
Alle porte di Parigi
“Il film Barbie è contro i precetti islamici”: in Francia un sindaco annulla la proiezione per evitare incidenti
“Barbie censurata dall’Islam” non è una nuova bambola bionda per bambine messa in commercio dalla Mattel, ma una vera e propria realtà allarmante con cui la Francia deve fare i conti. Nel comune di Nosiy-le-sec, a due passi da Parigi, un gruppo di musulmani ha sabotato la proiezione del film di Greta Gerwig che vede protagonisti Margot Robbie e Ryan Gosling nei panni di Barbie e Ken. I contestatori, secondo il sindaco comunista Olivier Sarrabeyrouse, “hanno minacciato gli spettatori e hanno affermato che avrebbero distrutto l’attrezzatura” se l’illustrazione della pellicola non fosse stata cancellata. Il motivo? A quanto pare il film rappresenterebbe un’immagine sbagliata della donna ed esalterebbe l’omosessualità. Insomma, gli integralisti hanno provato a imbavagliare Barbie e alla fine ci sono riusciti: infatti il primo cittadino ha ceduto al ricatto, scegliendo di annullare l’evento per evitare il problema.
“Barbie censurata dall’Islam” in un comune francese: scoppia la polemica nelle istituzioni
La proiezione del film di Barbie faceva parte del programma estivo intitolato “Est ensamble”, che permette ai cittadini di scegliere democraticamente una pellicola da proiettare. Quest’anno l’opera di Gerwig aveva vinto contro “Kung Fu Panda 4”, ma a quanto pare non ha comunque passato il test della nuova Shari’a in salsa francese. Sebbene il sindaco abbia promesso che nelle prossime settimane verrà riprogrammata la proiezione in una sala municipale al chiuso, non sono mancate le polemiche. Il Rassemblement national di Marine Le Pen ha accusato la sinistra locale di essersi piegata al valore dei musulmani e anche la senatrice repubblicana Valerie Boyer ha fatto lo stesso, rimproverando il sindaco per essersi inginocchiato al volere dei “fondamentalisti religiosi che esercitano un controllo sociale forte ed efficace”.
Anche il ministro della Cultura Rachida Dati è intervenuta sulla questione, presentando in seguito una denuncia per “ostacolo all’esercizio della libertà di diffusione della creazione artistica”. Inoltre, per il ministro dell’Interno Bruno Retailleau quanto accaduto a Noisy-le-Sec è inaccettabile. Eppure l’episodio non sembra così scontato e imprevedibile, visto che nella cittadina da circa tre anni si svolge il festival del cinema franco-arabo. Se Barbie avesse indossato il velo nel film, le cose sarebbero andate diversamente: qualche progressista sarebbe persino riuscito a parlare di inclusività.
Non si tratta di un caso isolato
Come riporta Il Giornale, qualche mese fa nel comune di Saint-Ouen è stata annullata la visione di un documentario sul processo per l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo il 7 ottobre del 2015 a Parigi, dove furono uccise dodici persone da parte di alcuni fondamentalisti vicino al nucleo yemenita di Al Qa’ida. In sostanza, le comunità musulmane francesi rifiutano apertamente il confronto e tendono a condizionare anche la vita dei francesi, mentre in Europa la radicalizzazione e la censura assumono connotati sempre più grotteschi e inquietanti.