
In diretta su La7
Il ragionamento di Paolo Mieli non fa una piega: “Stragi fasciste? Allora dovete dire che Moro fu ucciso dai comunisti” (video)
Paolo Mieli scandisce le parole senza perdere il suo proverbiale aplomb: «In questo Paese i reati commessi dalla destra sono reati fascisti, mentre quelli commessi dai comunisti sono commessi dai rossi». Nello studio de La7, Marianna Aprile e Luca Telese si guardano attoniti e tra i presenti piomba un gelo polare nonostante il caldo agostano.
Il ragionamento di Paolo Mieli sui comunisti inchioda il salotto de La7
In quasi semitopic…
Ieri l ottimo, come sempre, #paolomieli ad #inonda pic.twitter.com/3LHljvcb5q
— C🐾 🇺🇲🎸NonSeguitemiChePotreiDeludervi (@Kissmaniaco2) August 4, 2025
Le Brigate rosse e i crimini che non si possono chiamare comunisti
Fioccano i distinguo dei vari opinionisti per dire che le Brigate Rosse uccidevano anche i comunisti. «Nelle sentenze, nelle targhe, non c’è mai scritto ‘qui i comunisti ammazzarono Aldo Moro’», osserva l’ex direttore del Corriere della Sera. Mieli premette: «Secondo me questa differenza non dovrebbe esserci». Tuttavia, allo stesso modo sottolinea l’ipocrisia dei media e dei talk show come quello de La7, che non ci stanno a chiamare “comunisti” i terroristi rossi. Al punto che Giovanna Botteri si infervora: “Ma le Brigate rosse ammazzavano i comunisti e odiavano il Pci”. Mieli non si scompone evocando la battuta di Montanelli sul comunista Pol Pot che aveva ucciso più comunisti di ogni altro avversario politico. E ancora, ricorda che anche i terroristi neofascisti avevano in odio il Msi di Giorgio Almirante. Insomma, così come «nessuno, compreso me, si sogna di definire i crimini delle Brigate Rosse stragi comuniste, allora non dovrebbero neanche definirsi tali quelle del terrorismo nero», taglia corto Mieli. Impossibile dargli torto, nonostante i suoi interlocutori si affannino disperatamente ad arrampicarsi sugli specchi dialettici.