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Quarticciolo, la video-denuncia e l’appello social di don Coluccia ai residenti del quartiere sotto assedio di pusher e criminali

In prima linea sempre

Quarticciolo, don Coluccia: i criminali agiscono col favore della notte, ma il buio non prevarrà. L’appello social: chi di buona volontà può cambiare le cose (video)

Il quartiere alla periferia est di Roma in ostaggio del crimine, l'incoraggiamento del sacerdote "di strada" e il suo messaggio di speranza per non «limitarsi» alla resistenza quotidiana e reagire con dignità e coraggio collettivi

Cronaca - di Ginevra Sorrentino - 25 Agosto 2025 alle 13:23

Ancora una volta don Antonio Coluccia, il prete “di strada” in prima linea contro mafie, spaccio e micro-criminalità, alza la voce per denunciare il degrado e la violenza che affliggono i quartieri periferici di Roma. L’ultimo atto di questa instancabile battaglia sociale è un video-denuncia, pubblicata sui suoi canali social, con immagini riprese e postate nel quartiere del Quarticciolo, alla periferia est della Capitale. Sequenze che immortalano, ancora una volta, un quadro desolante di illegalità e di paure quotidiane, su cui il sacerdote torna a intervenire e a lanciare un appello che è al tempo stesso anhe un messaggio di speranza: «A Roma Quarticciolo il crimine spadroneggia. Saranno le persone di buona volontà a riscattare il territorio. Il cambiamento è possibile».

Quarticciolo ostaggio del crimine, l’appello di don Coluccia e il suo messaggio di speranza

Sulle immagini scorre questo testo: «Il sistema. Le vedette e gli spacciatori monitorano le strade. Ma è al buio e all’interno delle piazze che l’organizzazione ha le sue risorse. Decine di uomini a ogni angolo. Come in un fortino le sentinelle si spostano di piazza in piazza di spaccio. Nel buio delle piazze solo la luce degli smartphone e il silenzio di chi vive nella paura». Di chi, quotidianamente, vive accanto allo scempio di spaccio e occupazioni abusive, violenza spicciola e sottomissione imposta con la paura e il silenzio.

La denuncia di un “quartiere sotto assedio”

E allora, don Coluccia descrive il Quarticciolo come un territorio in mano al crimine, dove la normalità della vita quotidiana è soffocata da una criminalità che fa e disfa. I frame del video mostrano giovani su scooter che sfrecciano per le vie, in un’esibizione di potere che sfoggia con arroganza il presunto controllo del territorio. Attorno, palazzi popolari segnati dal tempo e un’atmosfera che mescola silenzio complice e disordine, paura e degrado. Ma è questo il punto di svolta dell’intervento social di don Coluccia: il sacerdote, già da tempo sotto scorta per le continue minacce ricevute, non si limita a denunciare.

Nel suo messaggio c’è un forte richiamo all’azione. La sua voce si fa portavoce di una comunità stanca, che vuole reagire. Contro chi impone la propria legge nelle periferie, all’azione dello Stato e al lavoro delle forze dell’ordine impegnati su quel fronte h24, serve la risposta civile di una comunità unita, che non si arrende all’illegalità.

«Il cambiamento è possibile. Saranno le persone di buona volontà a riscattare il territorio», scrive don Coluccia. Sottolineando come la soluzione non possa che ripartire anche da una mobilitazione della gente. La sua azione è un grido per la dignità di quei quartieri al limite, che non deve «limitarsi» alla resistenza quotidiana dei loro abitanti. Ma motivare a una reazione di dignità, collettiva quanto coraggiosa.

 

 

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di Ginevra Sorrentino - 25 Agosto 2025