
Sangue innocente
Strage di Vergarolla. il centrodestra ricorda le vittime italiane dell’Istria: “È una ferita aperta da raccontare a scuola”
Un boato talmente forte da riecheggiare all'interno della città. Poi, a distanza si vide una grande nube di fumo che iniziò a coprire il cielo. Tutt'ora non si conosce il numero esatto delle vittime...
Il 18 agosto del 1946, a Pola, un’esplosione di materiale bellico sulla spiaggia di Vergarolla causò la morte di circa 100 persone, di cui solo 64 furono identificate: un terzo delle vittime erano bambini. La strage avvenne nel periodo in cui tanti italiani venivano infoibati dal regime comunista di Tito, che aveva rivendicato la zona istriana fino ad annetterla a quella che un tempo era nota come Jugoslavia.
Il frastuono della deflagrazione, avvenuto durante la manifestazione sportiva di nuoto organizzata dalla società “Pietas Julia“, venne udito in tutta la città e da molti chilometri di distanza si intravedeva una nube di fumo. La strage avvenne 79 anni fa, e il Comitato 10 febbraio ha chiesto che “il prossimo anno, in occasione dell’ottantesimo anniversario di questa strage, sulla spiaggia di Vergarolla, si ritrovino i Ministri degli Esteri di Italia e Croazia, per ricordare e non dimenticare questo attentato contro gli italiani”.
Come ogni anno, alcuni esponenti politici sono intervenuti per ricordare l’eccidio, tra cui il governatore del Veneto Luca Zaia. Il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti. E il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Galeazzo Bignami. Per tutti loro, ricordare la morte di tutti gli innocenti che hanno perso la vita durante l’esplosione è un dovere morale. Peraltro, secondo un’inchiesta delle autorità britanniche, “gli ordigni furono deliberatamente fatti esplodere da persona o persone sconosciute”.
Strage di Vergarolla, FdI ricorda le vittime italiane: “Fondamentale raccontarlo a scuola”
Come ha evidenziato Frassinetti, allora, “questa strage contribuì in modo determinante all’esodo degli italiani dalle terre di Istria per sfuggire alle violenze dei partigiani di Tito”. Di conseguenza è “inaccettabile che questo eccidio sia stato a lungo occultato: per questo è fondamentale che nelle scuole si raccontino anche queste pagine di storia, per troppo tempo dimenticate”.