
Boom di Piazza Affari
Vola la Borsa di Milano: record dopo 18 anni e maglia rosa in Europa. L’economia italiana non si ferma
L'indice Mib registra il valore più alto in assoluto dall'ottobre del 2007. Il contenimento del debito pubblico alla base del successo, certificato anche dalle agenzie di rating internazionale
Vola la Borsa di Milano, maglia rosa in Europa, che sale a 40.775 punti, toccando un nuovo massimo da ottobre 2007, per poi ripiegare a 40.714 punti. Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che guadagna l’1,3%, è spinta dall’andamento positivo delle banche, va in linea con gli altri listini del Vecchio continente.
La Borsa e l’indice Mib da quando governa Meloni: + 80%
Piazza Affari, effettivamente, è uno dei successi più importanti del governo di centro-destra. In quasi mille giorni, l’indice Ftse Mib ha messo a segno una crescita di quasi l’80% (muovendosi attorno ai 39 mila punti) che è stata in grado di riportare la borsa italiana sui livelli del 2007. facendo registrare oggi il punto più alto.
Tra i titoli del Ftse Mib si mette così in luce UniCredit (+3,11%), dopo essere salito al 20% del capitale di Commerzbank e nel giorno dell’udienza di merito del Tar sul ricorso contro il decreto golden power del governo. Bene anche Mps (+2,15%), Intesa Sanpaolo (+2,13%) e Banco Bpm (+1,57).
Il contenimento del debito pubblico alla base del successo
Il contenimento del debito pubblico, nonostante il Superbonus, è alla base del successo. Tutto questo, sommato a un evidente rigore sui conti pubblici ha permesso al governo di centrodestra di incassare diversi riconoscimenti -L’obiettivo dell’esecutivo è quello di portare il saldo tra le entrate e le uscite al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026. Le agenzie di rating che con l’Italia sono state invece sempre rigidissime hanno premiato il buongoverno. L’11 aprile 2025 l’agenzia S&P ha migliorato il rating dell’Italia a BBB+ da BBB, con outlook stabile: una promozione che mancava da oltre vent’anni e che ha premiato la stabilità politica e dei mercati.
Anche la corsa dei prezzi, che nel 2022 aveva toccato l’11,8% su base annua, si è gradualmente ridimensionata, arrivando all’1,7% nel giugno 2025.
Insomma, tutti parametri e dati che confermano lo stato di ottima salute in cui gode l’Italia. A dispetto dei gufi e delle prèfiche.