiere
“La prossima legge di bilancio non sarà facile”, è stata la previsione di Fazzolari. “Volevamo ridurre di 20 centesimi le accise sui carburanti – ha spiegato il sottosegretario, sottolinendo che la manovra costava 10 miliardi che sono serviti per aumentare il Fondo sanitario nazionale. “Non sarà facile nemmeno il Bilancio della Regione Abruzzo, ha aggiunto Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, rinnovando al Governo “una richiesta di attenzione anche perchè far quadrare i conti sulla pelle delle Regioni rischia di produrre, a cascata, un danno”.
Quindi il tema dei dazi. Per l’Italia i dazi non sono mai una buona cosa, cioé l’Italia ancora prima che esistesse l’Italia ha sempre avuto la sua forza nel commercio mondiale, dalle repubbliche marinare e prima ancora. Siamo un paese a forte vocazione di esportazione e questo diventerà nell’arco degli anni sempre più forte. In un contesto globale in cui la concorrenza diventa sempre più difficile, l’Italia può avere i suoi punti di forza nel marchio Italia, nell’eccellenza, nel fascino che ha la nostra nazione e nella qualità dei suoi prodotti”.
“I dazi – ha proseguito – non ci aiutano, sia per i nostri prodotti sia perché poi l’economia mondiale tende a chiudersi e questo ci penalizza. Un piccolo inciso: ho sentito “nei rapporti con gli Stati Uniti, l’Italia e la Germania avevano posizioni piu’ morbide con Trump, altri paesi europei avevano posizioni più decise”. Quando si dicono queste cose – ha sottolineato – è importante poi andare a vedere i bilanci commerciali: è evidente che i due paesi che hanno maggiore forza nell’esportazione verso gli Stati Uniti, i due paesi europei, sono l’Italia e la Germania. Altri che hanno una bilancia commerciale meno favorevole hanno grande facilità rispetto a noi e magari non avere problemi a uno scontro diretto. Quindi quando si parla di commercio mondiale e in particolare di uno export importante come quello degli Stati Uniti, l’Italia e la Germania fanno bene ad essere prudenti”. “I tassi imposti del 15% – ha sottolineato Fazzolari – sono penalizzanti ma non sono un ostacolo insormontabile: i prodotti italiani che arrivano negli Stati Uniti hanno poi una catena del valore che fa si’ che il prodotto finale e’ venduto a un importo molto superiore a quanto è importato. Quindi un dazio del 15% che poi si trascina quel 15% dall’arrivo al prodotto finale può essere un problema, ma non è detto che ciò avvenga perche’ in linea teorica potrebbe essere assorbito lungo tutte le catene che vengono fatte da quando viene importato a quando viene venduto”.