
Tutela ambientale e sanitaria
Urso: “Trasformeremo l’Ex Ilva nel più grande stabilimento siderurgico green d’Europa grazie ai forni elettrici”
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, ha incontrato a Palazzo Piacentini i principali attori del settore siderurgico italiano. L’obiettivo della riunione è stato quello di descrivere il piano della completa decarbonizzazione dell’Ex Ilva di Taranto, in vista della sottoscrizione dell’accordo di programma interistituzionale di domani al Mimit. Durante il colloquio, Urso ha elogiato l’impegno del settore siderurgico italiano, che ha reso l’Italia il Paese più avanzato al mondo nella produzione di acciaio green, grazie alla presenza di 34 forni elettrici distribuiti in 29 città italiane con una capacità produttiva complessiva di 23 milioni di tonnellate. “Dobbiamo completare questo percorso, come già fatto a Terni e Piombino – ha sottolineato il ministro – con la piena decarbonizzazione degli stabilimenti dell’ex Ilva, per fare dell’Italia il primo Paese in Europa a produrre solo acciaio green”.
Ex Ilva, Urso: “I forni elettrici sono i più avanzati per ambiente e sanità”
Adolfo urso ha sottolineato che i forni elettrici sono “la soluzione più avanzata sia dal punto di vista produttivo che sotto il profilo della tutela ambientale e sanitaria”. Poi ha aggiunto: “È quanto realizzeremo anche a Taranto, dove gli esistenti altiforni saranno progressivamente sostituiti da forni elettrici di ultima generazione, basati sulla tecnologia più moderna e sicura oggi disponibile sul mercato, trasformando il polo ionico nel più grande stabilimento siderurgico green d’Europa”. Inoltre, il titolare di via Veneto ha analizzato il progetto del Polo Dri, anche tenendo conto delle conclusioni del comitato tecnico sull’approvvigionamento del gas. La costruzione dello stabilimento avverrà a cura della società Dri d’Italia e “rappresenta un passo fondamentale per l’autonomia strategica della siderurgia italiana”.
Quanto alla localizzazione del polo, Urso ha spiegato che “la prima scelta spetta a Taranto, per ragioni morali, storiche, economiche, sociali e produttive”, precisando che qualora il comune di Taranto non fosse nelle condizioni di esprimersi domani al tavolo conclusivo al Mimit, sarà comunque necessario definire obiettivi e modalità del piano di decarbonizzazione, per l’aggiornamento della gara in corso. Per giunta, Gli aspetti relativi alla localizzazione del Polo Dri saranno approfonditi con gli Enti Locali coinvolti, appena ci saranno le giuste condizioni da parte del comune di Taranto.
L’incontro a Palazzo Piacentini
All’incontro con il ministro hanno preso parte il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, e il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, insieme ai vertici di Acciaierie Venete, Afv Acciaierie Beltrame, Arvedi Cremona, Cogne Acciai Speciali, Danieli & C. Officine Meccaniche, Feralpi Group, Gruppo Pittini, Marcegaglia Group, Valbruna e Renexia. Presenti anche i commissari straordinari di Ilva e Adi in amministrazione straordinaria. Gli attori siderurgici hanno evidenziato che la competitività del comparto dipende dai costi energetici e dall’approvvigionamento del rottame ferroso, ma il ministro ha spiegato che il governo è impegnato a livello europeo nel sostegno del settore, rimarcando lo sforzo per limitare l’esportazione di rottame ferroso.
Poi ha illustrato i due non paper promossi dall’Italia: il primo riguardante la revisione del Cbam, presentato insieme alla Polonia e il secondo proprio sulla siderurgia, elaborato con la Francia. Da quest’ultimo è nata l’alleanza per il futuro delle industrie energivore, che vede impegnata l’Italia assieme ad altri dieci Paesi Ue nella revisione delle normative europee, per rendere l’industria siderurgica europea più sostenibile e competitiva. Si tratta di un obiettivo necessario e urgente, tenendo conto delle ristrutturazioni di mercato derivanti dai negoziati in corso tra l’amministrazione americana e gli altri Paesi.