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Nuova era

La statua di Albert Pike tornerà al suo posto: era stata abbattuta durante le proteste dei Black Lives Matter

Esteri - di Ginevra Lai - 5 Agosto 2025 alle 18:57

Il National park service ha deciso: la statua di Albert Pike tornerà al suo posto. Dopo cinque anni di silenzio e restauri, il monumento in bronzo al generale confederato sarà reinstallato a Washington, dove fu abbattuto e dato alle fiamme durante le proteste dell’estate 2020, nella notte di Juneteenth. Non solo un gesto simbolico, ma un atto dovuto alla legge, al decoro e alla memoria.

L’annuncio ufficiale: la statua di Pike tornerà al suo posto

«Il National park service ha annunciato che restaurerà e reinstallerà la statua in bronzo di Albert Pike, che fu vandalizzata durante i disordini del 2020», si legge nella nota ufficiale diffusa lunedì. Il tono è asciutto, la decisione netta. Nessuna retorica: solo il rispetto degli obblighi previsti dalla legge federale sulla conservazione storica e dagli ordini esecutivi firmati dal presidente Donald Trump.

Gli ordini esecutivi di Trump

Quegli ordini, intitolati «Rendere sicuro e bello il distretto di Columbia» e «Restituire verità e sanità mentale alla storia americana», non erano semplici slogan. Erano – e restano – una risposta diretta al clima di cancel culture che trasformò le città americane in teatri di rimozione simbolica, in cui il revisionismo si spacciava per progresso e la distruzione per giustizia.

Chi era Albert Pike

La statua di Pike, eretta nel 1901 grazie ai fondi raccolti dalle logge massoniche, era rimasta per oltre un secolo a ricordare non soltanto il generale confederato, ma anche lo studioso e il giudice, l’uomo di legge e il pensatore. Poi venne il 19 giugno 2020: la folla l’abbatté, la incendiò, e applaudì mentre la fiamma divorava il bronzo.

Reazioni e dichiarazioni

L’atto, celebrato da alcuni come gesto di liberazione, fu per altri una resa: la rinuncia al principio che nemmeno la Storia debba piegarsi all’impulso del giorno. Trump definì la scena «una vergogna». E oggi, la Casa Bianca gli dà ragione.

Lindsey Halligan, funzionaria dell’amministrazione, ha dichiarato a Fox news digital: «Grazie al National park service per aver annunciato il restauro della statua di Albert Pike dopo che fu illegalmente abbattuta e vandalizzata». E ha aggiunto: «La statua è rimasta in piedi per oltre un secolo come omaggio ai contributi di Pike in quanto studioso e leader massonico. Un’azione del genere è coerente con l’ordine esecutivo 14253 del presidente, che prevede il reintegro dei monumenti rimossi per pressioni ideologiche. È incoraggiante vedere il nostro National park service difendere la conservazione storica, il giusto processo e lo stato di diritto».

Uno smacco al wokismo

Il monumento, precisano le autorità, è attualmente in fase di restauro e sarà reintegrato entro ottobre 2025. Non sarà una semplice ricollocazione, ma una riaffermazione del principio che la storia non si cancella con un fiammifero e uno slogan. Che l’identità di una nazione si difende anche restituendo al pubblico ciò che l’ira wokista ha tentato di sottrarre.

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