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Insulti della sinistra, FdI smaschera e replica all’orrore

Quanto orrore...

L’odio non va in vacanza: FdI pubblica gli ultimi insulti beceri dalla sinistra in un collage della vergogna che grida vendetta

Insulti virulenti da una sinistra intrisa di odio ideologizzato e militante sui social. FdI smaschera l'inquietante sequela di orrori con un potpourri di immagini e parole postate online: intimidazioni, offese e auguri di morte indirizzati a esponenti del centrodestra. E replica all'orrore: "Le vostre minacce di fermeranno"

Politica - di Chiara Volpi - 14 Agosto 2025 alle 13:46

Insulti beceri, arroganza ideologica, ferocia social e odio ideologico d’antan ma sempreverde: sono questi i punti cardinali su cui la sinistra si orienta per coprire frustrazione e rabbia nei confronti del governo di centrodestra e dei suoi successi, internazionali e casalinghi. E oggi, dopo aver a lungo incassato e replicato, argomentato e rispedito al mittente, dopo l’ennesimo – l’ultimo solo in ordine di tempo, ma di sicuro non quello finale – attacco becero riservato a Claudio Borgia, Vicesindaco di Montebelluna e Presidente provinciale FdI Treviso, il vaso è colmo. E tracima talmente tanto di sdegno e esecrazione, che dalla pagina Facebook di Fratelli d’Italia arriva il post che tira le somme.

La violenza della frustrazione: FdI pubblica in un collage di foto gli insulti virulenti arrivati da sinistra

La didascalia a corredo di un collage fotografico che, nel raggruppare sentenze e commenti vergati col veleno da haters e fanteria d’assalto, spesso coperta da un vile anonimato, ma sempre animata da una ferocia ideologica che, in nome di una militanza social, alimenta il fuoco fatuo dei facinorosi, pur commentandosi da sé… Sì, perché c’è un filo rosso, teso e carico di veleno, che lega gli insulti e gli auguri (le minacce?) di morte indirizzati alla premier e ai parlamentari del suo partito, passando per il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, che appena due giorni fa ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un messaggio di poetica bellezza sulla montagna. Un post immediatamente seguito dall’attacco virulento e meschino che qualche leone da tastiera gli ha taggato in replica.

L’attacco violento a Delmastro

Lasciamo allora che, anche qui, parli la foto che racchiude una questione che giustamente il sottosegretario di Stato in Via Arenula ha riassunto nella didascalia come il frutto marcito delle «solite “anime belle” della sinistra», a cui «quando finiscono gli argomenti, restano solo insulti e minacce. Questo non è confronto politico, è odio organizzato. Un clima avvelenato che certa sinistra alimenta ogni giorno per delegittimare chi governa con il mandato degli italiani. Il loro livore è la nostra medaglia».

Insulti beceri della sinistra, FdI smaschera (e riassume) la vergogna e l’orrore

Un filo, quello dell’odio eretto a sistema informatico, che arriva fino sbeffeggio crudele più recentemente vergato contro un amministratore locale di FdI. Ebbene, quel filo, tutt’altro che impercettibile, è il segno dell’astio e di una frustrazione tipici di una sinistra che non accetta il verdetto delle urne e, incapace di una critica costruttiva, si rifugia nella violenza verbale e nell’odio personale.

L’augurio funesto a Meloni e Wanda Ferro

E ancora, Andando a ritroso in ordine cronologico (per quanto possibile), che dire del caso Wanda Ferro, sottosegretario agli Interni e coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, che nei giorni scorsi ha pubblicato un post sui social per elogiare il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, citando gli apprezzamenti della stampa internazionale, come quelli di Le Monde, a cui, per tutta risposta, un utente, il cui nome è stato oscurato, ha risposto in modo gravemente offensivo, augurando esplicitamente il cancro sia alla Ferro che alla Meloni, sentenziando online: «Un cancro a te e a lei, cagna». Un attacco irricevibile a cui è seguita, giustamente, la denuncia del sottosegretario di Via De Pretis.

Quanta crudeltà gratuita…

Post, frasi, minacce crudeltà dispensate a gocce avvelenate somministrate h24 da tempo che in una sorta di impossibile graduatori della ferocia fanno quasi apparire in stallo un’escalation che non risparmia nessuno e che, nelle ultime ore, ha colpito anche un amministratore locale di FdI: Claudio Borgia, vicesindaco di Montebelluna e Presidente provinciale del partito a Treviso. Il quale, da qualche tempo, sulla sua bacheca Facebook riceve costantemente insulti e frasi vergognose sul suo aspetto fisico. Una crociata intestata al body shaming a cui l’amministratore veneto ha risposto con una lettera pubblicata sul suo account Facebook, di grande equilibrio e invidiabile fermezza flemmatica.

Il body shaming contro Borgia e la sua lezione di stile agli hater e contro gli insulti della sinistra

E allora, il post pubblicato da Fratelli d’Italia sulla sua pagina ufficiale di Facebook è più di un semplice elenco: è la cruda e inquietante fotografia di una degenerazione. Un documento che raccoglie e mette in fila, senza filtri, l’astio che da mesi viene riversato contro il governo di centrodestra e i suoi esponenti. Un post in cui Borgia, con ammirabile saggezza, rileva e rilancia: «Dicono si chiami body shaming. Quelli qui sotto sono solo alcuni dei commenti che ricevo ogni giorno sui social, sul mio aspetto fisico. E purtroppo, non succede solo a me. Ragazze, ragazzi, donne, uomini, anziani…nessuno escluso. Ogni giorno qualcuno viene preso di mira, insultato, svalutato o messo da parte solo per come appare. A volte, peggio ancora, bullizzato. E allora che si fa? Nuove leggi? Non credo serva modificare il codice penale per sconfiggere la stupidità e i luoghi comuni. Serve più educazione, più umanità, più rispetto: in famiglia, a scuola, al lavoro, ovunque. E serve dare coraggio e forza di volontà a chi si sente più debole».

Insulti inaccettabili, minacce irricevibili, che scavano nel profondo del rancore politico e che superano ogni limite di decenza. E che non sono più un fatto isolato, ma segno di un odio registrato a caratteri di fuoco, che si inserisce in un clima di intolleranza alimentato da chi, nel dibattito politico, ha perso la bussola del confronto civile. E rispetto a tutto questo: tace. Slatentizzando il sintomo malato di una sinistra che, priva di argomenti, sceglie l’arma della denigrazione e, nei casi più estremi, della minaccia. È la violenza della frustrazione di chi non sa accettare la sconfitta, e che in questa caduta di stile e umanità rivela il vuoto della sua stessa proposta politica.

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di Chiara Volpi - 14 Agosto 2025