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Come ti islamizzo il pargolo

Bologna, la dieta musulmana nelle scuole fa infuriare pure gli animalisti: “L’inclusione non può passare attraverso la sofferenza”

Non solo la Lega. Ora anche Lav e Gabbie Vuote puntano il dito: L’integrazione non può passare attraverso metodi di macellazione eticamente inaccettabili

Cronaca - di Alice Carrazza - 2 Agosto 2025 alle 15:14

A Bologna, la carne halal arriva nei piatti delle mense scolastiche e, con essa, arrivano anche le polemiche. Se nei giorni scorsi era stata la Lega a lanciare l’allarme sull’ennesimo cedimento dell’istituzione pubblica all’identità altrui, oggi è il fronte animalista a impugnare la bandiera della protesta. Non è più una questione soltanto politica: l’inclusione, dicono ora anche le associazioni per i diritti degli animali, non può tradursi nell’accettazione passiva di metodi di macellazione eticamente inaccettabili. 

Gli animalisti contro la dieta musulmana di Bologna

A prendere la parola, tra i primi, è Domiziana Illengo, responsabile della transizione alimentare per la Lega Antivivisezione, che a Open oline dichiara: «Comprendiamo la scelta del comune di prendere questa decisione in nome dell’inclusione sociale, ma crediamo che questo obiettivo non possa passare attraverso scelte che prevedono la sofferenza e la morte degli animali». E rincara: «La nostra posizione è di antagonismo a tutte le macellazioni che impiegano animali all’interno degli allevamenti per poi produrne prodotti alimentari. Quella halal, in particolare, ha delle evidenti specificità, anche oltre a quelle già presenti nella macellazione all’europea».

Macellazioni rituali e deroghe europee: la questione halal

Le regole della Sharia impongono che l’animale sia cosciente al momento del taglio delle arterie principali. La morte deve avvenire per dissanguamento completo, accompagnata da una preghiera. Una procedura che l’Ue ha regolato con una direttiva del 2009, la quale obbliga a ridurre al minimo la sofferenza animale, pur concedendo deroghe per i riti religiosi. Tradotto: la macellazione può avvenire anche senza stordimento, o con stordimento reversibile, a condizione però che si operi in stabilimenti riconosciuti.

Un compromesso che le associazioni animaliste non accettano. Per loro, la sofferenza non è negoziabile. Neppure in nome della tolleranza. Neppure in nome della religione.

“Inclusione al ribasso”: la proposta delle associazioni

La Lav suggerisce un’altra via. Una che non richiede sacrifici. «Piuttosto che andare verso una diversificazione delle tipologie di carne nelle mense scolastiche – osserva Illengo – il comune di Bologna, così come tutti gli altri, dovrebbe dirigersi verso un’alimentazione via via sempre più vegetale, che verrebbe comunque incontro a quest’ottica di inclusione delle varie esigenze alla base».

A sostegno della tesi, viene portata anche una testimonianza: «Tra noi c’è un’attivista musulmana, Sveva Basirah Balzini, che ha salvato un agnello a Chieti dall’uccisione per la festa del sacrificio dell’Islam. Lei è la dimostrazione che è possibile portare avanti le proprie tradizioni e la propria religione senza che implichi la sofferenza degli animali».

Sulla stessa linea si muove l’associazione Gabbie Vuote, che accusa il Comune di aver scelto la strada più semplice, ma anche la più eticamente controversa. Secondo loro, neppure le motivazioni religiose possono giustificare «la sofferenza animale». E invitano l’amministrazione a riconsiderare la decisione, optando per soluzioni meno impattanti.

La Lega aveva già alzato il tiro: “Scelta ideologica”

A dare il primo scossone era stata la Lega, con toni più netti. L’europarlamentare Anna Cisint e il capogruppo comunale Matteo Di Benedetto avevano parlato apertamente di “scelta ideologica”, accusando l’amministrazione bolognese di piegare la scuola pubblica a visioni identitarie di minoranza. A seguire, la deputata Laura Cavandoli aveva portato la questione alla Camera, chiamando il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ad intervenire.

Ma non tutta la protesta si è fermata al piano politico. Il senatore Manfredi Potenti, responsabile del dipartimento benessere animale della Lega, ha messo in chiaro il problema di fondo: «Attraverso il metodo halal gli animali sono coscienti al momento della macellazione, una pratica che pur ammessa in ambito europeo, riteniamo contrastare con i principi e i diffusi convincimenti della nostra comunità relativi al benessere animale». E aggiunge: «Le scuole, inoltre, sono chiamate ad esplicitare gli aspetti connessi all’educazione alimentare durante la mensa, e le condizioni di consumo mirate a soddisfare specifiche esigenze, e tra queste non può che esserci anche il benessere animali».

Pratiche islamiche che urtano la coscienza collettiva

Il caso di Bologna apre una crepa. Non tra culture, ma tra princìpi. Perché se da un lato vi è il diritto alla propria tradizione, dall’altro si fa largo una questione scomoda: fino a che punto un’istituzione laica in uno Stato a maggioranza cattolica come l’Italia può accettare pratiche che entrano in rotta di collisione con sensibilità etiche largamente diffuse nella comunità? E ancor più: può l’inclusione sociale trasformarsi in esclusione morale?

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di Alice Carrazza - 2 Agosto 2025