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Affidati al Comune di Milano tre dei ragazzini rom che a bordo i un’auto rubata hanno provocato la morte di Cecilia De Astis a Milano

A Milano

Il figlio di Cecilia De Astis, travolta e uccisa dai ragazzini rom: «Educati a rubare e uccidere. Quella gente va tolta da questo Paese» 

Filippo Di Terlizzi auspica il recupero dei minori, ma anche un "discorso più ampio" sul contesto familiare in cui sono cresciuti: "Sappiamo di cosa vivono quelle persone. Dobbiamo essere coesi e ribellarci"

Cronaca - di Agnese Russo - 27 Agosto 2025 alle 17:31

È stata affidata al Comune di Milano la responsabilità genitoriale di tre dei minori rom che l’11 agosto erano nell’auto rubata che ha investito la 71enne Cecilia De Astis, uccidendola. Del quarto, allo stato attuale, si sono perse le tracce. La decisione è stata assunta dal giudice delegato dei Minori, Ciro Iacomino, al termine dell’udienza che si è svolta stamattina e alla quale era presente, tra gli altri, la madre di due dei fratelli, arrestata lo scorso 20 agosto, sempre a Milano, per un cumulo di pene dovute ad una serie di furti compiuti tra il 2017 e il 2019. I due fratelli, di 11 e 13 anni, sono tra i tre minori affidati al Comune, insieme alla undicenne. Nel caso della ragazzina il provvedimento sarà notificato alla madre, che non è stata trovata.

Tre minori rom affidati al Comune di Milano

Il figlio della signora Cecilia De Astis, Filippo Di Terlizzi, era presente in Tribunale, ma ha deciso di non entrare in aula. «Non ho avuto modo di incontrare i genitori di questi ragazzi, ma non lo vorrei neanche. Non voglio avere contatti con queste persone anche perché – ha detto – considerato il loro modo di vivere mi addolorerebbe ancora di più guardarli sapendo quello che è successo a mia mamma».

Il figlio della pensionata travolta e uccisa: «Educati a rubare e uccidere, vanno recuperati»

L’uomo, che ha chiesto giustizia «a nome di mia mamma e di tutti noi», ha sottolineato che «come cittadino, ritengo che tutti debbano essere tutelati e non arrivare a queste situazioni; quanto ai bambini che erano sull’auto che ha ucciso mia madre, devono essere messi in condizioni di non nuocere». Per i ragazzini «deve essere fatto un lavoro di recupero perché comunque hanno diritto a recuperare la loro educazione mancata. Al contempo, però, qualcuno deve rispondere di una situazione che tutti noi abbiamo ben presente e che va risolta».

La richiesta di «un discorso più ampio: si sa di cosa vivono»

La colpa, ha sottolineato il figlio di Cecilia De Astis, «non può essere riversata» sui minori. «Sono stati educati a rubare e, in questo caso, anche a uccidere, senza porsi un minimo problema di coscienza». Per questo Di Terlizzi si è augurato che dalla tragedia vissuta dalla sua famiglia «venga fuori un discorso più ampio che serva a tutelare tutti noi. Ogni giorno siamo a rischio di furti negli appartamenti, di scippi violenti sulle metropolitane e sui mezzi pubblici e laddove non gli si permette di fare quello che vogliono si rischia anche di prendere le botte, o addirittura di perdere la vita».

 I ragazzini in riformatorio e gli altri «fuori dal Paese»

«È una situazione che già si conosce perché si sa di che cosa vivono, di quali espedienti vivono queste persone. Dobbiamo essere forti tutti insieme, coesi in questa situazione e ribellarci e farci sentire», ha proseguito, aggiungendo che a suo avviso «la giustizia potrebbe essere quella di mandare questi ragazzini in un riformatorio, in un luogo dove possono essere rieducati, per quanto si possa rieducare chi è stato introdotto nella società con queste modalità, e fare in modo che tramite l’istituzione queste persone non abbiano più modo di nuocere ai cittadini, non solo andando dove si insediano con i campi rom, ma proprio togliendoli da questo Paese».

 

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di Agnese Russo - 27 Agosto 2025