
Il ministro a tutto campo
Giustizia, Nordio rilancia: “Ho paura di vincere il referendum, i magistrasti rischiano l’umiliazione”
Intervistato a tutto campo da Repubblica il ministro rilancia la riforma e commenta la sentenza della Corte Ue sui migranti: "Se all’Onu dovessero votare soltanto i Paesi considerati sicuri, ne resterebbero ben pochi". Sulle carceri "non faremo come Prodi"
“Se all’Onu dovessero votare soltanto i Paesi considerati sicuri, ne resterebbero ben pochi”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è intervistato da Repubblica sul fatto del giorno: la sentenza della Corte europea che rimanda ai giudici la decisione sulla questione dei rimpatri circa il patto con l’Albania. Il guardasigilli spiega che non si tratta di una battuta e rigetta anche l’idea che si tratti di uno schiaffo al governo italiano. “Schiaffo non direi” e argomenta: “La sentenza riconosce come legittimo ciò che abbiamo fatto: cioè designare tramite un atto legislativo un Paese terzo come ‘Paese di origine sicuro'”. Ma ai giudici spetta il controllo, l’ultima parola, incalza il cronista. “Però quel sindacato deve essere effettivo e motivato. Il giudice – spiega il ministro – deve accertarsi dell’affidabilità delle informazioni su cui fonda il suo convincimento, di cui deve fornire adeguata motivazione. E questo non si può dire sia sempre avvenuto. Non è un dettaglio“.
Nordio: “Il giudice dovrà motivare perché un paese è insicuro. Non sempre è avvenuto”
Il colloquio spazia a tutto campo, dalla riforma sulla separazione delle carriere al nodo del sovraffollamento delle carceri. Sul primo punto il ministro Nordio rimanda alla sua ferma convinzione e soprattutto al referendum. Non ha paura di un boomerang, come fa trapelare Franceschini, gli chiede Conchita Sannino. Al contrario, risponde il ministro: “Tutt’altro. Semmai ho paura di vincere il referendum, dopo un dibattito cruento che veda coinvolta la magistratura. Perché se questa si accodasse alla politica, o peggio ne guidasse la carica, una sconfitta sarebbe un’umiliazione che inciderebbe sulla sua credibilità, già pericolosamente crollata. E da cittadino e da magistrato non me lo auguro. La giustizia è lacrime e sangue delle persone, non può essere strumentalizzata a fini elettorali”.
Nordio: “Sulla riforma l’opposizione aggressiva impedisce un confronto”
Tornando al punto centrale della riforma della giustizia -la separazione delle carriere- Nordio fa notare che “la riforma è la logica conseguenza del codice voluto da Vassalli, eroe della Resistenza, e il dibattito dovrebbe esser contenuto in termini razionali. Ma gli aggettivi usati dall’opposizione, e anche da una parte della magistratura, sono stati così aggressivi da rendere difficile un confronto. La legge riafferma l’assoluta indipendenza della magistratura requirente e giudicante: basta leggere il testo”.
“Sulle carceri non faremo come Prodi”
Tema carceri: Gli chiedono come mai, vista la situazione complicata, sia contrario alla proposta del deputato di Iv Giachetti: ossia una sorta di “mini-indulto” per operare uno sfoltimento dei penitanziari. Risposta: “Se adotti determinati provvedimenti al solo scopo di ridurre il sovraffollamento, questi indicano la resa dello Stato e si rivelano inutili. Parlano le cifre. Nel luglio 2006, governo Prodi, i detenuti erano 60.710: con l’indulto ne furono liberati il 36 % e tre anni dopo erano arrivati a 63.472. Con una recidiva del 48 per cento. Un fallimento”.