CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

a lezione di Valditara alla sinistra italiana

Orgoglio e pregiudizio

Valditara: 10 e lode alla ragazzina inglese e lezione alla sinistra italiana: identità questa sconosciuta? Pure i laburisti se ne accorgono. Voi che aspettate?

La riflessione del ministro invita a interrogarsi su un presunto "complesso" che parte dai progressisti di casa nostra (i più arretrati d'Europa?) nel promuovere un sano senso di appartenenza e conoscenza delle radici nazionali. Se persino oltremanica, in un contesto tradizionalmente più pragmatico, si riconosce la necessità di incentivare riconoscimento e celebrazione della propria identità, perché da noi il dibattito fatica a trovare un terreno comune? La risposta

Politica - di Priscilla Del Ninno - 17 Luglio 2025 alle 15:41

Valditara promuove a pieni voti la lezione della ragazzina inglese e impartisce una ripetizione gratis alla sinistra italiana: identità questa sconosciuta? Pure i laburisti se ne accorgono. I nostri dem che aspettano? Non è più tempo di eufemismi e giustificazionismi buonisti, spacciati per inclusivi (per quanto di parte). Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, reduce dai confronti con i rivendicazionismi fatui dei No Oral, alza il tiro e si rivolge direttamente alla sinistra italiana, accusandola apertamente di un’inspiegabile allergia all’orgoglio e all’identità nazionale.

La lezione britannica che Valditara offre alla sinistra italiana

La scintilla che ha acceso la miccia è un episodio emblematico proveniente dal Regno Unito. Un fatto che ha suscitato un’immediata reazione del governo di Sua Maestà. Una studentessa dodicenne è stata allontanata da una lezione per aver osato presentarsi con la bandiera britannica, volendo tenere un discorso sulla storia e le tradizioni del suo Paese nella “Giornata della celebrazione delle culture”. Un’iniziativa che per la ragazzina si è conclusa con un’espulsione da scuola in nome e in virtù del fatto che per i prof d’oltremanica le uniche culture che vanno celebrate sono quelle straniere.

Il caso del Regno Unito e il commento (messaggio?) del ministro italiano

Un “caso” che ha scatenato la reazione immediata del governo di Londra, ma che in Italia, secondo Valditara – che non per niente ha introdotto misure precise in questo senso, aggiornando e rinforzando i programmi didattici con l’approfondimento dello studio del latino e l’imprescindibilità dello studio dell’italiano, suscitando per questo la reazione scandalizzata e “barricadera” della sinistra italiana – faticherebbe a trovare ascolto in certi ambienti politici. Ambienti che, va detto, alla luce die fatti odierni, puntano i riflettori su quanto la sinistra di casa nostra si riveli, una volta di più, la più arretrata e ideologicamente ingessata delle forze progressiste d’Europa.

Valditara riaccende il dibattito sull’importanza dell’identità e della conoscenza storica a scuola

Tanto che il titolare del dicastero di Viale Trastevere posta su X: «Anche i laburisti britannici (finalmente) riconoscono che è fondamentale conoscere la propria storia ed essere orgogliosi della propria identità nazionale. E la sinistra italiana?». L’episodio britannico, che ha visto l’intervento diretto del governo per riaffermare il valore della libertà di espressione e dell’orgoglio nazionale anche in ambito scolastico, sembra essere, per il ministro Valditara, un monito e un esempio per il dibattito italiano. E in un momento storico in cui si discute molto di inclusione e multiculturalismo, la questione di come bilanciare queste istanze con la valorizzazione della propria cultura e storia di appartenenza rimane centrale.

Parole, quelle di Valditara, che deflagrano nell’etere e tutt’altro che velate. Sì, perché a ben vedere il ministro non si è limitato a un commento, ma ha lanciato direttamente un guanto di sfida, puntando il dito contro una presunta cecità ideologica che impedirebbe a parte della sinistra italiana di comprendere un principio elementare: l’importanza di radicarsi nella propria cultura per aprirsi al mondo.

La scuola, in questo senso, diventa infatti il crocevia fondamentale dove si formano le coscienze dei futuri cittadini. Insegnare a conoscere e ad apprezzare la propria storia. Le proprie tradizioni. E la propria cultura, non significa precludere l’apertura verso l’altro. Ma piuttosto fornire gli strumenti per una piena e consapevole partecipazione al mondo, partendo da una solida base identitaria. La sfida, dunque, è costruire un sistema educativo che sappia conciliare l’apertura all'”altro” con un radicato senso di appartenenza, senza timori, né pregiudizi ideologici. La provocazione di Valditara apre così un dialogo necessario.

Un campanello d’allarme

L’episodio britannico, con il suo epilogo che vede il governo schierarsi apertamente a difesa della libertà di espressione e del legittimo orgoglio nazionale anche in contesti educativi, dovrebbe risuonare allora come un campanello d’allarme. O forse, come un sonoro schiaffo stampato a futura e indelebile memoria sul viso di chi, in Italia, continua a guardare con sospetto revanscista e indignazione di stampo woke a qualsiasi richiamo all’identità. E se persino i laburisti inglesi – sembra alludere Valditara – un tempo paladini di un melting-pot senza confini, oggi riconoscono la necessità di valorizzare le radici, cosa impedisce alla sinistra italiana di fare altrettanto?

La scuola, il terreno di battaglia di una conquista culturale

La domanda del Ministro è retorica, ma carica di una considerazione – che diventa quasi un’affermazione – precisa: c’è forse un timore recondito? Una paura di apparire “nazionalisti” o “reazionari”, che paralizza il dibattito su temi fondamentali come quello delle radici identitarie? La scuola, in particolare, è il luogo dove questa battaglia culturale si gioca con maggiore intensità. Insegnare a un bambino ad amare la propria storia, la propria lingua, le proprie tradizioni – e a omaggiare le festività e i rituali che comportano – non è un atto di chiusura. Ma il primo passo per formare un cittadino consapevole della propria provenienza e forte. Capace di dialogare con le altre culture senza sentirsi smarrito o confuso da confini dell’io non meglio definiti.

La lezione inglese e l’affondo di Valditara alla sinistra di casa nostra

L’affondo di Valditara allora è interpretabile in questo senso: è ora di superare i paraocchi ideologici. E se la sinistra italiana non è in grado di riconoscere il valore intrinseco (e la funzione prodromica) dell’orgoglio identitario, rischia di rimanere ancorata a schemi concettuali superati, distanti non solo dalla realtà del Paese. Ma anche dalle evoluzioni di altre forze progressiste europee.

Dunque, la lezione britannica, se ben interpretata e assorbita, può servire allo scopo. E nella sua estensione, fungere anche da prototipo esemplare per l’Italia dove, e forse sarebbe anche ora, si può cominciare a prendere atto che difendere e promuovere la propria identità non è un semplicistico vezzo conservatore: ma un pilastro essenziale per la coesione sociale, l’integrazione, la formazione delle nuove generazioni. La palla, ora, passa alla sinistra: saprà raccogliere la provocazione? O continuerà a voltarsi dall’altra parte e a guardarsi indietro, a vecchi stereotipi propagandistici e stanchi pregiudizi militanteschi?

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Priscilla Del Ninno - 17 Luglio 2025