CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

West Nile, c’è una prima vittima del virus in Veneto: è una 81enne deceduta vicino Rovigo

Sos zanzare

West Nile fatale, morta un’anziana a Rovigo: é la prima vittima in Veneto. Sale l’allarme: ecco i sintomi e le precauzioni ineludibili

Intanto da Perugia arriva la notizia di una farmacista contagiata che, formata ad hoc sul virus, riconosce la sintomatologia insorta a seguito di una dolorosa puntura di zanzara avvenuta durante il suo soggiorno in Basilicata, e fa partire un giusto iter diagnostico e curativo

Cronaca - di Redazione - 27 Agosto 2025 alle 11:38

È un drammatico primato quello della donna di 81 anni morta, nella provincia di Rovigo, per il virus West Nile. L’anziana, a quanto si apprende, soffriva di patologie pregresse e, in seguito ai sintomi, le è stato riscontrato il virus che si è rivelato fatale designando tristemente la donna come “la prima vittima di West Nile in Veneto”. Un tragico evento che riaccende i riflettori sulla diffusione del virus, che continua a circolare in diverse regioni italiane, trasmesso principalmente dalle punture di zanzare.

West Nile, prima vittima in Veneto: morta una donna di 81 anni

La notizia del decesso nel Veneto si inserisce in un quadro nazionale che vede un aumento dei casi. Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, i casi confermati in Italia sono saliti a 351, con un totale di 22 decessi registrati. La maggior parte dei casi confermati si è manifestata nella forma neuro-invasiva (158 casi), la più grave, con focolai significativi in diverse regioni, tra cui Lazio, Campania e Veneto. La letalità, calcolata sui casi neuro-invasivi, si attesta intorno al 13,9%.

Un esempio della diffusione del virus arriva dalla Sardegna, dove un sessantaquattrenne è il nono caso diagnosticato nel Campidano di Oristano. La Asl locale ha ribadito l’importanza delle misure di prevenzione, poiché non esiste un vaccino né una terapia specifica per la febbre West Nile. La principale raccomandazione è quella di proteggersi dalle punture di zanzara ed evitare i ristagni d’acqua, che rappresentano il terreno ideale per la riproduzione delle larve.

La situazione in Italia: numeri in crescita e misure di prevenzione ineludibili

Dunque, nel dettaglio di casistiche e numeri, l’Adnkronos fa sapere: «Nelle scorse settimane erano risultati positivi al virus altri tre ultrasettantenni, tre ultrasessantacinquenni, un ultraquarantenne e un ultranovantenne. Di questi otto contagiati, sei sono ancora ricoverati in diversi ospedali, mentre due sono stati dimessi e hanno fatto rientro nelle proprie abitazioni», ricorda la Asl di Oristano. Sottolineando che «non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Né una terapia specifica. Per questo è fondamentale proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi adottando alcune precauzioni» ineludibili.

E allora, spiega sempre l’agenzia, l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di Sanità è stato diffuso la settimana scorsa e riportava 351 casi confermati in Italia i casi (erano 275 la settimana precedente), con 22 decessi. Tra i casi confermati 158 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (6 Piemonte, 8 Lombardia, 10 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 8 Emilia-Romagna, 59 Lazio, 54 Campania, 2 Basilicata, 5 Calabria, 5 Sardegna), 27 casi asintomatici identificazioni in donatori di sangue, 162 casi di febbre, 2 casi asintomatici e 2casi sintomatici. Sono stati notificati 22 decessi (1 Piemonte, 1 Lombardia, 10 Lazio, 9 Campania, 1 Calabria). La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive fin ora segnalate e confermate, è pari al 13,9% (nel 2018 era al 20%, nel 2024 al 14%).

West Nile: a Perugia farmacista contagiata, formata ad hoc riconosce sintomi

E tra dati e ricoveri, arriva da Perugia il caso di una farmacista contagiata ma che, formata ad hoc, riconosce su se stessa i sintomi del contagio da virus West Nile. Un’infezione sulla quale si era formata attraverso corsi di formazione specifici organizzati dall’Ordine dei farmacisti della Provincia di Perugia.

La professionista, residente nel territorio della Asl Umbria 1, rientrata in Umbria dopo un soggiorno in Basilicata, ha manifestato sintomi lievi simili a un’influenza, accompagnati da un rash cutaneo. A riferire la vicenda lo stesso Ordine professionale i cui corsi sono ancora disponibili sul sito istituzionale e che si sono avvalsi «della collaborazione di esperti di rilievo, tra cui Fabrizio Ernesto Pregliasco, docente di Igiene generale e applicata presso l’Università degli Studi di Milano. Igino Fusco Moffa, direttore del Servizio di Igiene e Sanità pubblica dell’Usl Umbria 1. E Emanuele Vescovi, farmacista territoriale di riferimento».

L’importanza del ruolo del farmacista

«La farmacista, consapevole dei rischi legati al West Nile virus grazie alla formazione ricevuta – spiega in una nota l’Ordine – ha identificato i sintomi come compatibili con la malattia. Sintomi insorti a seguito di una dolorosa puntura di zanzara avvenuta durante il suo soggiorno in Basilicata. Dunque in un periodo coerente con il tempo di incubazione del virus. Pertanto, seguendo un iter diagnostico corretto, ha contattato il proprio medico curante, che le ha prescritto un test sierologico. Il risultato ha confermato la presenza di anticorpi specifici per il West Nile virus, ulteriormente validata da un test effettuato in farmacia. Evidenziando l’efficacia di un approccio integrato tra formazione professionale, prevenzione e diagnosi tempestiva».

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Redazione - 27 Agosto 2025