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Schlein

L'autunno caldo del Pd

Le regionali e il risiko del centrosinistra: tra veti incrociati e “niet” l’unica a non contare nulla è Elly Schlein

Decaro prende tempo in Puglia, Fico è imposto da Conte, mentre Giani va avanti nonostante il no della segretaria: un quadro desolante per Largo del Nazareno

Politica - di Roberto Rinaldi - 4 Agosto 2025 alle 13:39

Più passano i giorni e più aumentano i problemi per il centrosinistra nelle regioni chiamate al voto in autunno. Lasciando stare la Calabria, che merita un discorso a parte, in Toscana, Campania e Puglia si vive di veti incrociati, di accordi sotterranei e di un dato che sembra abbastanza significativo: Elly Schlein, leader del partito di maggioranza relativa, non conta niente. Non è lei che incide sui nomi e sulle alleanze. Mentre proprio in Puglia il clima si surriscalda.

In Puglia si vota a novembre

In Puglia, secondo le indiscrezioni del Quotidiano di Puglia, si voterà tra il 16 e il 28 novembre. E Antonio Decaro è fermo sulle sue posizioni: si candida ma non vuole Michele Emiliano e Niki Vendola nelle liste. Intanto, il Pd pugliese – dopo la maratona sui territori della Conferenza programmatica – ha elaborato un documento tematico, base per alleati e candidato governatore. Il segretario regionale Domenico De Santis prova a dettare i tempi: ferragosto, o giù di lì, per indicare il nome del candidato della coalizione. Ma Decaro, se si voterà a novembre, vorrà prendere tempo. Non vuole “padrini scomodi” intorno a se.

La Campania e la foglia di Fico

Ed eccoci arrivare alla Campania. Li, Giuseppe Conte non accetta obiezioni: deve essere Roberto Fico il candidato. Il problema è il tatticismo di Vincenzo De Luca, che ha espresso pubblicamente riserve sul nome dell’ex presidente della Camera. E che costruirà almeno due liste civiche in grado di condizionare la maggioranza numerica futura.

La Toscana e la sofferenza di Giani

Quando si voterà in Toscana? Non si sa. Eugenio Giani, il governatore uscente, non gode della fiducia di Schlein. Né di quella di Conte, che ha parlato pubblicamente di “sacrificio”. Ma la segretaria nazionale del Pd ha paura di perdere e di trovarsi contro il partito. Vira verso un si di facciata e sofferto al presidente uscente .

Perché Schlein conta poco

Cedere la Campania (e forse la Calabria) ai Cinquestelle, subire la valutazione dei pentastellati per il via libera a Matteo Ricci, ingoiare il rospo dei diktat di Decaro. Tutto questo quadro ci dice che Elly Schlein conta poco o niente nelle trattative nazionali. Prudenza o scarsa personalità? Difficile capirlo. Ma il suo alleato più inseguito, proprio Giuseppe Conte, nel frattempo coltiva il sogno di farla fuori e di mettere Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, a capo della coalizione, il 2027. Un fuoco amico e incrociato che vede Elly costretta all’angolo. Come un pugile. Senza essere Cassius Clay.

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di Roberto Rinaldi - 4 Agosto 2025