
Nuove tegole
«Un consigliere regionale Pd delle Marche indagato per corruzione»: l’indiscrezione che fa tremare i dem. E dà un’altra botta a Conte
Il diretto interessato smentisce e minaccia querele. I vertici Pd e M5S tacciono, ma il caso rischia di diventare esplosivo. FdI: «Gli elettori pentastellati ingoieranno anche questo rospo?»
Non solo il candidato alla presidenza della Regione, Matteo Ricci, per l’inchiesta “Affidopoli”. Ora, da alcune indiscrezioni stampa, emerge che nelle Marce anche un consigliere regionale del Pd, in corsa per essere rieletto, sarebbe indagato. Si tratta di Renato Claudio Minardi, che sarebbe coinvolto – insieme il presidente del Consorzio apicoltori della Valdaso con sede a Fermo, il presidente facente funzioni protempore e due tecnici amministratori – in un’inchiesta per corruzione, indebita percezione di erogazioni pubbliche per l’agricoltura e malversazione per circa 300mila euro ai danni dello Stato.
Leonardi: «Conte resta in silenzio, ma gli elettori M5S ingoieranno anche questo rospo?»
«Dopo il caso “affidopoli” che vede coinvolto il candidato presidente del campo largo Matteo Ricci oggi apprendiamo dai giornali di un’altra vicenda giudiziaria: un consigliere regionale del Pd, Renato Claudio Minardi, ricandidato alle prossime elezioni, sarebbe indagato per corruzione, malversazione e indebita percezione di erogazioni pubbliche per circa 300mila euro. Come prevedibile, Giuseppe Conte resta in silenzio, ma gli elettori cinquestelle saranno disposti a ingoiare anche quest’altro rospo?», ha chiesto la senatrice e coordinatrice di FdI nelle Marche, Elena Leonardi.
«Dopo essersi rimangiati praticamente tutte le loro battaglie caratterizzanti, i cinquestelle si apprestano ormai a dover rinunciare miseramente anche all’ultima ridotta del grillismo, ovvero al severo piglio giustizialista», ha proseguito, sottolineando che «a sancirne il tramonto sono le inchieste che giungono dalle Marche a meno di due mesi dalle elezioni regionali».
Un altro guaio per il Pd
Se l’indagine a carico di Minardi fosse confermata sarebbe un’altra la tegola per il Pd, che dovrebbe fare i conti con un nuovo scandolo dopo quelli già collezionati un po’ ovunque – da Milano a Prato, da Torino a Pesaro – in un crescendo sempre più difficile sia in termini di reputazione sia in termini di rapporti con gli alleati, già confermati come precari da Conte alla luce del caso Ricci. Anche dalle file dem, per ora, tutto tace.
L’indagine sui fondi europei
L’indagine, condotta dal Corpo forestale dei Carabinieri di Ascoli Piceno e coordinata dalla Procura della Repubblica di Fermo, secondo quanto riporta il Resto del Carlino, ha avuto un’accelerazione nell’ultimo meso «con l’acquisizione di nuove documentazioni del Consorzio che, secondo indiscrezioni, avrebbero rafforzato ulteriormente il castello accusatorio degli inquirenti».
In sintesi, dalle indagini e dai documenti sarebbe emerso che il consorzio avrebbe ricevuto finanziamenti e fondi europei presentando attestazioni false e omettendo informazioni necessarie, senza poi neanche utilizzare i soldi per i progetti per cui erano stati erogati. Minardi, che è stato coordinatore dei consorzi apistici della regione, sarebbe coinvolto nella sua veste di consigliere regionale e, in particolare, di membro della Commissione agricoltura, cui è approdato nel 2024 dopo che l’allora consigliere Andrea Biancani si è dimesso a seguito dell’elezione a sindaco di Pesaro.
Minardi: «Non sono a conoscenza di procedimenti a mio carico, tutelerò la mia onorabilità»
Secondo quanto riporta il Resto del Carlino, Minardi ha riferito di non essere «in alcun modo a conoscenza di fatti e/o procedimenti a mio carico», riservandosi «pertanto ogni azione a tutela della mia immagine e onorabilità».