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Pensionata investita a Milano, dalla dura cronaca al dibattito politico rovente

Scaricabarile e rimpalli

Pensionata investita a Milano, Sala nel mirino: il Pd arranca, ma il centrodestra non fa sconti. De Corato: il sindaco vive in un’altra città?

Dalla cronaca di una tragedia al dibattito politico infuocato su sicurezza e campi rom. Sala prova a ribaltare le responsabilità, ma il Viminale lo smentisce: Il Comune non ha mai segnalato o portato l'accampamento di Gratosoglio al tavolo della sicurezza»

Cronaca - di Martino Della Costa - 13 Agosto 2025 alle 09:50

La velleità è al quanto ambiziosa e sfiora il paradossale: instillare il dubbio che quanto accaduto a Milano alla pensionata investita dall’auto guidata da quattro minori rom sia responsabilità del governo e del centrodestra. Così, al dolore e all’indignazione, dopo la denuncia e il drammatico racconto della cronaca dei fatti, il dibattito politico ha registrato picchi e iperboli ancora alacremente in corso. Con Matteo Salvini che ha replicato a strumentalizzazioni e distorsioni puntando il dito contro il governo locale di centrosinistra e il sindaco Beppe Sala, accusandoli di non aver garantito la sicurezza e di non aver gestito adeguatamente i campi rom. E domandano (retoricamente): «Sindaco Sala e sinistre, ci siete?».

Pensionata investita a Milano: il dibattito si infiamma

Il primo cittadino nella bufera e in altre faccende affaccendato ha ovviamente respinto le accuse, definendole strumentalizzazioni politiche. Sottolineando contestualmente che la sua amministrazione ha chiuso diversi campi rom. Anche altri leader di partiti di opposizione, come Carlo Calenda per esempio, hanno criticato l’uso politico della tragedia, accusando  alla spicciolata di fare propaganda. Il centrodestra non si è lasciato intimidire, anzi: ha risposto compatto. Silvia Sardone e Roberto Vannacci in testa hanno sostenuto che l’incidente non è stato un caso isolato, ma il risultato di anni di gestione fallimentare della sicurezza da parte del Pd. E Fratelli d’Italia ha espresso posizioni dure, chiedendo maggiore controllo sui campi rom.

Tra i più diretti e solleciti a intervenire in un dibattito infuocato che nel frattempo è tracimato in un confronto incandescente, c’è il deputato di FdI, vice Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera ed ex vice sindaco delle Giunte di centrodestra milanesi, Riccardo De Corato.

De Corato picchia duro: «Con il centrodestra anche 2 sgomberi al giorno, poi arrivò la sinistra…»

«I rarissimi sgomberi effettuati dal Centrosinistra negli ultimi anni a Milano sono stati solo “spot” che quasi nessuno ha visto. E i risultati che gli hanno prodotto, vedi per esempio in Via Pestagalli e Medici del Vascello, sono sotto gli occhi di tutti: nomadi allontanati momentaneamente e tornati dopo qualche ora con reiterati disagi per i residenti. Le Giunte di Centrodestra, con i sindaci Albertini e Moratti, quando sgomberavano determinate aree, smantellavano totalmente le baracche rasandole al suolo. Ripulivano la zona, e gli abusivi venivano prontamente allontanati da Milano».

De Corato non fa sconti e rivendica la verità registrata in diretta in anni di impegno. Tanto che poco dopo aggiunge anche: «Lo so bene perché ero sempre presente in qualità di assessore alla Sicurezza. Nel solo 2010 effettuammo 531 sgomberi, due per ogni giorno feriale. I vari esponenti di sinistra di quei tempi, sia della città che della Provincia, periodicamente ci denunciavano alla Magistratura per aver effettuato sgomberi di famiglie rom con minori a carico.

Poi arrivarono loro. Le Giunte di Pisapia e Sala, negli ultimi anni, a fronte di sgomberi di insediamenti rom, che a dire il vero sarebbero temporanei allontanamenti, garantivano a quelle famiglie con minori a carico alloggi comunali, spesso a discapito di famiglie italiane già in graduatoria che attendevano da anni la propria casa. Per questo quando leggo le dichiarazioni del sindaco Sala penso che viva in un’altra città e inventi favole per nascondere la realtà. Quanto accade a Milano in tema di sicurezza, soprattutto dopo l’ultimo episodio, è vergognoso e non più accettabile».

Milano: Osnato (Fdi), ‘donna uccisa risultato di 14 anni di politiche inclusive del Pd’

E se De Corato passa al contrattacco, Marco Osnato non è da meno. Il deputato milanese di Fratelli d’Italia infatti in una nota rileva, nero su bianco: «Mi chiedo come il sindaco Sala, ma ancor di più i soloni “dell’integrazione” del Pd come Maiorino e Granelli, giudichino oggi, alla luce della notizia dell’investimento mortale di un’anziana per opera di minori tra i 10/12 anni provenienti da un vicino campo rom, i quattordici anni di politiche d’inclusione del centrosinistra a Milano». Sottolineando contestualmente come non siano mancate «a ogni consiglio comunale, commissione consiliare, manifestazione, programma televisivo che fosse, da parte della sinistra parole di attacco a Fratelli d’Italia quando sosteneva che il limite di tolleranza in tema di controllo del territorio fosse oltrepassato da tempo».

Non solo. Osnato, nella sua nota, si concentra in particolare sul tema della gestione dei campi rom: «Ci è sempre stato detto che la loro “cultura” andava rispettata e accettata. Bene, mi chiedo se faccia parte di tale cultura consentire che un bambino di 10 anni possa scorrazzare con amici su un’auto rubata. Possa borseggiare tranquillamente nella metro. E possa mendicare per strada o evadere l’obbligo scolastico. A me sembra che l’enorme messe di denaro speso dalle ultime amministrazioni comunali a targa Pd in tema d’inclusione sia servito più a foraggiare associazioni “amiche”, piuttosto che a ottenere risultati concreti».

Tutto asseverando in calce: «Oggi è il momento di cambiare come chiedono i cittadini milanesi che si sentono sempre più insicuri e sempre più isolati in una città diventata teatro di grandissime disparità sociali ed economiche. E con un centro storico scintillante e una periferia abbandonata a se stessa, unite solo da un’insicurezza diffusa». Insomma, la questione ribolle: oggi, allora, ci aspettano altri round.

Milano, il Viminale: il campo rom di Gratosoglio mai portato dal Comune al tavolo in Prefettura

Poi, a recriminazioni e rimpalli di responsabilità e colpe in volo, nella serata di ieri la polemica ha assunto una nuova svolta, quando fonti del Viminale hanno rivelato che il campo rom di Gratosoglio, dove vivevano in minori alla guida dell’auto che ha mortalmente investito la donna, non era mai stato segnalato dal Comune di Milano al tavolo prefettizio sui campi nomadi. Di più: proprio mentre ministri e parlamentari di governo e opposizione intervenivano sottolineando nelle more la necessità di affrontare il degrado dei campi rom e la situazione dei bambini che lì crescono tra criminalità e abbandono scolastico, e il governatore lombardo Attilio Fontana definiva l’episodio il risultato di una “catena di illegalità e impunità”, l’Adnkronos batte l’agenzia che fa chiarezza.

E che riporta: a quanto si apprende da fonti del Viminale, «l’accampamento a Gratosoglio non è mai stato portato dal Comune di Milano all’attenzione del tavolo sui campi nomadi in Prefettura. L’insediamento in questione si trova su un terreno privato e vi risiedono in gran parte donne con figli minori, molti dei quali – dalle prime notizie pervenute – potrebbero essere nati in Italia o con cittadinanza italiana.

La prefettura è disponibile a considerare nel predetto tavolo ogni valutazione che perverrà dal Comune rispetto alle condizioni di illegalità igieniche. Sanitarie. E ambientali. Nonché rispetto all’inosservanza degli obblighi scolastici dei minori ivi presenti. Soprattutto se finalizzate a un provvedimento di sgombero dell’area da parte delle competenti autorità comunali.

Montaruli (FdI): «Area rom privata? Dimostra la carenza di servizi welfare territoriali»

Sul punto, allora, è intervenuta infine anche Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Che l’area in cui risiederebbero i minori presunti omicidi di Cecilia de Astis sia privata dimostrerebbe solo in maniera ancor più evidente la carenza dei servizi di welfare territoriali», ha dichiarato nella serata di ieri l’esponente di FdI. Aggiungendo anche: «Con una lettera alla presidenza della Commissione Periferie ho chiesto di acquisire gli atti che riguardano la custodia e l’assistenza dei minori coinvolti nella vicenda e nei campi nomadi. Perché è assurdo che un bambino di undici anni si possa ritrovare alla guida di un’auto rubata senza essere monitorato dai propri genitori. E sia libero di agire indisturbato creando un danno a sé e una violenza così atroce da procurare la morte di una persona».

Concludendo quindi: «Vogliamo fare luce su questa vicenda che ci fa esprimere seria preoccupazione in merito al funzionamento della rete che dovrebbe essere a protezione dei minori. Così da impedire che sacche di disagio e illegalità diventino l’ambiente naturale in cui crescere. E nelle quali viene inibita una coscienza critica verso atteggiamenti così efferati». Sì, perché al di là di posizioni e polemiche, non bisogna mai perdere di vista il punto di partenza della discussione: una tragedia costata la vita a una donna. Una vittima il cui figlio, oggi, rilancia: «Quello di mia madre è un omicidio».

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di Martino Della Costa - 13 Agosto 2025