
Il punto del sottosegretario
L’orgoglio di Mantovano: “Evento riuscito senza sbavature, il metodo Giubileo ha funzionato, resti l’esempio”
«Il governo non può che dire grazie a tutti: volontari, professionisti, istituzioni. Un evento così impegnativo si è svolto senza la minima sbavatura, senza cedimenti, in assoluta sicurezza e con il massimo del conforto compatibile con una platea così vasta». Alfredo Mantovano non cela l’orgoglio per la riuscita del Giubileo dei Giovani, il «più impegnativo degli ultimi 25 anni» per dirla con il prefetto di Roma.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio auspica con i giornalisti che lo spirito operativo del Giubileo lasci un’eredità anche oltre l’anno santo: «Il cosiddetto ‘metodo Giubileo’ non è solo collaborazione tra istituzioni di diverso colore politico – cosa normale, anzi doverosa – ma anche abbattimento delle barriere burocratiche. Abbiamo dimostrato che si può lavorare bene e in tempi rapidi».
Mantovano: un esempio sul metodo Giubileo? Il sottopasso di Piazza Pia
Emblematico l’intervento sul sottopasso di Piazza Pia: «Un anno fa emerse una villa patrizia: con i tempi ordinari tutto si sarebbe fermato. In dieci giorni è stata smontata pezzo per pezzo e i lavori sono proseguiti. Questo è l’approccio che spero resti come patrimonio stabile nelle pubbliche amministrazioni». «Il bilancio? Si commenta da sé: centinaia di migliaia di giovani venuti da tutto il mondo, anche da Paesi in conflitto tra di loro, per ascoltare un messaggio molto chiaro». Un evento «non è solo il più importante del Giubileo, ma anche un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale e capacità organizzativa».
«Credo che la giornata di oggi – ribadisce Mantovano – debba essere un grande insegnamento civile e non soltanto religioso. Si è più volte parlato di questo metodo Giubileo: è riduttivo intenderlo solo come una collaborazione tra Istituzioni che hanno colore politico differente. È ovvio che debba essere così e bisognerebbe scandalizzarsi se non fosse così. Ma tra i vari effetti positivi di questa collaborazione c’è stato anche l’abbattimento delle barriere burocratiche. E ora spero che tutto questo resti».
“I giovani hanno dimostrato di essere un popolo vivo”
«I giovani in questi giorni hanno dimostrato di essere un popolo vivo e le autorità hanno il dovere di corrispondere a questo», aggiunge Mantovano. «Questi giovani, in un periodo di vacanza, avendo gli studi alle spalle, invece di godere di un riposo al mare o in montagna, hanno fatto in alcuni casi migliaia di chilometri, hanno animato queste giornate», «hanno affrontato sacrifici e con questo hanno dato lezioni a tutti».
«La cosa più bella di queste giornate è il senso di solidarietà e il Papa lo ha sottolineato. Questo sia una spinta a non vivere in solitudine. Un popolo composto da individui non è un popolo ma una massa. Un popolo che è comunità stabilisce legami naturali, a partire dal matrimonio e dalla famiglia, la comunità di lavoro, le comunità di fede. I giovani in questi giorni hanno dimostrato di essere un popolo vivo e le autorità hanno il dovere di corrispondere a questo», conclude il sottosegretario.