
Sì al modello articolo 5 Nato
Macron non trova pace, tenta di ritagliarsi un ruolo chiave sull’Ucraina, ma il Consiglio Ue sposa la linea Meloni
Al termine della videoconferenza coi leader Ue il presidente Antonio Costa ha rilanciato la proposta della premier di sottoscrivere un’intesa per difendere l’Ucraina in caso di attacco esterno. L'interventismo del presidente francese oscurato
Passa la linea italiana al Consiglio europeo presieduto dal presidente Antonio Costa. Al termine di una riunione in videoconferenza ha elencato le urgenze condivise dai leader Ue sulla costruzione della pace in Ucraina puntando sulla soluzione ad oggi la più accreditata. Tanto che ha voluto subito entrare nel merito: “E’ il momento di accelerare il nostro lavoro pratico per mettere in atto una garanzia simile all’articolo 5 della Nato, con il continuo impegno degli Stati Uniti”, ha detto Antonio Costa. L’idea messa in campo dalla premier Meloni è stata accolta sul tavolo delle trattative alla Casa Bianca e oggi rilanciata dal presidente del Consiglio europeo ai leader. Una linea chiara che ha messo in ombra l’interventismo dimostrato dal presidente francese Macron.
Costa rilancia la linea Meloni con i leader Ue
Non era facile al vertice della Casa Bianca trovare un equilibrio tra posizioni diverse. E’ stato trovato prima di tutto sulle garanzie di sicurezza da fornire all’Ucraina per evitare che in futuro possa essere di nuovo invasa dalla Russia. Nelle ultime settimane è tornata in primo piano la proposta di Meloni. Macron non trova pace e ha tentato di distanziarsi. E a Washington ha sostenuto che non basta una formula teorica. Serve qualcosa di più: una «presenza fisica», una forza militare di interposizione schierata sul territorio ucraino. La sua solita posizione stoppata più volte dal governo italiano. Al cospetto di Trump i leader di Francia e Italia hanno evitato una divisione plateale, concentrandosi sull’obiettivo principale della missione a Washington: spalleggiare Zelensky, convincere Trump a impegnarsi. Ma va da sé che la linea Macron è stata accantonata.
Il Consiglio europeo adotta la italiana
Non è casuale che Costa abbia tenuto a ribadire il punto. Sottolinea la senatrice di FdI, Giovanna Petrenga: “Per proteggere l’Ucraina si è affermata la proposta del nostro premier di applicare una sorta di art. 5 del trattato Nato. E anche oggi nel Consiglio europeo straordinario l’idea italiana ha preso corpo tra i 27 Stati membri. Trovando apprezzamento e condivisione”. Per la prima volta in diversi mesi, si respira finalmente un’aria vagamente ottimista. In particolare a cambiare lo scenario sono stati l’apertura degli Stati Uniti verso possibili garanzie di sicurezza per Kiev al termine della guerra; e quella di Vladimir Putin ad alzare il livello dei colloqui fino a un possibile incontro con lo stesso Zelensky: entrambe le proposte accolti con favore da Bruxelles.
Macron ha dovuto “metabolizzare” la proposta Meloni
Macron ce l’ha messa tutta per lasciare il segno e quando Trump ha comunicato la possibilità di un incontro trilaterale imminente – entro agosto- con Putin e Zelensky, il presidente francese ha provato a distinguere la sua posizione, rilanciando un vertice a quattro di cui per ora non si parla: un “quadrilaterale” dove sia presente anche l’Europa. Zelensky ha telefonato a Costa alla fine della riunione per ringraziarlo: “Garanzie di sicurezza affidabili e funzionanti per l’Ucraina sono il risultato più importante dei nostri sforzi congiunti”. Ironia della sorte, la riunione del Consiglio Europeo era stata preceduta anche da un vertice dei leader della Coalizione dei volenterosi, diretta da Macron, chiamata a disegnare uno scenario plausibile per le garanzie di sicurezza all’Ucraina. Insomma, ha dovuto “metabolizzare” la linea Meloni.