CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Meta chiude “Mia moglie”: nel gruppo Fb della vergogna 31mila insospettabili. Ma la pagina trasloca su Telegram

Condanna unanime

Meta chiude “Mia moglie”: nel gruppo Fb della vergogna 31mila insospettabili. Ma la pagina trasloca su Telegram

Cronaca - di Luisa Perri - 20 Agosto 2025 alle 21:13

Foto di donne in costume da bagno, che cucinano o si rilassano sul divano, scattate di nascosto e condivise senza il loro consenso non in privato ma alla luce del sole su Facebook. Dopo un tam tam di segnalazioni, Meta chiude il gruppo chiamato ‘Mia moglie’ seguito da tre cuoricini: “Violazione delle policy contro lo sfruttamento sessuale di adulti”, questa la motivazione della società di Mark Zuckerberg.

Oltre 30mila gli iscritti, per la stragrande maggioranza uomini, condividevano foto intime delle mogli, o presunte tali, a loro insaputa. Una storia di abuso che emerge nei giorni di un’altra violazione della privacy: le immagini private rubate da un sistema di videosorveglianza e finite online, del conduttore Stefano De Martino e della fidanzata.

Gruppo mia moglie: trentamila iscritti, ma ha già riaperto su Telegram

Il faro sul gruppo ‘Mia moglie’ è stato acceso su Instagram dall’organizzazione no profit ‘no justice no peace’ che da mesi sta portando avanti una campagna che ha per titolo ‘not all men’, dove chiunque può inviare la propria storia di violenza. “Oltre 32.000 uomini hanno creato un gruppo Facebook dove condividono foto intime delle proprie mogli senza il loro consenso, cercando approvazione e complicità in questa violenza”, ha denunciato l’associazione che ha invitato gli utenti a segnalare il gruppo a Meta.

Così la pagina ‘Mia moglie’ è stata riempita di commenti di persone indignate per la condivisione di foto intime al femminile. Dopo segnalazioni e denunce è arrivata la rimozione di Meta. “Non consentiamo contenuti che minacciano o promuovono violenza sessuale, abusi sessuali o sfruttamento sessuale sulle nostre piattaforme – ha affermato un portavoce della società americana nel dare notizia della rimozione del gruppo ‘Mia moglie’ – Se veniamo a conoscenza di contenuti che incitano o sostengono lo stupro, possiamo disabilitare i gruppi e gli account che li pubblicano e condividere queste informazioni con le forze dell’ordine”. Una piccola vittoria, fino all’apertura di altre pagine simili.

Sul profilo Instagram di ‘no justice no peace’ gli utenti segnalano infatti la nascita di un gruppo “di riserva” e l’apertura di un canale Telegram, anche questo segnalato alla Polizia Postale.

Baldassare: “In Regione Lazio lavoriamo per contrastare il fenomeno”

“Sono fiduciosa che la polizia possa compiere indagini rapide alla luce anche del fatto che il gruppo è stato oscurato”, dichiara l’assessore alle Pari opportunità, alle Politiche giovanili e della Famiglia della Regione Lazio, Simona Baldassarre. 

“Fra chat più o meno pubbliche, scambio di materiale porno e gruppi ‘incel’, oramai assistiamo ad un continuo svilimento dell’immagine femminile, ad una pericolosa criptopornografica riduzione del corpo della donna, ma anche ad una torsione volgare e patologica di una certa sessualità maschile, predatoria e criminale, perché pubblicare foto intime su internet, senza consenso, è reato. Questi fenomeni sono la riprova che le grandi opportunità offerte dalla tecnologia vadano governate, soprattutto nel campo degli affetti. Rispetto a tutto ciò, occorre informare e vigilare. In Regione Lazio – conclude Baldassarre – lo stiamo facendo con progetti di educazione alla cultura del rispetto, contro sexting, revenge porn e cyberbullismo. Occorre proseguire su questa strada”.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Luisa Perri - 20 Agosto 2025