
Red carpet a tinte blu marino
Gaza a Venezia, polvere di stelle e flashback da centro sociale. La protesta Pro-Pal dalla passerella all’acqua: arriva pure il corteo “navale”
Dal tappeto rosso alla trincea della battaglia ideologica il passo è breve, e cambia terreno. Per sabato è attesa una mobilitazione organizzata con una manifestazione che arriverà dal mare. Ecco come e dove partirà, adesioni permettendo
E rieccoci qui. Dalla passerella alla trincea ideologica il passo è breve. Di più: quasi inesistente: lo stesso che gli artisti attivisti hanno compiuto per trasformare l’82esima Mostra del Cinema di Venezia nel palcoscenico per una protesta che punta i riflettori su Gaza. E allora, se un modesto flash mob ha segnato l’inizio delle mobilitazioni, con una ventina di manifestanti che si sono radunati davanti al red carpet con striscioni e slogan come “Free Palestine, Stop al genocidio”: un’iniziativa a partecipazione ridotta, che ha comunque fatto il suo lavoro di grimaldello assestato ad arte per il grande corteo in programma per sabato 30 agosto.
Gaza protagonista a Venezia off screen
Non a caso, Martina Vergnano, portavoce dei centri sociali del Nordest e tra gli organizzatori dell’iniziativa, ha spiegato che l’evento ha mirato a «esprimere solidarietà al popolo palestinese e a chiedere l’immediata fine del genocidio in corso nella Striscia di Gaza». Come da copione non scritto, in somma, si punta a sfruttare la risonanza mediatica della Mostra per dare maggiore visibilità alla “causa”. Le adesioni al corteo di sabato allora, che partirà alle 17 dall’approdo di Santa Maria Elisabetta, per dirigersi verso le aree limitrofe al Palazzo del Cinema, sono già centinaia.
Con partecipanti da diverse regioni e numerosi sottoscrittori dal mondo del cinema. Tra questi, anche la conduttrice della serata di apertura, Emanuela Fanelli, la cui partecipazione è stata naturalmente accolta con soddisfazione ( e indelebile imprinting socio-spettacolare) dagli attivisti.
La manifestazione di sabato: la protesta arriva dal mare
La manifestazione, dunque, una sorta di sfilata in salsa politica, promette di essere non solo un corteo come altri che si sono organizzati nel tempo, ma un vero e proprio «corteo acqueo» che partirà da Marghera, con l’intento di «denunciare le complicità internazionali» dei governi che forniscono armi e sostegno diplomatico a Israele. «Puntare i riflettori della Mostra nella giusta direzione, sulla Palestina. Siamo davanti a un genocidio a tutti gli effetti», ribadiscono gli organizzatore della mobilitazione in programma.
Gaza a Venezia, le reazioni e il dibattito
Ma la protesta, come prevedibile, ha inevitabilmente generato discussioni. Il direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera, ha sottolineato la posizione della Biennale, che si schiera «con le vittime collaterali del conflitto». Anche il presidente Pietrangelo Buttafuoco ha ribadito che la Biennale è un luogo di «apertura, confronto e dialogo», dove non c’è spazio per la censura (ma in tutti i sensi e in tutte le direzioni possibili). Anzi, di più: ha paragonato l’istituzione alle Olimpiadi, un luogo dove persino i popoli nemici possono incontrarsi per celebrare la bellezza e la libertà di espressione.
Rivendicazioni dietro le quinte (e nel punto stampa?)
Non solo. Un ulteriore elemento di dibattito è emerso durante la conferenza stampa del film di apertura, La Grazia di Paolo Sorrentino. Il regista è stato interpellato sui legami finanziari tra la piattaforma di streaming Mubi e una società di venture capital che investe in una start-up militare israeliana. Sul punto, Sorrentino ha preferito non rispondere, indirizzando la domanda ai rappresentanti di Mubi, che erano in sala. Insomma, come scrive Libero in edicola oggi, «qualsiasi occasione è buona per sfruttare i riflettore dell’82esima Mostra del Cinema di Venezia e per cavalcare la ribalta mediatica.
Gaza a Venezia: la necessità di spettacolarizzare la protesta
Come? Ma naturalmente, spettacolarizzando la protesta. Anzi, come scrive sempre Libero, confidando «nel tam tam mediatico, e sfruttando la popolarità della rassegna cinematografica per il corteo del fine settimana». E non solo con la sfilata al Lido: ma arrivando addirittura a coinvolgere una imbarcazione per dare ancora di più nell’occhio.
Sottoscrizioni uguale a partecipazioni?
E allora, stando sempre a quanto riporta il quotidiano citato sulla base delle informazioni da parte degli organizzatori del corteo Pro Pal riferite anche dall’Adnkronos, si partirà dall’approdo di Santa Maria Elisabetta. Per poi dirigersi verso «le aree limitrofe alla Mostra del Cinema», ha spiegato Vergnano all’agenzia. Sempre auspicando una nutrita partecipazione di attori, registi e professionisti del settore cinematografico che hanno sottoscritto il manifesto “Venice for Palestine”. Un plot di riferimento che al momento conta oltre 1.500 adesioni…