
Il Fondo monetario applaude
Mentre Parigi vacilla e Londra suda freddo, Roma si prende la scena. E come sempre sorprende
In un’Europa che scricchiola tra governi fragili e conti fuori controllo, l’Italia—sì, proprio l’Italia—si scopre il Paese più solido del blocco occidentale. La chiamano “La sorpresa della stabilità”, e se lo scrive in prima pagina Il Foglio, che certo non è uso alle celebrazioni meloniane, qualcosa dev’essere davvero accaduto.
Il baratro francese e le rassicurazioni tardive
A Parigi, il governo di minoranza si aggrappa a un voto di fiducia sul maxi-aggiustamento fiscale da 44 miliardi. Le proteste incombono, la fiducia vacilla, e le parole rassicuranti del ministro dell’Economia Éric Lombard sembrano alimentare, più che spegnere, l’incendio: «A oggi non siamo minacciati da alcun intervento, né da parte del Fondo monetario internazionale, né della Bce, né di alcuna organizzazione internazionale». Poi l’ammissione: «Pensare che la Francia sia, per sua natura, esente dal controllo del proprio debito e al riparo da ogni rischio è una favola».
La crisi silenziosa del Regno Unito
Non va meglio nel Regno Unito del socialista Starmer. Nonostante un mandato ampio, il governo fatica a domare la spesa pubblica. Il Times riporta con insistenza il timore di un ritorno al 1976, quando fu sempre il governo laburista guidato Callaghan a dover bussare al Fmi. Che oggi quel timore riguardi la quinta economia mondiale è già, di per sé, una notizia.
Italia: il ritorno alla sobrietà fiscale
E il Belpaese invece? «L’Italia di Meloni pare quasi un’oasi di stabilità politica e macroeconomica», scrive Luciano Capone. Dopo quattro anni con un disavanzo medio attorno all’8%, il Paese è tornato in avanzo primario. E non è solo una questione di cifre: la stabilità politica, il consenso interno e l’assenza di tensioni sociali rafforzano il quadro. E il Fondo monetario fa anche i complimenti.
Una gestione prudente, ma efficace
L’Italia ha saputo mettere in campo una strategia che coniuga prudenza nella gestione dei conti e determinazione nella crescita, ottenendo anche il prestigioso risultato di vedere il proprio ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti riconosciuto come il migliore al mondo dal Financial Times. In questo modo, mentre altrove si evocano scenari di crisi, il nostro Paese si avvia verso un possibile rientro sotto il 3 per cento già quest’anno e un’uscita anticipata dalla procedura d’infrazione.
Stabilità come segnale politico
In un’Europa in cui l’instabilità sembra ormai la norma, la solidità dell’esecutivo Meloni acquista un significato politico preciso. Con quasi tre anni di mandato alle spalle, il governo potrebbe diventare presto il terzo più longevo della Repubblica. Un fatto che, da solo, basterebbe a spiegare molto.