
L'intervista al Secolo
Paolo Bellavite, ematologo nominato da Schillaci, smonta le polemiche: “Non sono no vax, ma alcuni vaccini sono inutili”
“Non funziona così un dibattito scientifico”: a dirlo è Paolo Bellavite, ematologo in pensione dal 2017, docente di Patologia generale all’Università di Verona per quasi 40 anni, oggi docente di Fisiopatologia alla Scuola di medicina omeopatica della stessa città scaligera. La sua nomina al Nitag, l’organismo che consiglia io Ministero della Salute sulle politiche vaccinali, è stata fortemente contestata da una parte della comunità scientifica.
Dottor Paolo Bellavite, come replica ai suoi colleghi che la criticano?
“Loro mi criticano perché pensano che io sia un cosidetto ‘no vax’, che sia contrario ai vaccini. Io, invece, sono uno studioso che ha indagato anche i vaccini, li ho studiati molto a fondo e conosco i pro e i contro, i loro pregi e i loro difetti. Alcuni vaccini sono molto utili, altri meno e altri ancora sono inutili. Dipende dall’età del vaccinato e da tanti altri fattori. Bisogna studiare l’argomento scientificamente, non con le polemiche. I miei colleghi sbagliano nel sostenere che nel Nitag ci sono due persone contrarie ai vaccini, mentre gli altri sarebbero tutti favorevoli”.
Ma, poi, non sembra alquanto strano che il ministro abbia nominato un cosiddetto ‘no vax’ all’interno di un ente che promuove i vaccini?
“La domanda è mal posta. Il Nitag non è un organismo favorevole ai vaccini per definizione. È favorevole a una buona politica vaccinale e ai vaccini buoni e utili. Non è favorevole ai vaccini tout-court. Si tratta di un organo consultivo e tecnico di cui si serve il ministro. Se tutti i vaccini fossero perfetti e necessari, il Nitag non servirebbe. È perché esistono dei problemi o dubbi su alcuni aspetti che noi esperti veniamo consultati”.
Eppure Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei medici, contesta la sua nomina ricordando al ministro di aver perso ben 380 colleghi durante la pandemia…
“Le faccio notare che alcuni vaccini anti-Covid sono stati più dannosi di altri. Astrazeneca, ad esempio, non lo fanno neanche più perché era dannoso per i giovani. Alcuni di loro sono morti e, senza quel vaccino, probabilmente sarebbero ancora vivi. Vorrei che fosse chiaro che non sono contrario per principio, le assicuro che parlerò sulla base delle evidenze scientifiche. Se il Nitag stabilirà che i vaccini sono idonei, li autorizzerà, altrimenti chiederà al ministro di fare degli approfondimenti per fugare ogni dubbio”.
Ma quindi i vaccini anti-Covid sono stati più utili che dannosi oppure più dannosi che utili?
“Dipende molto dall’età. Per i giovani e i bambini sono stati più dannosi che utili. Man mano che si avanza con l’età vi è una maggiore utilità per certe fasce di popolazione, soprattutto quelle a rischio. Un bilancio finale, però, deve esser ancora fatto. Al momento l’efficacia della campagna vaccinale è stata molto modesta. Secondo alcuni l’efficacia sulla trasmissione del virus è stata nulla, mentre secondo altri i vaccinati addirittura contagiavano di più rispetto ai non vaccinati ed è per questo che dico che il green-pass è stato un imbroglio”.
Quali sono stati gli errori principali che sono stati commessi durante la pandemia?
“Durante la pandemia venne fatto l’errore di spacciare tutti i vaccini come sicuramente utili e di dire che gli effetti avversi erano casi isolati. L’errore fu di lasciar scegliere la strategia vaccinale a Draghi e Speranza tanto è vero che il Nitag, durante il Covid, non fu nemmeno consultato”.