
Via da Vicofaro
Bello Ciao: il vescovo di Pistoia rimuove don Biancalani, fedeli entusiasti, sinistra in lacrime
Niente più Bella Ciao durante la messa, addio bagni in piscina con i migranti, comizi in chiesa contro i politici di destra: Don Massimo Biancalani è stato rimosso dall’incarico di parroco di Vicofaro a Pistoia dove negli ultimi anni aveva ospitato centinaia di immigrati, anche irregolari e criminali.
Lo ha deciso finalmente il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli formalizzando il cambio di passo, probabilmente anche sulla scia dei cambiamenti all’interno del mondo ecclesiastico con il passaggio dal pontificato progressista di Bergoglio a quello decisamente più tradizionalista di Leone XIV.
Per capire come fosse collocato ideologicamente don Biancalani, a riportare per primo la notizia non è stato un quotidiano locale o uno vicino al mondo ecclesiastico ma “il quotidiano comunista” il Manifesto.
Don Biancalani dopo la rimozione ‘minaccia’: tornerò ad occuparmi di migranti
A giugno scorso i primi segnali del ridimensionamento del prete toscano con la chiusura della struttura di accoglienza nella parrocchia, con il trasferimento di circa 150 immigrati in altre strutture del territorio, principalmente nella disponibilità della diocesi di Pistoia, a seguito dell’ordinanza del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi per criticità “igienico sanitarie». A luglio, gli altri migranti rimasti nella parrocchia erano stati sgomberati dalla forze dell’ordine.
Ora la rimozione definitiva di Don Massimo Biancalani. L’ormai ex parroco di Vicofaro promette (o minaccia?) però che continuerà l’opera di accoglienza degli immigrati in un’altra parrocchia pistoiese, quella di Ramini, a poca distanza da Vicofaro. “Ramini è stata la mia prima parrocchia – dice il prete diventato icona della sinistra italiana – e l’ho gestita fino ad ora insieme a quella di Vicofaro, accogliendo migranti anche lì, ma in misura minore. Lì l’accoglienza continua ancora, ci sono una trentina di ospiti, tra i quali anche alcuni ragazzi provenienti da Vicofaro”.
In merito all’offerta della diocesi di affidare a don Massimo la direzione dell’Ufficio missionario diocesano, il sacerdote si è riservato di valutarla. “Se assumere quell’incarico comporta l’abbandono dell’esperienza di accoglienza dei migranti – afferma il prete – mi sembra un po’ problematico. È vero che l’accoglienza ti mette in contatto con un mondo vasto, l’Africa soprattutto, però sono due aspetti pastorali assai diversi: le missioni e l’accoglienza, pur avendo delle connessioni fra loro non sono esattamente la stessa cosa. Comunque rimango in ogni caso sempre disponibile a dare un contributo“. Tutto sta a capire quale sarebbe il suo contributo: pastorale da religioso o politico da retore barricadero?