
Scintille con l'Anm
Foti ad alzo zero: “I giudici possono attaccarci liberamente e noi dobbiamo tacere?”
Il ministro per gli Affari europei interviene sul caso Almasri, sul "disegno politico" evocato dalla premier e sulla replica stizzita delle toghe. "In gioco c'è l'equilibrio tra poteri. Una maggioranza che aveva messo nel suo programma la separazione delle carriere, ha il dovere di attuarla"
“In gioco c’è l’equilibrio tra i poteri”. E’ Tommaso Foti ad intervenire dopo il duro botta e risposta tra premier e Anm sul caso Almasri e l’affondo su un “disegno politico” che tanto ha stizzito le toghe. “Se il potere politico non deve mai poter parlare e criticare, mentre l’ordine giudiziario può liberamente criticare perché ritiene di essere in una posizione di preminenza, allora vi è squilibrio”. Lo spiega al Corriere della Sera il ministro per gli Affari europei, che interviene a tutto campo anche su dazi e Ponte di Messina. “Da più parti si è chiesto di ritirare la separazione delle carriere. In Parlamento ci sono state audizioni di tutti – evidenzia -. Una maggioranza che aveva messo nel suo programma la separazione delle carriere, ha il dovere di attuarla”.
Foti: “I giudici ci attaccano e noi dobbiamo tacere?”
In merito alla possibilità che Meloni parli in Aula in difesa di Nordio, Piantedosi e Mantovano, il ministro spiega che “del caso è stata investita la Giunta per le Autorizzazioni, quindi il Parlamento. Non anticipo posizioni che toccherà al premier valutare”. Foti non ci sta a ricostruzioni faziose, tipo quella che il governo avrebbe agito nel timore di rappresaglie, sotto il ricatto della Libia. “Mi arrendo – risponde a Monica Guerzoni- . Che film è questo? Dove sono le prove? Se qualcuno ha in mano altre carte è piena violazione del segreto di ufficio. Gli allegati alla richiesta di autorizzazione a procedere sono consultabili solo dai membri della Giunta. Per fortuna non siamo più nella fase dei tribunali del popolo”. “Il Parlamento può negare l’autorizzazione, ritenendo che il governo abbia agito nell’esercizio della sua funzione e per la tutela di un interesse dello Stato”, conclude il ministro.
“Il Ponte? Chi fa critiche stupide non sa che…”
Si cambia argomento e si tocca l’ok al Ponte sullo Stretto, grande opera che riceve applausi all’estero e insulti dalla sinistra italiana. Il Ponte di Messina collegherà la Sicilia all’Europa. E poi? Sull’isola mancano le strade, le ferrovie… Non temete quello «spreco colossale» denunciato dal Pd?- è la domanda maliziosa. «Chi fa critiche stupide, forse non sa che l’opera è in un corridoio europeo. Senza ponte, il corridoio Scandinavo-Mediterraneo, parte della rete Ten-T, si fermerebbe a Reggio Calabria», risponde secco Foti. A proposto di ponti, altrettanto maliziosamente gli si fa notare che intanto è crollato il ponte di Meloni tra Bruxelles e Washington a proposito di dazi. Anche in questo caso il ministro per gli Affari Europei fa fare un bagno di realtà.
Dazi, Foti a Schlein: “Se non è contenta revochi l’appoggio a von del Leyen”
«Guardi che il 15% non ce l’ha solo la Ue e c’è chi sta molto peggio. Poi, a proposito di ponti crollati, se non c’era Meloni a far incontrare von der Leyen con Vance eravamo ancora al fatto che Usa e Ue non si parlavano. Se Schlein non è contenta, spieghi perché ha votato von der Leyen per due legislature e dica al Pse di revocare l’appoggio alla presidente della Commissione».